PROLOGO

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PROLOGO

La scuola e finita, e per ottenere questo viaggio a New York, ho dovuto impegnarmi tantissimo. Volevo dimostrare a mia madre la determinazione che ho investendo tempo ed energia nello studio, perché solo così, avrei raggiunto il mio obbiettivo.

Lei non ha mai dimostrato di avere fiducia in me e spera proprio che fallisca in quel nostro strambo accordo, fatto un po' di tempo fa.

«Mamma, ho una proposta da farti!» me ne esco dal nulla, mentre stiamo cenando da sole, in cucina.

È davvero strano cenare con lei che in casa non c'è mai. Quando c'è, non mi rivolge neanche la parola, praticamente mi ignora! Come se il mio esistere, per lei, sia di troppo.

«Sentiamo! Che stupidaggine ha pensato il tuo cervello?» ecco, questo è il massimo della gentilezza.

Il mio cuore inizia a battere forte, sento il sudore imperlarmi la fronte ed un brivido lungo la schiena... sì, perché in fondo io temo mia madre! Lei ha il potere di distruggere quel poco di sicurezza che ho. Ogni volta che ci confrontiamo, demolisce letteralmente i miei pensieri, con parole offensive.

Trovo finalmente il coraggio di parlare, naturalmente lo faccio a raffica, per non darle il tempo di interrompere il monologo che mi sono preparata

«Allora mamma, vorrei fare un patto con te: io mi farò promuovere con il massimo dei voti, per passare finalmente al mio ultimo anno di liceo, e tu mi prometti che mi lascerai andare a trovare mio padre, per i mesi estivi. Così, tu guadagni il poterti vantare di avere una figlia intelligente... brava... studiosa ed io, una vacanza da sola prima del mio matrimonio, che tu premurosamente mi hai organizzato»

Sì, dovete sapere che mia madre è una persona altamente menefreghista, calcolatrice e tanti altri aggettivi che vi risparmio, perché credo che abbiate chiaro, di che tipo di persona sto parlando.

La sua risposta si fa attendere un po', d'altronde prima deve fare la sua grande sceneggiata, ed io sono pronta anche a quella. Sì, sono davvero pronta a tutto, pur di arrivare al mio scopo!

Si schiarisce la gola, neanche dovesse tenere un comizio ma, ormai la conosco bene e so che è un tipo plateale nelle sue dimostrazioni.

«Fammi capire Summer, tu offri un patto a me?» Sentire il mio nome per intero, non è un buon segno, ma non mi arrendo! Così, faccio un movimento affermativo con la testa.

«E questo viaggio con chi lo faresti? Perché ti ricordo che non hai amiche!» ecco che si prepara il terreno per azzannare la sua preda.

«Oppure, io non so se qualcosa nella tua monotona vita è cambiato?!» mi devo trattenere, perché uno scontro, confermerebbe la sua vincita.

«No, mamma. Niente è cambiato nella mia vita!»

Mi tocca ammetterlo, ma vorrei gridarle in faccia che può limitarsi ad una risposta negativa o positiva. Io voglio solo quella, sono nervosa, tanto da grattare i palmi delle mani da sotto al tavolo, in modo che lei non veda la mia ansia.

«Summer, perché quest'idea? Cosa c'è sotto? Credi tu possa fuggire lontano dalle tue responsabilità? Dal tuo tranquillo futuro?»

È una trappola, lo so! Sta facendo di tutto per farmi arrabbiare, così io sbraito e lei può mettermi in punizione, negandomi l'unica opportunità che ho di allontanarmi da qui... da lei e da quel fidanzato che non mi sono neanche scelta da sola.

No, mamma non ci casco!

«Mamma, non c'è niente di tutto quel che tu stai pensando. Voglio andarci quest'anno, poiché l'anno prossimo ho il diploma e poi il matrimonio. Voglio togliermi il gusto di fare qualcosa da sola.» Ti prego, ti prego, credimi...

Dopo essermi guadagnata uno sguardo indagatore pari a quello di un poliziotto dell' FBI...

«Ok, a patto che a fine agosto tu farai rientro a casa, neanche un giorno in più! E non provare a chiederlo! Intesi?»

Di slancio grido un grazie, mentre corro ad abbracciarla e baciarla sulla guancia. E con mia sorpresa lei non si ritrae, accarezzandomi la schiena

«Grazie mamma, grazie!»

«Di niente Sum, fai la brava, e ricordati che sei prossima al matrimonio!»

E non posso non pensare e gioire di questa cosa Ti ho fregato mamma!

Canticchiando, raggiungo la mia camera. Apro la porta e come al solito tutto quel bianco mi acceca, mobili... tende... persino la testiera del letto! Mia madre ha voluto che tutto fosse bianco, ma ho vinto sulle lenzuola e coperte: nere!

Prendo il mio cellulare vado sulla voce "papà" e faccio partire la chiamata...

«Pronto scricciolo, sono tutt'orecchi!»

Adoro quando mi chiama così

«Ciao omone, preparati perché verrò ad invadere i tuoi spazi per tre mesi, HA DETTO SIIIIIII!» urlo come una pazza. Mi sento troppo felice e penso anzi sono convinta, che niente andrà storto.

«Yeah, finalmente amore di papà. Mi hai reso tanto felice con questa telefonata. Quando arrivi? Così preparo la camera. Devo comprare il cibo che ti piace. Oddio, ho tanto da fare per farti stare al meglio qui da noi!»

<Tranquillo papà. Tu sei tutto quello di cui io bisogno. Spero solo che per Ellen non sia di troppo... cioè sono tanti mesi...>

<...ehi bambina, qui tutti ti stiamo aspettando e tre mesi sono anche poco. Perciò smettila e preparati perché John non ti darà pace> ridiamo insieme<papà avvisalo io non ho i suoi ritmi... perciò prepararmi un nascondiglio dove potrò rifugiarmi quando mi vorrà assillare>

<Chissà perché non ti credo piccola peste...oh Sum ti ricordi quando ti chiamavo così quando correvi nel giardino, oppure quando giocavamo a calcio e mi facevi lo sgambetto per poter vincere? quanto mi mancano quei momenti vita mia...e lei... lei non ha mai voluto partecipare a nulla... sì è persa quel qualcosa che non potrà più avere...

Sì, papà si è rifatto una vita, ma io ne sono felicissima, perché Ellen lo ama veramente, e poi anche lei esce da un matrimonio infelice, infatti il figlio preferisce stare con lei e mio padre, che col suo.

New York sto arrivando, e lo so che hai in serbo per me un'estate magnifica, spensierata.













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