C'È SPERANZA ANCHE PER NOI

108 12 47
                                    

La giornata con papà è iniziata nei migliori dei modi. Stiamo facendo colazione in una caffetteria dove servono dolci fatti direttamente da loro. L'odore che c'è in questo posto è delizioso. La vaniglia fa da padrona seguita dal profumo di cioccolata come un fedele cagnolino.

Papà parte subito con le domande tra me e Ade. Vuole sapere e vuole suggerirmi il comportamento che dovrei avere con lui. Non capisco questo suo interessamento. Dovrebbe voler sapere più sul mio ragazzo, sulla mia vita lontana da qui, invece sembra che voglia convincermi a restare qui a New York.

La mia conferma arriva mentre addento il mio dolce ripieno di crema e granella di pistacchio. Una goduria per il mio palato.

<Perché non ti trasferisci qui da me?> e per poco quel dolce che stava allietando il mio mattino non mi va di traverso. Poso con lentezza il mio dolce nel piattino, perché voglio trovare le parole giuste per non ferirlo. Se sapesse che mi trasferirei ugualmente qui con lui senza neanche farmelo chiedere... Ma non posso! Ti perderei!

<Papà, sai benissimo che non posso. La mamma è stata chiara. "Vai e torni"!> però posso cercare di scoprire cosa lei ha in mano per ricattarlo. Quella donna vive di ricatti.

Lui non ha ancora mangiato il suo dolce, che ancora si trova nel piatto. È davvero strano. È una fetta di torta con crema di mirtillo, il suo preferito.

<Questo lo so. Ma posso provare a corromperla con una grossa somma. Insomma sappiamo entrambi che è l'unica cosa che le interessa!> il mio sguardo non può essere né ferito né arrabbiato. Ha solo detto la verità. Per lei gira tutto intorno ai soldi!

<Perché hai deciso di donarmi metà della tua azienda, quando diventerò maggiorenne? Hai solo acceso la sua rabbia così! Verso di te e verso di me!>

È la rabbia che mi fa parlare come se fossi arrabbiata con lui, ma non potrei mai esserlo e né tantomeno voglio che di senta in colpa a causa della mia infelicità e farlo sentire in colpa.

Con una mano si gratta dietro al collo come preso da un'attacco di orticaria. Ci stiamo addentrando in un discorso davvero troppo serio.

<Non voglio incolparti, ma sai che con quella decisione lei ora mi odia di più? Le hai dato un grosso motivo per odiarci entrambi!> sicuramente adesso si sentirà ferito dalle mie parole ma io ho bisogno di essere sincera con lui.

<Non ci ho pensato in quel momento. Volevo ferirla, non considerando che avrei colpito anche te. Perdonami.>

Il dispiacere che leggo nei suoi occhi, è sincero. Non farebbe mai nulla per ferirmi. Perciò lancio la bomba

<Papà, (Ingoio la saliva, o almeno credo di averne ancora un po') posso rinunciare al tuo regalo senza che tu ci rimanga male?> la mia è più una supplica. Forse ho trovato il modo di essere libera.

Il suo sguardo è indagatore. In fondo chi sarebbe così stupida da rinunciare ad una somma di denaro così alta? Ad un futuro nel lusso ed un lavoro subito pronto a portata di mano? Mi prende la mano intrecciando le nostre dita.

<Tesoro, puoi fare ciò che vuoi, a me interessa solo che tu sia felice e serena. Qui vicino a me oppure lontano. Ho a cuore solo la tua felicità!>

Ogni tanto sento il mio cellulare vibrare, ma non posso di certo interrompere il mio discorso con papà. Farei fatica a riprenderlo da capo.

<Facciamo così, adesso che sono qui, organizziamo la mia rinuncia, con una motivazione valida da dare alla mamma. Prima del mio compleanno!>

Lui addenta la sua torta. Sembra gli sia tornato l'appetito. Improvvisamente mi spiazza con una semplice domanda

<Perché vuoi rinunciare al tuo futuro?> non credo di reggere il suo sguardo colmo d'amore nei miei confronti, perché adesso dovrò mentirgli. Non posso espormi troppo, almeno fino a quando il mio piano non sia completo.

Sei Lacrime E Passione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora