(84) La Diagnosi

95 10 178
                                    

Scendiamo dalle scale correndo.
Incontriamo John che subito si affretta a chiederci tutto sorridente <Dovete andare ad infornare lo sfilatino anche voi? >, naturalmente non sa cosa stia succedendo perché non lo farebbe mai , ridere in un momento così delicato...

<No...Adam. La madre non sappiamo cosa sia successo solo che lui è disperato... >mi fermo ad informare mio fratello, quando sento Ade richiamarmi<Sum muoviti...>così corro da lui che sembra essere rincorso dalla morte in persona.

<Stai calmo Ade...>non serve a nessuno essere così nervosi. Dobbiamo restare lucidi in questo momento.

<Lui ha bisogno di me, e devo arrivare il prima possibile... >, parte facendo stridere le ruote sulla brecciolina, facendomi appiccicare al sedile a causa della forza dell'accelerazione a cui ha sottoposto la sua auto.

<Ade dobbiamo arrivare vivi, per piacere... >lascio in sospeso il discorso perché è chiaro il concetto che voglio esprimere...

<Ecco Sum, per piacere stai zitta e stai tranquilla. So quel che faccio... >

Ingoio la saliva ma ancora di più la risposta che vorrei dargli, ma capisco che, in momenti come questi, è meglio tacere. Potrei innervosirlo ancora di più, ed è l'ultima cosa che voglio... Ma ormai come succede sempre lui è troppo attento nei mie confronti, si volta a darmi una rapida occhiata per poi ritornare a guardare la strada, mi posa una mano sulla coscia ricoperta dal jeans, ma nonostante tutto riesco a sentire il suo calore. Io invece sono totalmente ghiacciata e indolenzita ovunque.

<Scusami Sum. Ma lui è lì da solo... Cazzo! Ripeto, lui ha bisogno di me... Non resterà lucido per molto, se è successo ciò che temiamo... >

Gli afferro la mano infilando le mie dita da sotto, è un modo per riscaldarmi, ma ancora di più per sentirlo vicino. <Lo so tranquillo. Non so cos'altro dire in questo momento... >

<Stai bene? >mi chiede Ade senza distrarsi dalla guida attenta e veloce che sta tenendo.

< Perché... >
<Sei congelata Sum! Stai bene? Stai respirando in modo regolare? > ed è come sempre, ti sei accorto di tutto. E in me questa strana percezione non mi abbandona. Più ti guardo e più provo angoscia... Forse se tu che inizi a farmi realmente paura, la dipendenza alla quale mi hai portato io inizio a temerla...

<Sì, sto bene per quel che posso... Mi sento solo agitata... >raccolgo una lacrima voltandomi verso il finestrino. Perché... perché continui e non mi abbandoni brutta preoccupazione che assilli i miei pensieri?

<È normale...Siamo quasi arrivati. Mi raccomando Sum, dobbiamo badare ad Adam, tu sii forte per lui... Da solo non riuscirei ad occuparmi di entrambi... >

E anche questo è vero. Adam adesso ha bisogno di noi tutti, qualunque cosa sia successo, perciò tutte le nostre preoccupazioni passano in secondo piano.
Afferro il cellulare e invio un messaggio a mio padre. Deve informarlo, ma non so neanche io il perché...

<A chi scrivi? >, Mi chiede svoltando a destra per entrare nell'enorme cancello della clinica privata.

<A mio padre. Ma come fai a tenere tutto sott'occhio? Cioè stai guidando, sei preoccupato, ti curi di me? >lui sorride. E questa volta è un sorriso sincero, rassicurante. <Siete importanti, ecco perché ci riesco... Ci riusciresti anche tu se liberassi la tua mente da quello stupido presentimento che hai.>,spegne il motore, ci stacchiamo le cinture e usciamo.

L'enorme portone marrone fatto in legno pregiato è chiuso. L' orario di visite è terminato, così suoniamo. Ci viene ad aprire una signora con il camice bianco, i capelli neri raccolti dietro la testa e gli occhiali appoggiati sulla punta del naso.

Sei Lacrime E Passione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora