(72)Litigi E Risate

109 9 126
                                    

Una volta arrivati su in camera la tensione tra di noi è sotto gli occhi di tutti, ma per fortuna nessuno fa domande. Sarebbe strano dover rispondere senza che lui abbia fatto nessuna allusione. Siamo carichi entrambi e basterebbe una piccolissima parola e la molla scatterebbe colpendo chiunque qui ferendo tutti o solo me.

Adam continua a mandarmi segnali con gli occhi e io continuo a fare segni con la testa di lasciar perdere. Davvero non vorrei fare arrabbiare ancora di più Ade che se ne sta seduto su questo divano, con le gambe divaricate, lo sguardo imbronciato, la bocca sigillata come a resistere a un qualcosa che sta facendo fatica a trattenere.

I nostri occhi ogni tanto si scontrano creando scintille che sinceramente non riesco a capire se sono di fuoco o di rabbia da parte sua. Quello che provo io lo so benissimo, perché anche se lui mi sta guardando in questo modo minaccioso, io sento le palpitazioni al centro della mia intimità. Vorrei davvero che in questo momento lui non avesse tutto questo potere su di me. Vorrei essere immune al suo sguardo con quegli occhi grigi che brillano per colpa del riflesso del sole che sembra volergli baciare direttamente le pupille.

<Quando torni a New York? >, mi chiede Sally. E io così vengo distratta da lui che adesso mi osserva come se stesse aspettando una notizia bomba.

<Devo incontrare mio padre in carcere, sistemare la scuola e preparare il trasloco. Credo che se riesco a fare tutto in questa settimana potrò raggiungervi... >, lui se ne sta ancora zitto.

<Voi quando ripartite?>,un po' ho l'ansia di sapere che ci dovremmo dividere anche se per poco. Non sarà più come prima, il nasconderci per sentirci, il vuoto incolmabile nel petto..., per fortuna saranno emozioni che non dovrò rivivere. Ma non ricevo risposta, anzi mi arriva un'altra domanda.

<E lui quando parità per l'Italia? >, ed eccolo che finalmente si è deciso a parlare ma solo per affondare il coltello nella spaccatura che si è creata tra di noi. Tutti lo osservano perché non sanno a chi si riferisca. Effettivamente nessuno sa di Ethan, anzi sembra come se l'avessero dimenticato.

<Chi parte? >, chiede John...
Ma io mi soffermo a sfidare Ade. Ormai la battaglia tra di noi è iniziata e chissà quando finirà, perché credo che questa volta l'abbia presa davvero male.

<Non lo so! Non glielo ho chiesto... >, ignoriamo gli altri ragazzi che hanno capito che tra un po' qui dentro succederà qualcosa.

Lui sorride sarcasticamente, incurvando la bocca ma senza scomporsi dalla sua posizione <Due ore a parlare e non sai quando andrà via dai coglioni. Esattamente di che cazzo avete parlato allora!> esclama come se stessimo da soli.

<Chi? Con chi! >, continua John..., ma ancora una volta lo ignoriamo...

Ma ho capito cosa vuoi fare..., vuoi sapere quello che non ti ho raccontato giù, quello che ho deciso di tenere per me e non condividere con te solo per farti capire di lasciarmi i giusti spazi... Ma hai sbagliato metodo, non cederò. Anzi farò di più così capirai che quando ti chiedo qualcosa mi devi ascoltare, brutto cavernicolo che non sei altro.

Così decido di ignorarlo e rispondo a mio fratello <Ethan, parte, si trasferisce in Italia... >, mi torna in mente il suo pianto disperato e quasi mi perdo in questo ricordo. Riesco a sentirlo ancora nelle mie orecchie, le sue lacrime che mi bagnano, le mie mani che lo accarezzano...

<E quando l'hai saputo? >, continua John..., ma non ho il tempo di rispondere che ci pensa lui...

<Prima, mentre il padre la cercava lei se ne stava in tranquillità con lui a parlare..., non si sa di cosa però... Sembra un segreto di stato... >, così gli punto gli occhi addosso stringendoli in due fessure. Vuoi farmi arrabbiare davvero?

Sei Lacrime E Passione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora