È passato un mese da quando sono ritornata a New York,siamo arrivati alla fine di ottobre e tutto procede benissimo. Evelyn si è ambientata nella sua nuova casa trovando in Amy una nuova amica. La sera alcune volte escono insieme oppure alcune volte la invita a casa sua per cena. Sono due donne sole entrambe vedove e questo ha rafforzato la loro empatia.
Come se non bastasse Evelyn ha un appuntamento fisso durante la settimana :la cena a casa di suo figlio. Naturalmente l'idea è stata mia. Mi sono fatta un po' da parte per lasciarle il giusto spazio che merita. Devono recuperare il tempo perso e sfruttare il più possibile quello che hanno a disposizione.
Potete immaginare la reazione di quel demone di Ade. Non né è stato contento, ma non perché non voglia passare del tempo con lei, anzi..., vuole solo farmi partecipare a questa riunione che io ho architettato per lui.
A causa del suo carattere chiuso, scontroso se si tratta di rapporti interpersonali, ho dovuto agire per lui. Adesso vi racconto...
Così mentre sono seduta sulle sue gambe nella sua cucina, gli rivolgo i miei pensieri <Ade, ho pensato una cosa... >, me ne esco così dal nulla.
<Sentiamo cosa ha ideato la tua testa malvagia... >mi deride come al suo solito.
<Non sono io quella malvagia in questa storia. Ricordatelo sempre demone... > gli faccio presente il suo nomignolo.
<Beh detta così hai ragione, piccoletta. Tu sei quella che riesce a malapena a vedersi... >, lo guardo sbalordita.
<Ah, sì. Però quando c'è da toccare sono anche fin troppo visibile, vero? >, gli sorrido
<Ti vedrei anche nel buio più profondo. Anche circondata dai giganti... Io sento il tuo odore, stronzetta>mi bacia prepotentemente.
Riesce sempre a farmi perdere la ragione con i suoi modi da ammaliatore professionista.
<Ok. Non divaghiamo altrimenti sappiamo già come finirà.. <Ma io preferisco divagare che parlare. Lo sai la pratica è la mia materia preferita... <Stai buono, non mi distrarre... E tieni fermo le tue mani... >che mi stanno accarezzando il culo per poi prendere la via del mio interno coscia...
<Come siamo cattive stasera... Non mi vuoi... deliziare con un po' di zucchero... Sto avendo un mancamento... >si lascia andare sullo schienale della sedia facendo cadere le braccia a penzoloni di lato a lui... Ma mi spia con un occhio, mentre io lo osservo con le braccia conserte; riesce a trattenere a stento una risata che lo tradisce perché i suoi denti bianchi spiccano tra quel groviglio di filo spinato che circonda la sua bocca.
Sì, ha deciso di farsi crescere un po' di barba, così giusto per sembrare più accattivante, parole sue eh, come se non lo fosse già abbastanza.
<Dovrai passare un giorno a settimana con Evelyn..., da solo. > scatta diritto sulla sedia guardandomi con gli occhi sbarrati... <Vedi ti sei ripreso lo stesso. Questo vuol dire che non sei in crisi ipoglicemica.. >, me la sto ridendo da pazzi.
<Sum sei seria? >
<Serissima. Sarete da soli. Io me ne starò a casa a studiare. >
<Che significa? Di che cosa dovrei parlare per una serata intera con lei... Ecco forse dovresti studiare di più e pensare di meno...>Si solleva dalla sedia portandomi a circondare il suo bacino con le mie gambe, mentre inizia a passeggiare il perimetro di questa camera...
Forse non si sta rendendo conto di cosa stia facendo, ma io sono più che vigile e sento le sue mani posate sui miei glutei che stringono come a volerli strappare...
Non mi crea dolore, è solo fatale per il mio autocontrollo precario che ho nei suoi confronti...è una tentazione averlo qui a due passi da me, le sue mani addosso e con la mente confusa...
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Sei Lacrime E Passione
RomanceSummer ha diciassette anni e decide di passare l'estate da suo padre a New York. Ma il suo non è realmente un viaggio di piacere, è un modo per scappare da una madre fredda e calcolatrice, e da un destino già deciso. Proprio lì incontrerà Ade, un s...