(98) Sistemato

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Non vedo l'ora di tornare a lavorare. Stare a casa senza far niente non è nel mio stile! Mi annoio... , però se esco mi innervosisco perché vorrei la mia piccoletta con me e non posso, lei è chiusa in quella scuola con quel coso del suo insegnante tra l'altro.

Se la divora con lo sguardo e in più si è preso libertà che non gli appartengono. Sum non gli ha mai dato il permesso di toccarla ci metterei la mano nel fuoco su questo.

Passo le giornate a pensarla, cercando di far ritornare i ricordi perché ne ho pieni i coglioni di questa storia, ma alcune volte succede che arrivino, altre un po' meno e così, mi ritrovo indebolito, spaesato e con le vertigini che mi scombussolano.

Ho minimizzato i miei effetti raccontandogli a Sum quando mi ha chiesto cosa provassi,non voglio farla preoccupare. Ha tanto a cui pensare, il diploma, il padre in carcere e me. Tutti fardelli pesanti da gestire, forse quello che richiede più forze sono proprio io.

Ho deciso di andare a vedere come stava perché non è da lei non rispondermi, oppure non farlo in seguito, perciò ho pensato che ci fosse qualche problema, ma mai mi sarei aspettato di trovarla in bikini. Mi ha fatto perdere la ragione e l'autocontrollo che sto cercando di tenere per non saltarle addosso. La desidero troppo.

Trovarla così provocatoria e pronta, mi ha facilitato solo le cose. È stata una visione, così eccitata, ansimante, esposta, e farla venire sulle mie dita mi ha fatto ricordare del suo gusto.

Adesso capisco perché io ne sono dipendente e lo cercavo come un segugio cerca un tartufo...

Non ho pensato a me. Non mi interessa che io sia rimasto con un palo tra le gambe che non vuole abbattersi, anche se cercava di essere abbattuto, sbattuto per terra. Il mio pensiero è stata farla stare bene, tra le mie mani,perché lo so quanto le manca essere amata da me, ormai tutti non fanno che ricordarmelo. Che poi, si vede da come mi guarda che mi desidera, che freme ogni volta che io sono nel suo raggio visivo, per non parlare delle scosse che sento io quando la tocco,potrei paragonarle a pure scariche elettriche.

Dopo che l'ho distratta dal suo studio mi sono ritrovato a darle una mano a fare ricerche, appunti su quello che sta preparando per il diploma. Non sono mai stato un'eccellenza a scuola, diciamo che me la cavavo, non tanto nell'orale perché odiavo parlare con loro, ma nello scritto davo il meglio di me e ci riuscivo egregiamente. Ho mandato al manicomio anche i miei insegnanti. Continuavo a dirmi che non trovavano logica nel mio rendimento e io, godevo prendendomi gioco di loro.

Quando poi ho chiesto a Sum com'è andata con il coglione, il suo sguardo l'ha tradita. Lei mi ha risposto< Tutto bene!>,ma il tremare delle sue mani, l'affanno nel rispondermi mi hanno confermato il contrario.

Adesso sono in attesa di essere visitato dal neurologo che mi ha detto di passare a causa delle mie vertigini a causa dei miei ricordi che si abbattono contro la mia corteccia celebrale manco fossero onde che si infrangono su di una scogliera frastagliata tutta da smussare.

<Allora Ade, come procede? > lo informo di tutti i progressi che sto facendo, ma anche di alcuni effetti che stanno avvenendo in me. Lui mi fissa, mi chiede minuziosamente come si svolge la mia giornata, il cibo, se bevo..., ci manca solo che mi chieda quante volte vado in bagno e la mia privacy sarà inesistente. Odio dare tutte queste informazioni sulla mia vita, ma so anche che devo...

<Allora, Ade. Diciamo che progressi avvenuti sono notevoli e anche troppo veloci. La tua mente è affaticata, non ha il tempo di metabolizzare un ricordo che subito un altro scalpita per mostrarsi. Questo dipende dalla tua persona. Sei iperattivo sia fisicamente che mentalmente. Ho parlato anche con Annette e mi ha riferito che hai ripreso il comando del tuo corpo bruciando i tempi di ripresa. >

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