UNA GIORNATA DECISIVA

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Mi sveglio tutta riposata, rilassata, rendendomi conto subito di dove mi trovi e soprattutto con chi mi trovi. Passo la mano sul suo lato essendo di spalle a lui, ma non c'è. Non sono stupita dalla sua assenza, me lo aspettavo. In fondo perché svegliarci insieme, se non siamo niente? Perché aspettarci e iniziare la giornata come due fidanzatini? Ognuno fa e dice cosa vuole.

Mi alzo da questo comodissimo letto. La stanza è avvolta nel buio totale. Do un'occhiata all'orologio e, caspita quanto ho dormito, sono le 10.30. Continuo a fissarlo... lo fisso ancora e...mi do uno schiaffo sulla fronte

<Dove ho lasciato il mio cellulare?!> poi ricordo che sta nella borsa lasciata nella sala. Controvoglia, scendo giù dal suo letto, che ancora emana il suo profumo, apro la porta e la luce del sole che bacia e riscalda la casa, mi abbaglia come fosse un faro in piena notte.

Arrivata in cucina, lo vedo. Seduto sulla sedia, a petto nudo. Ha ancora i capelli scompigliati, gli occhi ancora assonnati. Allora non è in piedi da molto. Sta sorseggiando il suo caffè, immerso in chissà quali pensieri. Sono ancora ferma sulla soglia che lo guardo. Anzi, sto cercando di registrare questa sua immagine nel mio album mentale, dove ho deciso di ricordare ogni sua posizione, sguardo e momento particolare.

<Hai finito di ammirarmi?> si volta verso di me. Il suo sguardo è duro. Quel grigio sembra nero, ma un piccolissimo sorrisetto appare su quel viso imbronciato ed è ancora piu sexy. È una lieve smorfia, sta cercando di smorzare la tensione che c'è tra di noi stamattina. Mi chiedo perché è così di cattivo umore in fondo la giornata deve ancora iniziare realmente.

<Di solito si ammira ciò che è bello, interessante... e a dire la verità stavo osservando la tua tazza del caffè!> bugia... Mi rimprovera la mia coscienza. Stai zitta non dire mai che mi ero incantato ad osservare la sua figura, così sexy anche da scombinato.

<Che ha la mia tazza di più interessante di me?> effettivamente è una tazza molto comune a tante altre, ma devo trovare un particolare e subito!

<Il... il disegno... sì, è molto bello... io adoro i girasoli!> non me ne può fregar di meno dei girasoli. Sono dei fiori come altri, dal colore del sole, che danno sì luce e che vivono grazie ad essa, ma sono comuni.

Lo vedo osservare la tazza e non posso fare a meno di notare il suo viso assente, come se qualcosa lo portasse da tutt'altra parte.

<Uhm... interessante! Vuoi del caffè? L'ho appena fatto. Ho anche biscotti e latte. Serviti pure Sum.> Mi risponde lui continuando a girarla e rigirarla per chissà quale motivo.

Ma mentre sto per servirmi con quella voce roca che si ritrova mi informa di una cosa che io temevo accadesse

<Ho spento il tuo cellulare, non smetteva di suonare!> mi blocco sul posto. Alzo lo sguardo incontrando il suo. Sono pronta alla presa per il culo che mi farà, so che si riferisce all'allarme che ho per Ethan.

Lo invito a parlare

<E...? Continua sto aspettando!> ci guardiamo. Lui appoggia la tazzina sul tavolo

<E niente spero che non ti abbia dato fastidio che ho infilato le mani nella tua borsa, ma non la sopportavo più!> seriamente? Non mi prenderà in giro? Adesso arriva ne sono sicura.

Niente!

<Scusami, non volevo disturbarti. Ho dimenticato di disattivare l'allarme> avrei voluto che infilassi quelle mani così grandi che ti ritrovi, da un'altra parte. Solleva un sopracciglio. Si strofina il dito sotto al naso

<Tranquilla, i promemoria ce li abbiamo tutti!> ecco, è arrivata! In modo gentile, ma è arrivata. Non accetto la provocazione, ma mi metto a sedere gustandomi il caffè con i biscotti, mandando via quei pensieri strani che ogni volta faccio. Questa colazione è diversa rispetto a quella che faccio a casa, ma questa mi piace di più perché sono con lui.

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