(47) Complotti Su Complotti 2

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Sono scappata da casa ancor prima che Mark mi mandasse la posizione, dovevo allontanarmi da colei che mi opprimeva, dovevo fuggire da quell'ambiente così malsano per i miei polmoni. L'aria che si respirava era inquinata. Faceva male il solo inalarla, mi stavo intossicando,cosi ho deciso di andare a fare un giro, ho spento il cellulare evitando di rispondere a quello stupido di Ethan, perché sicuramente avrebbe avuto l'idea di cercarmi.

Sto girovagando per le vie di Boston che ormai conosco a memoria. Non mi interessa realmente guardare le vetrine, osservare la gente, sto solo cercando di svuotare la mia mente e ripulire i miei pensieri mettendoli in ordine.

Così mi ritrovo seduta in una caffetteria, che forse non avrei mai considerato per quanto è lontana dalla zona che di solito frequento. Ma a mente lucida, capisco che è la cosa migliore da fare. Allontanarmi, stravolgere le mie abitudine in modo che nessuno mi disturbi, nessuno mi avrebbe dato più per scontata... Avrei messo a dura prova loro e me con il cambiamento che stavo subendo. Ho come l'impressione che tutta questa storia assurda tra l'altro, avrebbe sfasciato tutto, nessuno né sarebbe uscito illeso. Questo pensiero, forse, è dovuto all'umore che ho. Continuo a pensare che sarebbe finita male per tutti, che i miei sacrifici per affondare lei, mi si sarebbero ritorti contro,ho la testa affollata di idee, e nessuna soluzione a portata di mano.

Ordino un gelato, magari mi avrebbe aiutato a rilassarmi e pensare meglio. Avrei voluto strapparmi le orecchie nell' esatto momento in cui lei mi ha detto ciò che il mio vero padre ha commesso. Ho un papà assassino. Poteva andare peggio di così? Ho bisogno di sfogarmi, devo raccontare a qualcuno cosa ho scoperto, sento il bisogno di un abbraccio, magari il suo... Solo lui avrebbe potuto aiutarmi, ma è lontano e forse ancora instabile dopo ieri.

Un sorriso mi si forma sulle labbra se penso alla sua espressione che ha potuto assumere subito dopo avermi detto quelle parole. Il mio cuore al solo ricordo mi da un colpo, come a rammentarmi , me lo ricordo anch'io. Per la prima volta il mio cervello e il mio cuore stanno ragionando insieme.

Sinceramente non sono andata via da questa caffetteria, qui, è come se mi stessi nascondendo per non affrontare la realtà. Picchietto le unghie sul tavolo mentre continuo ad osservare l'ora sul cellulare. Scocca ogni minuto così lentamente che ho quasi il dubbio che sia il mio cuore a battere più veloce del secondo che passa.

Ho dovuto riaccenderlo a causa di Mark e, come temevo ho trovato messaggi e chiamate perse di Ethan. Ho ignorato ogni singola presenza di lui. Ho capito quanto realmente sia egoista e cattivo,non potrò mai più sperare di avere un minimo aiuto da parte sua, lui mi vuole ad ogni costo fregandosene di quello che provo io per lui. Odio.

Mi arriva un messaggio, finalmente, penso. Così decisa come forse non lo sono stata mai, pago e mi avvio verso la destinazione inviatami da Mark. Dista forse un'ora da dove mi trovo, ad esser sincera non mi ero mai allontanata così tanto da sola da casa, ma ho deciso di stravolgere la mia vita e se questo mi porta a fare qualche pazzia allora che ben venga.

La radio mi tiene compagnia, mi sento un guscio vuoto dalla quale hanno strappato via il corpo, gettandolo come se fosse un rifiuto radioattivo. Se solo avessi il coraggio sterminerei tutti, lasciandoli al destino che si meritano , ma io non sono così, io sono diversa da tutti loro.

Sono arrivata. Mi ritrovo in una sosta di camion. Resto in auto perché mi sento più sicura. Mando un messaggio a Mark <Sono arrivata >. Adesso aspetto lui e poi svuoteró il sacco. Chissà che penserà della famiglia nella quale si è ritrovato.

Sento bussare al mio finestrino, mi volto ed è lui, il mio complice. Mai avrei pensato che lo sarebbe diventato. Gli sorrido e scendo dall'auto. Subito l'aria calda di questa giornata afosa mi investe. Esattamente come mi investono le sue braccia <Vieni qui figliola >. Gesù! Penso un'estraneo mi chiama figlia, mentre mia madre mi chiama mocciosa.

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