"Signorina Reed"
Sussurra qualcuno. Apro gli occhi sbattendo le palpebre qualche volta per mettere a fuoco. La stanza è avvolta nel buio, dalla finestra vedo che il sole è calato.
Mi volto verso l'infermiera e vedo che ha in mano un ago. Ennesimo prelievo della giornata.Allargo il braccio destro fuori dal letto e mi volto dalla parte opposta per non guardare. Sussulto quando vedo Andrew che stringe la mia mano sinistra. Ha la testa china verso il letto, la guancia schiacciata sul mio braccio. Mi stringe forte. Dorme. I suoi capelli mi pizzicano la pelle. Senza volerlo una lacrima mi bagna la guancia. Mi volto di nuovo verso l'infermiera, che ridacchia.
"Credevo avesse superato la sua fobia per gli aghi"
In un primo momento non capisco. Poi accenno un sorriso. Non è per l'ago vorrei dirle, ma sto zitta.Toglie l'ago e mette un cerotto, poi mi sorride ed esce dalla stanza, socchiudendo la porta.
"Torno subito"Nel mentre mi volto verso Andrew che ancora dorme. Solitamente non ha il sonno molto pesante quindi non oso immaginare quanto sia stanco.
Vederlo così mi fa male, mi fa soffrire; se la situazione fosse stata ben diversa ora lo starei consolando perchè non oso immaginare quanto possa essere difficile per lui pensare che effettivamente sarebbe potuto diventare un padre, soprattutto perchè lui il figlio lo voleva.
Ma dopo tutto ciò che ha fatto non posso concedergli nulla, neanche una carezza di conforto.Guardo le sue mani che stringono la mia; mi mancheranno questi piccoli gesti, non credo li riavrò mai più. Ancora non riesco a crederci che una settimana fa a quest'ora andava tutto bene e probabilmente stavamo facendo l'amore. Ora io sono un letto d'ospedale e lui è lontano anni luce dal mio cuore.
La porta si apre nuovamente e vi entra l'infermiera, che stringe tra le mani un succo di frutta. Mi sorride felice.
"Prima mentre dormivi il dottor Jackson Baker ha portato questo succo di frutta, a quanto ho capito i tuoi amici gli hanno dato una cesta piena del tuo cibo preferito per farti rimettere prima. Non puoi mangiare quello che hanno portato, ma Jackson ha convinto il tuo dottore a fare uno strappo alla regola; anche il dottor Riggs ha tenuto manforte a Jackson. Cavolo, qui in ospedale sei più famosa del primario di chirurgia!"
Ride mentre scarta la cannuccia e la spinge nella scatolina colorata."Posso mettermi seduta?"
Chiedo cercando di alzarmi. Quando vedo il suo sguardo titubante mi correggo
"Un paio di minuti, giusto il tempo di bere il succo""D'accordo"
Sospira. Va a chiudere la porta della stanza e a sentire il rumore Andrew si alza di scatto, voltandosi confuso. Quando mi vede sveglia il suo respiro si blocca. Si spinge un po' indietro con la sedia."Devo essermi addormentato, scusami"
Non gli rispondo perchè non so davvero cosa dire. Continuo a guardare i suoi occhi tristi.
"Ben sveglio"
Gli sorride l'infermiera. Lui sembra accorgersi della sua presenza solo in quel momento. Accenna un sorriso tirato e si porta indietro il ciuffo di capelli estremamente disordinato.
"La sua ragazza vorrebbe sedersi"
Vedo gli occhi diventare lucidi a queste parole. Non sono la sua ragazza, vorrei urlare, e se ne avessi le forze probabilmente lo farei davvero.
"Potrebbe aiutarla?"
A sentire queste parole quasi mi pento della mia decisione. Ma il mio fondoschiena chiede pietà.
Non guardarlo e andrà tutto bene.
Sai anche tu che non è così.Lui mi guarda in cerca di una risposta, un consenso nell'avvicinarsi. Abbasso lo sguardo e sospiro. Tolgo le coperta dal corpo e sposto le gambe fuori dal letto, ma quando provo a sedermi una fitta dolorosissima nella pancia e nel basso ventre mi blocca il respiro; stringo gli occhi e non riesco a trattenere le lacrime dal dolore.
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Il Rumore Del Silenzio
RomanceFino a quel momento la mia vita era sempre stata una partita a scacchi, tutte le mosse compiute erano dettate da volontà altrui. E non ero una regina, né una torre. No, ero un semplice pedone, la prima che sarebbe stata sacrificata. Eppure la mia...