"Perché sei venuto qui in Italia, così, senza neanche avvisarmi?"
Chiedo sussurrando ad Andrew, per non disturbare la quiete che circonda la mia stanza.
Sembra tutto così calmo qui, senza nessuno che urla o sbatte porte. Si sente solo il vento che scuote gli alberi.
Non so se questa calma interiore è provocata dal fatto che siamo soli in casa, o proprio da Andrew."Ieri pomeriggio ti sei addormentata in videochiamata"
Ridacchia, accarezzandomi i capelli. Siamo ancora stesi nel letto, con le coperte che ci coprono dal freddo e dal mondo esterno. Ho la testa poggiata sul suo petto, mentre lui con il braccio destro mi sfiora il volto e i capelli.
"Quindi?"
"Sono rimasto in chiamata a guardarti dormire per quasi un'ora, e allora ho capito. Ho capito che mi ero stancato di guardarti dormire attraverso uno schermo, e volevo toccare e sfiorare la tua pelle morbida, così ho infilato nella valigia i primi indumenti e ho prenotato un biglietto aereo"
"E hai fatto tutto questo solo per avermi vista dormire?"
Alzo il viso verso il suo, che sembra quasi non capire la mia domanda.
"Tu non hai neanche la minima idea di quanto tu sia bella mentre dormi"
Alza il volto per lasciarmi un bacio sulla fronte.Mi volto a pancia in giù nel letto e appoggio le braccia sul suo petto, iniziando a sfiorargli gli addominali rigidi. Lui mi stringe di più a sé, alzandomi dai fianchi e facendomi stendere completamente sopra di lui.
Ogni mia piccola curva coincide con la sua. Mi accarezza dolcemente io corpo, partendo dal collo fino al sedere, arrivando ad accarezzarmi l'anima.
"Mi racconti la vera storia dietro quel corso di fotografia che hai regalato a tua sorella?"
Continuo a seguire con lo sguardo i movimenti rotatori della mia mano sul suo petto, per non incontrare i suoi occhi."Non ora, magari più tardi"
Gli do una risposta evasiva, in modo tale che capisca che per ora quel discorso è chiuso.Lui annuisce e non dice nulla. Seguono attimi di silenzio, in cui la sola idea di aver infranto la quiete che ci circondava fino a pochi minuti fa mi fa pentire di aver aperto bocca.
Sono una stupida, e il mio passato del cavolo trova sempre un modo per tornare a galla e rovinarmi il presente.
Forse un fin dei conti non è poi così corretto chiamarlo passato."Lo vuoi il tuo regalo ragazzina?"
Sussurra piano, con le labbra che nel dire la frase sfiorano la mia fronte."Dipende, devi alzarti?"
Lui ridacchia, provando ad alzarsi, ma grugnisco e mi ancoro meglio con braccia e gambe a lui.Scosta le coperte, facendomi prendere freddo. Si alza tenendomi ancora in braccio e si avvicina alla sua valigia. A quel punto provo a scendere, ma lui mi tiene stretta facendo leva sul sedere, per non lasciarmi andare.
Anche se credo che le sue mani siano sul mio sedere non solo per reggermi meglio.Prende un pacchetto rigido dalla sua valigia e ritorna a letto, sedendosi e posizionandomi meglio tra le sue gambe.
"Buon Natale Isabella"
Ride lui, facendosi beffe del mio secondo nome che odio.
"È bello ritornare ad importunarti ragazzina"
Mi ruba un bacio mentre io sono concentrata nell'aprire la scatola. Prendo il pacchetto in cotone bianco e allento l'elastico.Ne tiro fuori il filo di luci a led a cui sono già appese delle foto.
Stendo il lungo filo sul letto, e osservo le sette foto: una rappresenta me e Jennifer che mangiamo di fronte ai distributori, un'altra rappresenta me, Lynette ed Emma che dormiamo insieme nel mio letto insieme.La terza foto sono io che studio, sdraiata nel mio letto con la coperta di Draco Malfoy che mi copre le gambe. Indosso persino gli occhiali.
La quarta foto invece è uno scatto che raffigura il foglio di preghiere che avevo fatto trovare ad Andrew sul suo cuscino per cercare di convincerlo ad adottare una capretta.
Mezz'ora della mia vita sprecata a fare un inutile foglio che credevo avesse buttato. Evidentemente mi sbagliavo.
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Il Rumore Del Silenzio
RomanceFino a quel momento la mia vita era sempre stata una partita a scacchi, tutte le mosse compiute erano dettate da volontà altrui. E non ero una regina, né una torre. No, ero un semplice pedone, la prima che sarebbe stata sacrificata. Eppure la mia...