Capitolo 75

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Usciamo dalla macchina e corriamo verso l'ingresso del pronto soccorso. Andrew ha guidato come un pazzo, così velocemente che pensavo che le ruote non toccassero terra.

L'ambulanza camminava a pochi metri da noi quindi dovrebbe arrivare a momenti.

"Dottor Riggs"
Esclama Andrew avvicinandosi ad un signore di mezz'età già vestito con camice monouso e guanti. L'uomo lo guarda, poi sposta lo sguardo su di me.

"Ci conosciamo?"

"Dottore, scusi se glielo chiedo ma vorrei entrare in sala operatoria insieme a lei"
Parla in maniera frenetica togliendosi già il giubbotto, ma i suoi movimenti sono rigidi e intrisi di rabbia.

"Lei chi è?"

"Sono Andrew Clark, dovrei iniziare la specializzazione tra meno di un mese, non so se si ricorda ma sono venuto a parlarle circa tre settimane fa"

L'uomo sembra illuminarsi
"Certo come no, tu sei il ragazzo che si è classificato primo per entrare nel mio corso. Cosa posso fare per te?"

"La prego dottore mi faccia partecipare, la paziente è una mia amica"

Il dottore lo guarda scettico.
Lo avrà preso per pazzo. Si starà sicuramente domandando come ha fatto ad arrivare primo a quel concorso.
Non mi sembra il momento di scherzare.

"So che è chiederle molto perchè non mi conosce e non mi sono ancora laureato ma le prometto che mi limiterò ad osservare, per favore"
Quasi si inginocchia. Quasi mi commuovo a vedere quanta sia la paura che possa succedere qualcosa alla cugina o al figlio.
"E ho già assistito altri dottori in ospedale, quindi so come comportarmi"

"D'accordo, ma non toccherai nulla"
Gli punta il dito contro avvertendolo.
"E anche perchè c'è stato un grave incidente e gli specializzandi sono impegnati"

"D'accordo dottore, grazie mille"

Si volta verso di me e si blocca per un istante. Gli passo una mano sulla guancia quando vedo i suoi occhi un po' lucidi.
"Non agitarti, d'accordo? Pensa che quella non è Lynette, ma solo una delle tante pazienti che ti capiteranno"
Ma dove diavolo è quell'ambulanza?

"Anche lei medicina signorina?"
Mi chiede il dottore. Sporgo il viso oltre la figura del mio coinquilino per annuire.
"Psichiatria"

"Ci sono state diverse morti qui oggi; dentro ci sono due psicologi e uno psichiatra, se fosse interessata a seguirli sono più che disponibili"
Annuisco. Forse potrei davvero dare un'occhiata. Al corso è tutta teoria e la pratica è quasi nulla.

Torno a concentrarmi sul mio coinquilino; prendo dalle sue mani il giubbotto e gli lascio un piccolo bacio a stampo. Lui inspira profondamente continuando a tenere i suoi occhi nei miei.
"Jyllian io devo confessarti una cosa"
Si passa la lingua tra le labbra, per poi mordicchiarle nervosamente
"Io-"

Non fa in tempo a concludere la frase che sentiamo il rumore dell'ambulanza. Un infermiere passa ad Andrew il camice monouso. Lo indossa e si volta verso di me per farselo allacciare.

"Lynette Leroy, ventitré anni, incinta di dieci settimane circa. Respirazione lenta e irregolare, battito debole, pressione 110/50, possibile aborto spontaneo"
Sentiamo urlare dalla paramedico che esce prima della barella. Sento il respiro di Andrew mozzarsi nel sentire le ultime parole.

Si avvicina alla barella e credo che stia facendo uno sforzo immane per non gettarsi sulla cugina e piangere. Questa scena mi è familiare e spezzoni di quel giorno mi riportano alla mente tutta la sofferenza provata. Sento quasi l'istinto di vomitare.

"Portatela in sala due"
"Non c'è tempo dottoressa"
"Non importa, non lascerò che muoia per una cosa così stupida"
Due dottori portano via la sua barella mentre un infermiere rimane con me a controllare la ferita
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"Dottoressa non abbiamo il battito da più di undici minuti"
Anche il mio cuore si ferma a quelle parole. 
. . . . . . . . . . . . . . . .
"Dichiaratene la morte"

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora