Capitolo 5

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Entro nell'appartamento cercando di non fare rumore e per sicurezza mi tolgo anche le scarpe, lasciandole all'angolo del divano. Ero a casa di Lynette che mangiavamo una pizza, quando lei poi ha deciso di mettere un film d'amore e lì mi sono addormentata. Non so voi, ma io odio i film sdolcinati, fanno sempre le solite cose... Si conoscono, si baciano dopo nemmeno due giorni, vanno a letto insieme, poi succede qualcosa che li fa litigare e, non si sa come, lei finisce sempre che scopre di essere incinta e si sposano.
Insomma, solo io li trovo noiosi?!

Vado in bagno mettendomi il mio pigiama preferito poi torno in cucina a prendere un bicchiere d'acqua, ed è proprio allora che succede tutto.

La porta d'ingresso sbatte in una maniera disumana, quasi credo che a momenti cadranno pezzi di muro; Andrew barcollando fa il suo ingresso in casa, con una ragazza attaccata al suo braccio destro mentre con la mano sinistra regge una bottiglia quasi del tutto vuota.
Appena mi nota spinge brutalmente la ragazza da parte e si dirige verso di me con le braccia aperte.

"Jyllian! Eccola la mia coinquilina preferita, vieni qui e dammi un abbraccio!"

Si avvicina di più a me e cerca in vano di abbracciarmi, ma quando mi scanso barcolla in po' appoggiandosi alla poltrona. La ragazza al contrario, che mi sembra più lucida, gli va incontro e iniziano a scambiarsi saliva. La afferro dalle spalle allontanandola dal moribondo e, cercando di essere più seria possibile, le dico

"Senti tesoro, ti dispiacerebbe sloggiare da casa mia?"

"E tu chi saresti? Una sorta di donna delle pulizie, una cuoca, o magari il fattorino delle pizze... aspetta, sei una spogliarellista vero?"

Ma è pazza? Vi prego, ditemi che sta scherzando e che non l'ha detto davvero. Che l'ho solo sognato.
No. Il problema è proprio questo, l'ha detto e secondo me è anche seria.
Mi rimangio tutto, neanche lei è del tutto sobria.

"Senti bellezza, io non so chi tu sia ne perché tu ora sia qui, anche se ne ho una vaga idea. So solo che questa è casa mia e lui e Cole sono i miei coinquilini.
Oggi è stata una pessima giornata, mi sono alzata alla sei, mi è venuto il ciclo e fino a dieci minuti fa stavo dormendo, e siccome tu sei ancora qui a rompermi non possono tornare a farlo, quindi ti pregherei di uscire da casa mia."

La ragazza borbotta qualcosa, e credo di averle anche sentire dire qualcosa tipo -stronza o bastarda-  ma sinceramente ora lei è il mio ultimo problema. Esce di casa e proprio in quel momento due braccia mi cingono da dietro i fianchi. Sarebbe anche una cosa carina, se solo lui non fosse ubriaco fradicio e non puzzasse come una fogna.

"Mi puoi spiegare cos'è successo?"

Lo vedo appoggiare la fronte sulla mia spalla e scuotere la testa in segno di negazione mentre ride leggermente. Sembra quasi un bambino.

"Ce la fai almeno a farti una doccia prima di andare a dormire?"

"No. Ma se vieni a fare la doccia con me forse ci riesco"

Mi giro per guardarlo negli occhi e vorrei quasi rimporverarlo, se non fosse per il fatto che continua a ridere senza una ragione apparente e, anche se mi pentirò di averlo anche solo pensato, ma dannazione, questo ragazzo è bello da togliere il fiato...

"Vai a metterti il pigiama, deficiente. E domani da lucido mi sentirai"

Lo accompagno nella sua camera e si butta sul letto. E quando dico butto, intendo proprio letteralmente, tanto che credo che la rete del letto si sia rotta.

"Mettiti qualcosa di pulito addosso, così sei disgustoso..."

Non mi risponde, presumibilmente si è già addormentato. Apro nel suo armadio per cercare una coperta e quando mi piego per raccoglierla dal fondo, un dolce odore mi invade le narici, devono essere i suoi vestiti. La coperta è rosa e non so se fosse sua o se l'avesse dimenticata una ragazza, ma la stendo sul letto cercando di coprire il 'cadavere' fino al collo.

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora