Ero quasi del tutto guarita, dopo più di una settimana passata a letto cercando di non piangere per il dolore ora finalmente stavo meglio. Altri due giorni e avrei potuto finalmente dire addio a tutti quei farmaci che ero costretta a prendere giornalmente.
Andrew ormai dormiva fisso in camera mia, studiava sulla mia piccola scrivania nuova e ogni due o tre ore mi misurava la pressione sanguigna, la febbre e tutto ciò che, testuali sue parole, 'potrebbero cambiare in un attimo e quindi devono essere controllate.'Mi metteva un'ansia addosso indescrivibile.
Più di una volta in questi giorni era capitato che fossi finita con lui in situazioni imbarazzanti, che andavano oltre al rapporto tra due amici, ma lui se ne usciva sempre con qualche stupida battutina.
Sua sorella era leggermente migliorata, due giorni prima era tornata a casa, ma non era ancora fuori pericolo. Andrew era molto stressato per questo, ma non lo dava a vedere. Solo che, avendo passato a stretto contatto con lui l'ultimo periodo, oramai riuscivo a capire quando stesse mentendo e quando fosse sincero.
Oggi ero finalmente tornata all'università, solo che essendo venerdì avevo avuto solo due ore di lezione. Avevo provato a cercare Lynette ma era da una settimana che nessuno la vedeva più in giro, avevo provato a chiamarla e ad andare nel suo appartamento, ma mi aveva dileguata con un semplice messaggio che diceva "sto bene. Ti scrivo presto." Aveva perfino saltato il nostro appuntamento dall'estetista, e lei era una tipa che ci teneva tantissimo a queste cose.Quindi oggi avevo deciso di andare nuovamente nel suo appartamento.
Ed è proprio qui che mi trovo. Bussavo ormai da dieci minuti ma nessuno mi aveva ancora risposto, così sperando di non finire nei guai, avevo leggermente scassinato la porta con un paio di mollette che avevo nei capelli ed ero riuscita a sbloccare la serratura.Dici 'leggermente' solo per sentirti meno in colpa, giusto?
Proprio così.La stanza era avvolta dal caos. Un letto era disfatto mentre l'altro era gremito di vestiti e giornalini di ogni tipo. Sulla scrivania vi era di tutto, tranne che materiale scolastico. Inoltre, c'erano bustine di cibo vuote dappertutto, con mio grande orrore scoprì che il cestino del bagno era pieno di preservativi usati. Mi poggiai sul letto guardando stupefatta tutto il casino che governava quella stanza, e provai a fare uno squillo alla mia amica ma niente, non era raggiungibile. Così, cercando di non sforzarmi troppo iniziai a mettere a posto, a partire dai vestiti nell'armadio.
Dopo nemmeno un quarto d'ora era quasi tutto perfetto, avevo trovato sotto il cuscino anche il suo tablet, ma era scarico così avevo iniziato a cercare il caricatore, ma fu proprio in quel momento che trovai nel cassetto vicino al letto un test di gravidanza.
Era positivo.O Lynette o la sua compagna di stanza erano incinte.
Come avrei fatto a scoprire chi fosse delle due?Sarà difficile scoprirlo...
"L'ho scoperto qualche giorno fa"
O forse noPer lo spavento lo stick mi cade dalle mani finendo sul letto ora aggiustato. Lynette mi fissa dall'uscio della porta, leggermente pallida e mordendosi un labbro, cercando di non incontrare il mio sguardo.
"Sono di cinque settimane circa, almeno credo, perché i test della farmacia non sono completamente attendibili. Ho fatto il test il giorno dopo aver scoperto della tua malattia. Ero andata a fare le analisi della sangue in caso avessi preso anch'io la mononucleosi, ma invece ho scoperto di essere incinta."
"Sai di chi è?"
"Ho una mezza idea ma non ne sono sicura, il giorno del Ringraziamento non avevo nessuno a controllarmi e così in discoteca mi sono data alla pazza gioia. Anche se potrebbe essere successo anche prima. E dopo averlo scoperto ho continuato ad andare a letto con chiunque perché non riuscivo a crederci."
STAI LEGGENDO
Il Rumore Del Silenzio
Storie d'amoreFino a quel momento la mia vita era sempre stata una partita a scacchi, tutte le mosse compiute erano dettate da volontà altrui. E non ero una regina, né una torre. No, ero un semplice pedone, la prima che sarebbe stata sacrificata. Eppure la mia...