"Gli operai hanno detto che potremo tornare nel nostro appartamento verso l'ora di pranzo, così ho pensato che dopo l'ultimo corso potevamo andare a mangiare da qualche parte e poi tornare in albergo e prendere le nostre valigie."
"Va benissimo, ma il mio ultimo corso finisce alle dodici e trenta, mentre il tuo alle dodici."
"Non preoccuparti, ti aspetto vicino al cancello dell'università a quell'ora."
Andrew mi salutò velocemente per poi correre verso la parte opposta alla mia. Quella mattina mi ero svegliata nel letto insieme ad Andrew, con il suo braccio sotto la mia testa e una sua gamba che sfiorava le mie. In un primo momento mi ero sentita tremendamente in imbarazzo, ma durò poco perché il mio stomaco iniziò a brontolare richiedendo cibo, così misi da parte la femminilità, l'imbarazzo e il bon ton e ordinai di tutto e di più facendomeli portare in camera. Quando Andrew si era svegliato e aveva visto il carrello pieno zeppo in un primo momento mi disse che mangiando tutto mi sarei sentita male, ma un istante dopo stava mangiando con me.
Mi aveva detto "Lo faccio per te, mi sacrificherò mangiando qualcosa per non farti diventare quanto una botte"
Lui non poteva saperlo poiché non conosceva la mia storia, ma nel profondo quella battuta mi aveva innervosita, e non poco.
Erano passati quattro giorni, e con grande stupore dato l'anticipo di tre giorni, il nostro nuovo appartamento era pronto.
Io ed Andrew non eravamo del tutto rilassati quando stavamo insieme, c'erano ancora dei momenti in cui ci sentivamo a disagio, quando ad esempio Lynette ci raggiungeva e guardava il ragazzo con sguardo di rimprovero; o quando eravamo costretti a fermarci perchè la gamba mi faceva male. Credevo che si sentisse responsabile anche di questo.
Avevamo anche litigato per una cosa sciocca, ma Andrew si scusava subito dopo anche se in realtà non era colpa sua, per il semplice fatto che forse si sentiva ancora in debito.Era fastidioso fare le scale con il gesso, ma quando mi era possibile prendevo l'ascensore e quelle poche volte che non potevo, a turno Lynette, Cole e Jerome m'aiutavano. Andrew si era offerto più volte, ma avevo sempre accantonato la proposta con qualche scusa.
Fortunatamente oggi non avevo lezione pesanti, solo due ore di diritto, una di economia e una di psicologia.
Sarebbe stato facile, se solo il mio stomaco non avesse deciso di iniziare a brontolare proprio in quel momento. Avevo saltato la colazione perché ero in ritardo, e le macchinette erano tutte al terzo piano, non potevo di certo farmi due rampe di scale col gesso. Sarebbero state quattro ore molto lunghe.
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Non avevo mai trovato i ragazzi con le moto tanto eccitanti quanto mi sembrava Andrew in questo momento. Era appoggiato sulla sua moto con una sola gamba, mentre l'altra era leggermente piegata in avanti. Con una mano reggeva un casco rosso mentre con l'altra reggeva una sigaretta quasi del tutto consumata. Mi avvicinai a lui e gli passai le stampelle cercando di salire sulla moto, per quanto mi fosse possibile. Sembravo un'orca incinta."Ti avverto in anticipo, se ti permetti a buttare il mozzicone per terra giuro che te lo faccio ingoiare. E considerando che studi medicina, dovresti sapere che quella cosa ti sta uccidendo"
Lui alza gli occhi al cielo ma giurerei di averlo visto sorridere.
"Come faremo a portare le valigie con la moto?"
"E' già passato Cole a prenderle, tranquilla"
Spegne la sigaretta gettandola poi nel cestino poco distante da noi, per poi prendere il casco e poggiarmelo in testa poco dietro la fronte stando attento al cerotto, spostandomi delicatamente un ciuffo di capelli che avevo sopra l'occhio
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Il Rumore Del Silenzio
RomanceFino a quel momento la mia vita era sempre stata una partita a scacchi, tutte le mosse compiute erano dettate da volontà altrui. E non ero una regina, né una torre. No, ero un semplice pedone, la prima che sarebbe stata sacrificata. Eppure la mia...