Capitolo 90

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Anche se in ritardo buon 1° Maggio💚

La vita inizia e finisce in un batter d'occhio. Se possibile, anche più rapidamente. Crediamo che la morte sia qualcosa di lontano, a cui inizieremo a pensare a novant'anni, dopo una vita piena e soddisfacente.

Lo pensavo anch'io, poi Maggie è morta e il tempo si è accorciato, tant'è che anch'io ho provato a togliermi la vita.

Alzheimer, ecco cos'ha causato la morte della madre di Emma: due giorni fa è caduta dalle scale, svendendo. Quando si è svegliata ricordava a malapena la caduta, quindi ha sottovalutato un piccolo bernoccolo alla testa che invece era l'inizio di un'emorragia cerebrale, che questa notte non le ha lasciato scampo.

Quella donna che poco più di un mese fa mi ha preparato dei cornetti ora non esiste più. Ed Emma ha sperimentato, per la prima volta sulla propria pelle, gli effetti della morte.

Quando Aiden mi aveva spiegato il tutto l'idea di partire sull'aereo era completamente svanita, lasciando spazio al solo pensiero di dover consolare la mia migliore amica. I miei amici, anche se titubanti, erano comunque saliti su quell'aereo.

Io e Aiden ci eravamo diretti in tutta fretta verso l'auto. Evelyn aveva spalancato gli occhi nel vedermi, ma il sorriso aveva abbandonato le sue labbra nel scoprire la motivazione della mia presenza.

Eravamo tornati all'appartamento il tempo necessario per indossare degli abiti neri, poi ci eravamo tutti diretti verso casa di Emma.
Ed ora qui, sull'uscio della porta di casa Thomson, guardo con occhi lucidi la mia amica stretta a suo padre. Quando alza lo sguardo e si accorge di me scoppia in un pianto ancora più incontrollato.

La raggiungo, stringendola tra le braccia quando mi accorgo che non riesce neanche a sorreggersi.
"Jyllian fa male!"
Piange forte, mentre vedo suo padre nascondersi il volto con le mani.

"Lo so Emma, lo so"
Le sussurro accarezzandole i capelli, anche quel rosa sembra più spento oggi.

"Non posso andare avanti così, non senza di lei"

Tutto questo mi riporta alla mente il giorno del funerale di Maggie, con la sola differenza che io potevo fare affidamento sui miei nonni, su Aiden, Lexie e Aleah. Lei oltre al padre ha solo Andrew, e se fossi salita su quell'aereo non avrebbe neanche me.

"Per quanto questo possa contare effettivamente poco, io sono qui Emma, e capisco il tuo dolore; quindi sfogati, prendimi a pugni o piangi per tutto il tempo che vuoi, perché non ti lascio sola"

Lei alza lo sguardo e cerca di ringraziarmi, ma le parole le si impastando in bocca e torna a nascondere le lacrime sulla mia spalla. Quando mi volto noto mio fratello fermo all'ingresso.

"C'è Aiden"
Le sussurro. Lei alza lo sguardo e prova ad asciugarsi le lacrime, mentre il soggetto in questione si avvicina a noi. Sfiora le braccia di Emma, poi la sposta dal mio corpo, facendole spostare la presa attorno al suo busto. Lei col volto schiacciato contro il suo petto continua a tremare.

Consapevole di lasciarla in buone mani mi avvicino al padre, a cui porgo le mie condoglianze. Lui mi ringrazia e ricambia il mio abbraccio, cercando di non scoppiare a piangere.
"Grazie per essere qui Jyllian, Elizabeth sarebbe felice di sapere che Emma ha una così buona amica"
A nominare la moglie la voce gli si inclina, costringendolo a fermarsi per prendere un respiro profondo.

"Ti dispiace controllare per un secondo Emma? Ho bisogno di bere un sorso d'acqua"
Si porta la mano alle labbra per cercando di bloccare i singhiozzi. Annuisco e lui rapidamente svanisce in cucina.

Guardo la bara, dove Elizabeth se ne sta con gli occhi chiusi. L'allegria che le colorava il volto ora è svanita, lasciando il posto ad un corpo vuoto di anima e ricordi. Distolgo lo sguardo e mi avvicino al mio coinquilino, che se ne sta rigido con le braccia lunghe e il capo chinato.

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora