Capitolo 58

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"Ti piace questo?"
Mi mostra sorridendo un maglioncino rosso con dei fiocchi di neve bianchi.

"Certo, è perfetto, se hai intenzione di sembrare il centro tavola di mia nonna"
Incrocio le braccia al petto.

Lui alza gli occhi al cielo e sbuffa, per poi riappendere la gruccia al suo posto.

"E questo?"
Gli mostro un maglione con la faccia di una renna, con le braccia che rappresentano le corna.

"È un modo carino per dirmi che in questi giorni mi hai messo le corna con qualche italiano, Jyl?"
Alza un sopracciglio.

"Purtroppo non ce n'è stata l'occasione"
Alzo le spalle, per poi scuotere la testa come se fossi sconsolata.

"Ti devi solo azzardare ragazzina"
Mi punta un dito contro, ricevendo poi un mio dito medio.
Lo so, sono molto fine.

Guardo l'orologio sul cellulare: le 10:10.
Esprimi un desiderio.
Vorrei andare a fare colazione in qualche bar.
Ma hai mangiato poco fa
E quindi? Il feto ha fame.
Ma non sei incinta... Anche se, a pensarci bene, dopo le due volte in cui sei stata con Andrew, potresti esserlo davvero!
Non dirlo neanche per scherzo per favore...

Mi volto verso Andrew, ma non lo vedo più, quindi faccio un giro nel negozio cercando di notare la sua folta chioma scura.
Ma nessuna chioma folta, solo due commessi biondi, tre ragazze che si scattano dei selfie allo specchio, ed un uomo pelato tutto sudato che si è seduto sulla poltrona a riposare.

Mi avvicino ai camerini.

"Andrew?"

"Sono qui"
La sua mano sbuca dall'ultimo camerino in fondo. Mi avvicino ed accosto un po' la tenda, guardandolo mentre si prova l'ennesimo maglione.

"Questo?"
Stira con le mani il suo maglione blu con sopra disegnate una fila di lucine colorate. Lo guardo meglio per poi sorridere.

"Può andare"

Lui rilascia un sospiro rumoroso e si passa una mano nel ciuffo scuro.
"Mio Dio, era ora"

"Ora hai anche tu il tuo maglione natalizio"
Batto le mani entusiasta.
Lo spirito natalizio ora è anche in Andrew.

Si sfila il maglione rimanendo a petto nudo, così decido di chiudere la tenda non volendo guardarlo, altrimenti non riuscirei più a muovermi dal mio posto.
La sua risata riempie l'aria, ed una sua mano stringe il mio braccio per farmi entrare nel camerino.

"Cosa fai idiota. Le persone là fuori ora penseranno chissà cosa"

"Lasciale pensare"
Sorride.
Le sue mani risalgono dai fianchi fino ad intrufolarsi dentro la felpa. Mi sfiora la pelle della schiena, per poi lasciarci ogni tanto dei piccoli pizzicotti.
Cerco di trattenere una risata, ma mi è impossibile.

"Perché ridi?"

"Soffro il solletico"
Cerco di divincolarmi dalla sua presa quando inizia a farmi il solletico in maniera più rapida.
Ho anche sbattuto con il gomito al muro, Dio che dolore.

"Fermo ti prego"
Cerco di bloccargli le mani.

"Stai perdendo i tuoi buoni riflessi, non sei più il cecchino di una volta"
Mi prende in giro, bloccandosi, ma lasciando comunque le mani sui miei fianchi.

"Non è vero -mi imbroncio- ma è impossibile essere razionali quando qualcuno ti fa il solletico, è una reazione istintiva quella di ridere"

Mi allontano da lui e scosto la tenda.

"Ti aspetto alla cassa"

Esco dal camerino e mi aggiusto un po' i capelli con le mani, passandoci le dita per sciogliere tutti i possibili nodi.

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora