Capitolo 20

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Il soggetto Immanuel Maximiliano Stevens, nato il 10 luglio 1968 in Germania, si è laureato all'università di Stanford nel 1983. Con l'aiuto di alcune influenti amicizie è riuscito ad entrare al corso di medicina dello stesso Paese. Il test d'ingresso si era rivelato infatti insufficiente, ma straordinariamente ha risposto in modo impeccabile all'esame orale.

Giro pagina evitando di soffermarmi sulle informazioni inutili.

Ha lavorato in Italia dal 1999 al 2016
Bingo.
La percentuale di insuccessi era di circa il 58%. Ha deciso di cambiare Stato dopo essere stato processato per negligenza ben due volte nello stesso mese.
Ha quindi iniziato a viaggiare, andando in Svizzera, dove però il suo curriculum lo ha preceduto. È andato poi in Germania, conseguendo un master in chirurgia cardiovascolare.
In seguito ha deciso di andare in America, dove ha dimora fissa. Convive con una donna, che sa poco del suo passato, e ha una figlia piccola di appena 12 anni. Ha solo tre nipoti, ma solo due sono legittimi, il terzo nipote è un maschio, frequenta medicina alla Hudson River University, ed è il figlio di un precedente matrimonio della cognata del signor Stevenson. Più volte il ragazzo è stato visto a casa del signor Mark, reputandolo come uno zio a tutti gli effetti.
Il ragazzo quindi frequenta la mia università? Avrei potuto chiedere a Simon di rintracciarlo.

Chiudo il foglio, non volendo leggere altro sulla sua famiglia, e scrivo su un post it nome e cognome, indirizzo di casa, età e indirizzo email. Prendo poi il telefono e mi salvo il suo numero nella rubrica, blocccandolo in modo tale che non possano per sbaglio partire chiamate. Arrivo all'ultima pagina del fascicolo e guardo le sue foto. Un signore sulla sessantina, con un paio di occhiali da sole neri, è intento ad entrare in un Café.

Apro il cassetto della scrivania e nascondo i fogli sotto gli altri fascicoli.

Guardo l'orario notando che è quasi mezzanotte, così vado velocemente in bagno a mettere la crema viso e poi torno in camera, stendendomi tra le coperte del mio letto. Nemmeno ricordo l'ultima volta che ho dormito da sola...
Nell'attesa che il sonno venga a prendermi con sè ripenso a tutto ciò che ho appena letto, sentendo la rabbia aumentare al solo pensiero che questo essere gira tranquillo per la strada, inconsapevole del fatto che se me lo trovassi davanti probabilmente gli caverei le orbite con le mie stesse mani. Spero che si stia godendo le ultime settimane di libertà perchè, dovessi essere maledetta ma non lascerò che uccida altre persone, come ha fatto con la mia famiglia.


Messaggio a tutte le ragazze che sognano di andare a vivere con dei coinquilini maschi, credendo che questi le tratteranno come delle principesse: vi sbagliate!

Cole è entrato in camera mia due minuti fa, urlando che non avevo impostato la sveglia ieri sera e che quindi ora ero in ritardo, così ha spalancato le finestre dicendo che i germi che la notte si annidiano nel mio letto, sarebbero probabilmente morti col freddo.

A momenti ci morivo io di freddo...

Poi ha provato a togliermi le coperte di dosso, credendo che così mi avrebbe costretto ad abbandonare il calore del mio letto. Vi state domandando qual è stata la mia risposta?

"Ti ricordo che ho fatto a botte per molto meno"

Non mi ha preso sul serio, e ha continuato a fare casino, urlandomi che fossero le otto.

Morale della favola: avevo deciso di mia spontanea volontà di non mettere la sveglia, perchè avevo intenzione di saltare le lezioni di oggi, ma Cole ovviamente non poteva mai farsi una manciata di cazzi suoi...

"Almeno il caffè è pronto?"

"No, devi fartelo da sola, io e Jerome andiamo a fare colazione insieme."

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora