Capitolo 1

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L'uomo è spinto dal suo egocentrismo a cercare la tristezza anche nella felicità.
Dovrebbe invece sforzarsi di trovare il barlume di felicità anche nei momenti di tristezza


"Tania!!"
Urlo contro la mia nuova compagna di stanza che mi ha inondata di acqua non appena ho messo piede fuori dal bagno.
Questa ragazza è irritante, infantile e alquanto maleducata. Mi chiedo io, quale persona con qualche neurone funzionante ti disegnerebbe i baffi mentre dormi, ti metterebbe la sveglia alle due del mattino e ti butterebbe un secchio d'acqua ghiacciato sopra?
Appunto, nessuna.

Sono alla Hudson River University da due giorni e già voglio andarmene. Sono arrivata di venerdì ma non ho seguito nessun corso perché il sabato e la domenica si ha la giornata libera.

"Oggi stesso andrò in segreteria e mi trasferirò in un'altra stanza con un'altra coinquilina. Chissà che magari non mi capiti una persona normale."

Lei accende la torcia del suo telefono posizionandosela sotto il mento, cercando probabilmente di farmi paura.
Sembra la sottomarca di qualche bambola assassina.

"Io sarò sempre lì a deriderti. Anche dietro una porta chiusa mi troverai lì ad attenderti"

Ma sta facendo sul serio?
Incrocio le braccia guardandola con superficialità. Probabilmente tra qualche anno sarà rinchiusa in qualche clinica psichiatrica. Magari diventerà una mia paziente e potrò vendicarmi. 

"Tu hai bisogno di qualcuno di molto bravo, oppure ti fai sparare direttamente come fanno ai cavalli. Anche se io personalmente ti consiglierei la seconda"

Rientro in bagno spogliandomi e metto dei vestiti puliti. Prendo l'asciugacapelli e lo collego alla piccola spina vicino alla vasca da bagno. Dov'è la sicurezza nel mettere una presa elettrica vicino ad una vasca da bagno?

E pensare che avevo appena finito di asciugarmi i capelli. E la piega era anche venuta bene.
È una grandissima... una grandissima... ecco, non so nemmeno cosa dire ormai.
Li lascio un po' umidi, in fondo siamo ad inizio settembre e le temperature sono ancora molto elevate.
Mi dirigo a passo svelto verso la segreteria trovando la segretaria che sorridente mi saluta. Si chiama Christina, l'ho conosciuta venerdì e già mi adora. Dice che le ricordo sua nipote, abbiamo lo stesso colore di capelli e gli stessi occhi.
Non che ci voglia molto ad avere capelli e occhi marroni eh...

"Ciao tesoro, tutto bene?!"

"Christina ho assolutamente bisogno di un nuovo appartamento. Mi va bene qualsiasi altro essere umano in questa università, basta che non sia Tania"
Incrocio le mani pregandola.

"C'è un nuovo appartamento, si è liberato la scorsa settimana, solo che non so se ti conviene prenderlo"

"No è perfetto, tutto purché me ne vada via oggi stesso da quella psicopatica"

"No ma vedi, il problema è-"

"Christina mi va benissimo. Dammi il modulo che lo firmo immediatamente"

Lei insicura mi passa il foglio, e mi blocca la mano quando sto per firmare.

"Sei sicura? Non potrai più tornare indietro dopo aver firmato"

"Sicurissima"

E con un'ultima firma ho finalmente cambiato stanza.

"Con quella gli ultimi due giorni sono stati un inferno. Un'altra notte ancora e avrei cercato di ammazzarla con un cuscino. O meglio, con il libro sulla gestione della rabbia del mio primo esame di psichiatria"

Lei ride scuotendo leggermente la testa, pensando forse che stessi scherzando

Ma io sono serissima eh!

"Vado a prendere le mie valigie e torno subito, ci vediamo fra pochi minuti, tu intanto spedisci tutte le scartoffie ai piani alti"

Torno in appartamento e poco manca che alla via saltelli stile Heidi. Sembro una scema agli occhi degli altri, ma cosa posso farci?!
Sono troppo felice, finalmente potrò vivere pacificamente con una ragazza senza la paura di svegliarmi con un pipistrello tra i capelli.

Fortunatamente quando entro nel mio ormai vecchio appartamento sento l'acqua della doccia scorrere, quindi presumibilmente Tania è sotto la doccia. Probabilmente a fare qualche rito satanico.
Afferro le valigie ma poco prima di uscire, apro il mobile sotto il lavandino e, cercando di ricordare come funzioni il contatore, chiudo l'acqua calda, uscendo dall'appartamento prima che quella pazza sociopatica esca fuori e mi sgozzi.

Dolce vendetta!

Torno da Christina, aspettando che finisca di parlare con una ragazza molto bassina che a stento arriva al balcone.

"Allora, come si chiama la mia coinquilina?"

"Sono due in realtà"

"Ancora meglio. Come si chiamano?"

"Andrew e Cole"

Che razza di nomi femminili sono?
Il tuo non è mica molto meglio eh

"Come scusa?"

"Era proprio di questo che volevo parlarti. Hai appena firmato per essere in stanza con due ragazzi nel dormitorio maschile"

"Scusa puoi ripetere? Credo di aver capito male..."

Sposto dietro al collo i capelli, con movimenti stizziti.

"Mi duole dirtelo, ma hai capito benissimo"

Cioè, lascio una pazza per evitare di diventare una martire, per poi finire in un appartamento con due ragazzi, nel dormitorio dei maschi, e fare la figura della puttana arrapata?
Anche se, in fin dei conti, potrei essere una puttana felice...

"No ma io non volevo due maschi. Non posso tornare indietro?"
Sento già l'imbarazzo salire.
"Mi dispiace tesoro, i documenti sono già stati spediti"

Mi avvicino alla colonna vicino a me e ci sbatto la testa qualche volta.

E così, avrei vissuto il mio primo anno di università in America con due ragazzi.

Ah scusate non mi sono presentata. Piacere, mi chiamo Jyllian Isabella Reed, mi sono appena trasferita dall'Italia dopo aver vinto una borsa di studio per far parte della Hudson River University, e la mia migliore amica è la sfortuna.

Sono sicura che vi divertirete a leggere tutte le avventure ignoranti a cui prenderò parte. A fine lettura vi sentirete meglio, sapendo che nel mondo c'è qualcuno più sfigato di voi!

Piccolo spazio post capitolo
Se sei arrivata fin qui significa che forse la mia storia non ti ha annoiato poi così tanto, quindi spero che continuerai a leggerla.
Detto questo, mi farebbe piacere conoscere la tua considerazione su questo capitolo, quindi se ne hai voglia l'icona per i commenti è proprio qui sotto.
Se vuoi aiutarmi a far conoscere la mia storia potresti magari taggare una tua amica.
Grazie anche solo per aver letto!
Buon 2020 (anche se non è iniziato nel migliore dei modi)

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