Capitolo 67

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"Fai sul serio?"
Mi volto verso di lui. Lui in risposta mi sorride, poi ingrana la marcia e procede lentamente seguendo la fila di macchine in coda al McDrive.

Una sua mano si sposta sulla rotella del riscaldamento e lo aziona al massimo. Mi tolgo il cappotto e lo stendo nei sedili posteriori, poi tolgo anche le scarpe e rimango solo con le calze. A saperlo mi sarei portata i miei calzini natalizi. Rossi, tra l'altro, quindi sarebbero stati perfetti.

"Cosa vuoi ordinare?"
Si volta verso di me, sorridendo quando vede che mi sto legando i capelli in una coda bassa.
Ricordo che il primo mese di convivenza non mi facevo mai vedere dai miei coinquilini con la coda, perchè credevo che questo mi facesse risultare la faccia ancora più tonda. Mentre ora rido a pensarlo, non solo perchè mi sono fatta vedere in situazioni peggiori, ma perchè so che nessuno di loro ha la benchè minima intenzione di giudicarmi.

"Non saprei, tu cosa prendi?"

Lui inaspettatamente ridacchia
"Fidati di me"

Aggrotto le sopracciglia incerta. Dovrei davvero fidarmi di un americano che non sa cucinare la pasta, e che mangia i cetrioli a morsi come se fossero patatine?
Arriccio il naso voltandomi, ma credo che mi abbia vista.

"Farò finta di non aver notato la tua espressione"
Mi ammonisce, poi abbassa il finestrino quando è il nostro turno. Una folata di aria gelida mi colpisce, facendomi tremare.

Mi sfrego le braccia con le mani e indirizzo verso di me il getto di aria calda.
Sbalzo termico, in questa macchina sei il benvenuto!

Andrew intanto ordina. Quasi rido a sentire la differenza tra il modo in cui Andrew pronuncia i nomi dei panini, e il modo in cui lo fa invece la commessa.
Andrew paga la ragazza in contanti e la ringrazia, poi si dirige al casello pronto a prendere le buste, ma non chiude il finestrino. Si volta verso di me e quando mi vede bloccata dal freddo sul mio posto cerca di trasmettermi calore sfregando la sua mano sulla mia gamba sinistra.

I commessi ci impiegano a malapena due minuti, poi finalmente ci porgono le buste. Addirittura quattro. Mi volto verso Andrew

"Quanto cibo hai preso?"

Lui fa un cenno con la mano ai due ragazzi e poi parcheggia a circa un centinaio di metri da lì, in uno spiazzale vuoto e completamente buio, tant'è che siamo costretti ad accendere la luce in macchina per riuscire a vedere all'interno delle buste.

Prendo la prima che contiene diverse porzioni di patatine e inizio a mangiarne qualcuna. Andrew ne afferra una con le labbra poco prima che io potessi mangiarla.

"Io adoro le patatine del McDonald's"
Esclama felice, mentre stende un po' il suo sedile e lo porta indietro, in modo da poter stendere le gambe.
"Ci volevano proprio"

Prende dal fondo della busta diverse scatoline e le posiziona sul bracciolo ala sua destra, aprendone qualcuna
"In Italia non siete a conoscenza del fatto che esistono altre salse, oltre a maionese e ketchup?"
Mi prende in giro riferendosi al fatto che ogni volta che vado a fare la spesa, a malapena compro queste due.

"In Italia amiamo i gusti raffinati"
Rispondo, tornando con la mente ad una disgustosa salsa che Emma ed Andrew mi avevano fatto provare circa due mesi fa.

Intingo una coppia di patatine nella maionese.
Andrew si volta verso i sedili posteriori e recupera la busta contenente la coca cola, ed un'altra piena di chissà cosa. Mi passa il bicchiere e la cannuccia. La sorseggio piano in modo da non ghiacciarmi anche le papille gustative.

"Non bevevo della coca cola da almeno due anni"
Esclamo pensierosa, mentre Andrew mi guarda come se avessi appena bestemmiato.

"Perchè?"

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora