Capitolo 53

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Ce la posso fare.
Si.
Ce la posso fare

Certo che puoi, sei una persona coraggiosa.
Giusto, non per niente sono una Tassorosso Divergente.
Io mi riferivo più che altro al militare e a tutto ciò che abbiamo passato... Ma direi che va bene anche questo.
Ora sali su quel ring e combatti.

Guardo la porta del bagno chiusa, cercando di combattere contro la parte di me che ha paura, e che mi sta incitando a tornare a dormire.

Ansia. Ansia. Ansia.
Non ne ho mai avuta così tanta, neanche durante le interrogazioni di latino.
Mi tolgo la coperta dalle spalle, sentendo il calore abbandonarmi.
Sfilo le pantofole e la felpa, poi piano abbasso i pantaloni. Brividi di freddo e di paura mi ricoprono tutto il corpo.

Prima di sfilare anche il resto prendo dal cassetto un asciugamano e velocemente, dopo aver tolto anche l'intimo, mi avvolgo in esso, bloccando l'estremità in modo che non cada.

Prendo un ultimo respiro e subito dopo socchiudo la porta del bagno, immergendomi nella nuvoletta di vapore che ha circondato la stanza.

Guardo verso l'anta della doccia. Andrew non deve essersi accorto della mia presenza, meglio così.

Metto una mano sull'asciugamano, assicurandomi che non cada nel momento inopportuno, mentre con l'altra mano apro l'anta destra della porta.
Il rumore, per quanto sia stato leggero, attira l'attenzione di Andrew, che si gira.

Evito di guardarlo negli occhi e mi infilo nella doccia, fissandomi i piedi. Nella stanza l'unico rumore che si sente sono i respiri miei e di Andrew, che tra l'altro non ha ancora detto nulla.

Cosa dovrei fare?
E lo chiedi a me? Questa situazione mi è nuova.

Andrew mi alza il mento con due dita, aspettando che il mio sguardo si intrecci al suo, poi mi sorride.
Un sorriso dolce, che allontana un po' l'ansia che mi sta divorando le viscere.

Mi scruta con lo sguardo, ma non dice neanche una parola.
Poi piano, come se aspettasse quasi che mi allontanassi, avvicina il volto al mio. Mi guarda un'ultima volta prima di chiudere gli occhi e appoggiare le sue labbra sulle mie. Faccio altrettanto, godendomi tutte quelle sensazioni che nelle ultime due settimane mi erano mancate.

"Che ci fai qui dentro Jyl"
Sussurra, allontanandosi di poco. Di pochissimo in realtà, tant'è che nel parlare, le sue labbra sfiorano ogni tanto le mie.

"Intendi in casa mia?"
Ridacchio. Lui ammicca un sorrisetto, forse felice di vedermi un po' più tranquilla.

"Intendo nel bagno. Con me nella doccia"
Ora non c'è ombra di sorriso sul suo velo. È serio, forse troppo.

"Non lo so, mi sembrava giusto così. Ti da fastidio?"
Stringo di più la presa sull'asciugamano, iniziando a sentirmi di troppo.

"Certo che no, è ovvio che ti voglio qui ragazzina. Solo che mi sembra surreale averti qui, di tua spontanea volontà"

Alza un angolo della bocca, accennando ad un sorriso.
Gli sorrido in imbarazzo.
Forse per la prima volta da quando ho imparato a conoscere Andrew, mi sento a disagio a stare con lui.

Lui intuendo il mio stato d'animo apre il getto dell'acqua, regolandola in modo che sia abbastanza calda.
Il getto mi colpisce la testa, scendendo giù per la schiena e facendomi spostare ancora di più verso Andrew. Ridacchio per la sorpresa, ma è una risata un po' nervosa.

I capelli bagnati mi si appiccicano al volto, mentre l'asciugamano ormai fradicio si stringe al corpo, rendendo le mie forme ancora più evidenti.

Le mani di Andrew si poggiano sui fianchi, salendo sempre di più fino a raggiungere le spalle. Il loro percorso continua, e arriva a stringere le mie mani tra le sue.

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora