Apro lentamente un occhio e solo dopo l'altro, cercando di mettere a fuoco la stanza in cui mi trovo, ricordandomi solo in un secondo momento che sono a casa di Andrew.
Cerco di stiracchiarmi perché sento le gambe formicolare, ma poi mi accorgo che in realtà tutto il mio corpo è bloccato. Un braccio mi circonda la vita, penzolando fuori dal letto, una gamba muscolosa è intrecciata alle mie mentre l'altra me le blocca al letto, un respiro caldo mi solletica il collo e un petto che si alza e abbassa regolarmente infonde calore in tutto il mio corpo. Giro la testa per trovarmi di fronte il viso di Andrew.
Gli lascio un bacio a stampo e lui in risposta mi sorride aprendo gli occhi."Eri sveglio?"
"Non da molto"
Mi stringe di più a sé e io mi beo di quel contatto fisico tanto intimo che per molto tempo mi ero negata.
"Sappi che i miei genitori sono a casa"
Mi giro di scatto nel verso opposto al suo, iniziando a maledire in italiano il momento in cui ho messo piede in questa casa. Ma perchè non sono rimasta in appartamento a farmi i cavoli miei? Lui mi pizzica un fianco.
"Smettila di parlare in italiano, vorrei almeno capire tutti gli insulti che mi stai lanciando, giusto per sapere come risponderti"
Sfilo le mie gambe dalle sue, per poi girarmi completamente in modo tale che il mio naso quasi sfiori il suo. È bello vedere Andrew così, rilassato. Nell'ultima settimana succedeva di rado.
Ma so che in realtà domani o stasera stessa tutti i pensieri ritorneranno a occupargli la mente, e addio relax."Dovrei iniziare a darti delle lezioni di italiano sai"
"Se finita la lezione facciamo come prima allora accetto"
Ammicca a ciò che è successo poche ore prima e io nascondo la testa sul suo petto, per non mostrargli il rossore in faccia. Sento la sua mano sfiorare il mio fondo schiena, e in quel momento mi accorgo di avere addosso solo una maglietta e un paio di slip, e ciò che divide le nostre intimità è solo la biancheria intima.
Mi schiarisco la voce a disagio, ma cerco di non darci troppo peso. Mi scosta i capelli dal viso, seguendo ogni movimento con gli occhi."Quindi scendiamo?"
Biascica un piccolo no per poi stringermi di più a sé, nascondendo il suo sguardo. Sorrido a quel gesto dolce, lasciandogli un piccolo bacio tra i capelli. Con grande riluttanza mi alzo dal letto, sentendo il tepore creato dalle braccia di Andrew abbandonarmi. Cerco di abbassare la maglietta oltre il fondoschiena, in modo che copra il più possibile, e mi dirigo verso la mia valigia, piegandomi per prendere dei vestiti puliti.
Prima di entrare in bagno mi giro a guardare il mio coinquilino.
È ancora steso nel letto, con il lenzuolo a coprirgli solo le gambe, e le braccia piegate dietro il collo, mentre mi fissa."Cos'hai da guardarti idiota?"
Ridacchia al mio insulto, per niente offeso, poi si alza sui gomiti in modo da guardarmi meglio
"Mi hai dato una visuale del tuo culo che era spettacolare"
Gli faccio il dito medio e vado in bagno. Davanti a me: il paradiso.
Un'enorme vasca da bagno probabilmente idromassaggio riempe quasi metà dello spazio, affiancata da una bellissima doccia azzurra piastrellata in modo che sembri di marmo. All'angolo vi sono due lavandini bianchi pulitissimi, come se non fossero mai stati utilizzati, e accanto ad essi un accappatoio e una serie di asciugamani che hanno ricamato sopra le iniziali di Andrew. Egocentrico.
L'unica cosa che sembra quasi 'rovinare' l'ambiente è il wc, bianco semplice, senza nulla che possa collegarlo alla magnificenza del resto della stanza.
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Il Rumore Del Silenzio
RomanceFino a quel momento la mia vita era sempre stata una partita a scacchi, tutte le mosse compiute erano dettate da volontà altrui. E non ero una regina, né una torre. No, ero un semplice pedone, la prima che sarebbe stata sacrificata. Eppure la mia...