Capitolo 83

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Sono stesa sul letto di Cole, mentre quest'ultimo mi ripete per la terza volta tutto il programma di design per il prossimo esame. 

Appena entrato anche lui aveva chiuso la porta a chiave, poi aveva provato a parlarmi d Andrew. Avevo intuito cosa volesse dirmi dal semplice fatto che il suo sguardo fosse triste, quindi lo avevo praticamente minacciato dicendo che, nel momento in cui avesse iniziato a parlare di Andrew, io sarei uscita da quella porta. 

Quindi si era alzato e mi aveva lanciato addosso due plichi di fogli, chiedendomi di porgergli delle domande. Credevo un paio di domande, non due ore. Mi ero letteralmente rotta le scatole di sapere in quante gradazioni potesse essere diviso il rosso. Che poi diciamocelo sinceramente, quando compro un nuovo maglioncino me ne frego se il rosso sia veneziano, mattone, rubino o bordeaux. Si abbina ai jeans e al cappotto? Lo prendo, altrimenti nulla. 

Ma lui era talmente concentrato nella sua spiegazione da non essersi accorto nemmeno che lo avevo filmato più di una volta, aggiungendo dei filtri al suo viso o alla voce. 
Sei davvero infantile...
Devo pur trovare qualcosa da fare. Mi annoio!

"Jyllian ho finito"
Mi richiama. Scuoto la testa riprendendomi e sorrido.

"Scusa, ero talmente interessata al tuo discorso da essermi assorta"
Lo prendo in giro. Lui finge una risata, poi mi fa il dito medio, facendomi sorridere. 

"Ti va di andare a prendere un gelato?"
Gli chiedo. Ho davvero bisogno di trascorrere un po' di tempo da sola con il mio migliore amico, deve aggiornarmi sugli ultimi gossip dell'università. 
Lui annuisce e mi tende una mano per farmi alzare dal letto. 

"Non ho bisogno di una badante Cole, non ancora almeno"
Ma se negli ultimi giorni ad Aiden hai addirittura chiesto di versarti l'acqua nel bicchiere, dicendo che il tuo muscolo delle braccia fosse troppo debole. 

Mi alzo e mi stiracchio, strizzando gli occhi quando a questo movimento sento di nuovo tirare. 

"Ti fa male?"
Mi chiede con sguardo un po' triste. Abbasso la maglietta a disagio, come se questo bastasse a nascondere tutto.
"Solo un pochino"

Lui annuisce e si guarda un po' in giro imbarazzato
"Che cos'hai fatto dopo?"

"Dopo l'aborto intendi?"
Lui annuisce, non avendo il coraggio di pronunciarne il nome.

"Niente di che; ho elaborato il tutto solo dopo aver chiamato Aiden, quel crollo nervoso è stato importante perchè ha fatto sì che le mie emozioni venissero a galla. Poi i farmaci hanno fatto il resto"

Lui mi guarda per qualche secondo.
"Ora che mi hai detto cosa è successo parlando da dottoressa, mi puoi dire cos'hai davvero passato?"

Rimango talmente colpita da questa domanda che distolgo lo sguardo e boccheggio qualche secondo.

"Sto meglio. Non sarò mai in grado di dimenticare tutto questo, ma sto cercando di andare avanti"
Riporto lo sguardo su di lui, vedendo che ha fatto un passo per essermi più vicino.
"Nemmeno sapevo di essere incinta, quindi non ho avuto la piena consapevolezza di avere un figlio, nel momento in cui l'ho scoperto era già troppo tardi. Poi i figli non sono mai rientrati nella mia ottica, quindi non è stato difficilissimo"
Faccio un sospiro.
"Anche se avere Andrew al mio fianco sarebbe stato un ulteriore aiuto"
Ma lui non c'è e io sono una donna forte
Ce la faremo. Ce l'abbiamo sempre fatta!

"Neanche lui sta bene Jyl"
Sussurra dopo secondi interminabili di silenzio
"Non dorme da giorni, passa le sue giornate a studiare ma credo che lo faccia solo per non farsi sopraffare dalla realtà. Spesso la notte lo sento, marcia nervoso per la casa. Ogni tanto si ferma, ma riprende subito dopo"

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora