Capitolo 31

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Buona lettura e buona domenica!
Spero che il capitolo vi piaccia almeno la metà di quanto a me è piaciuto scriverlo!

Stappo entrambe le bottiglie di vino, per poi voltarmi verso Andrew che sistema con cura i piatti pieni di sushi sul tavolo.

Dopo essere andati via dall'ospedale, avevo deciso di tornare in quel locale dove il giorno prima avevo bevuto, ma questa volta mi ero semplicemente limitata a comprare due bottiglie di vino: bianco per me, rosso per lui.

La cameriera, vedendomi entrare, aveva anche ridacchiato. E non avevo avuto il coraggio di chiedergli qualche stronzata le avessi raccontato il giorno prima, così avevo fatto più in fretta possibile, lasciandole anche la mancia, che era un modo carino per scusarmi per il giorno precedente.

Volevo anche andare a prendere qualcosa da mangiare, ma Andrew mi aveva detto di aver già immaginato che avrei ceduto per un altro appuntamento, e si era portato avanti.

La verità? Era il sushi che avevamo ordinato ieri a pranzo, ma che con la mia scenata non avevamo potuto mangiare. Sarebbe andato tutto sprecato, quindi aveva avuto la brillante idea di portare tutto a casa.

Ed ora, eccoci qui. Io che apparecchio, e lui che aggiusta tutto come se fossimo davvero in un ristorante, con tanto di candela già metà consumata al centro, e un calice di cristallo che, sono sicura, rimarrà vuoto ancora per poco.

"La signorina è servita"

Mi mordo un labbro cercando di non sorridere troppo, e mi siedo sulla sedia che Andrew ha spostato appositamente per me.

Mi versa un bicchiere di vino bianco, per poi riempire il suo con quello rosso e sedersi di fronte a me.

"Spiegami di nuovo perchè hai preso due bottiglie e non una"

"Perchè a me il vino rosso fa schifo"
A lui non sembra bastare questa risposta perchè alza un sopracciglio
"E poi te lo avevo detto che la prossima volta mi sarei ubriacata con te"

"Quindi hai intenzione di darti alla pazza gioia oggi?"

"Perchè, tu no?"

"Touchè"
Facciamo tintinnare i bicchieri tra loro, e finalmente bevo un sorso di vino. 

"Quindi sei sempre stata un'alcolizzata?"

"In realtà -prendo il piatto che mi porge, di non so cosa- fino a sedici anni ero quasi del tutto astemia. Bevevo solo lo spumante ai compleanni"

Cerco di prendere con le bacchette i rotolini neri con delle palline arancioni sopra, ma non riuscendoci lascio tutto sul tavolo e le metto nel piatto con le mani. 

"E poi cos'è successo?"

"Niente di che, ho partecipato ad un compleanno, e lì ho assaggiato un cocktail troppo buono. Poi uno dopo l'altro..."

Agito il piatto in aria, facendo cadere del cibo sulla tovaglia.

"Non ricordi cos'hai combinato?"

Nego con la testa, finendo il boccone prima di parlare
"Di solito dopo aver bevuto troppo ho sempre una grande amnesia. Ricordo solo di aver insultato un invitato che mi stava antipatico, poi non mi sono nemmeno sforzata di ricordare altro, perchè sarebbe stato troppo imbarazzante"

Andrew alza il tovagliolo alla sua destra, e sotto di esso vi è una forchetta, che mi porge.

"Se la forchetta era proprio lì, perchè hai aspettato prima di darmela?"

Afferro l'oggetto, iniziando a mangiare come si deve

"Perchè era divertente vederti in crisi; sei proprio impacciata, sai?"

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora