Capitolo 9

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Innanzitutto, Buona Pasquetta🖤❤️

Ero appena tornata dall'ospedale insieme ad Andrew. Avevo tolto il gesso e i punti, la cicatrice sulla fronte era quasi invisibile ma era coperta momentaneamente da un grande cerotto. In un primo momento avevo pensato di farmi un lungo bagno per sentire di nuovo la gioia di entrare per intero nella vasca da bagno, senza dover tenere la gamba alzata come se fossi un cane che sta facendo pipì, ma poi avevo ricordato che la mia stanza era ancora tutta rosa.

Arrivai a casa e trovai Jerome e Cole stesi sul divano, mentre Jerome era senza maglietta, con i muscoli in bella vista. Mi fermai a guardarlo, a momenti avrei iniziato a sbavare, e mi lasciai sfuggire un commento che avrei preferito che rimanesse tra me e me.

"E' davvero un peccato che tu sia gay"

Il soggetto in questione scoppiò a ridere, mentre Cole mi lanciò una pantofola che era lì vicino. Ma la sua mira era così di merda che non dovetti nemmeno spostarmi.

"Cosa volete? Lui è gay ma io no, anch'io ho le mie fantasie"

Jerome aveva la faccia completamente rossa dalle risate mentre Cole mi guardava arrabbiato. Andrew, che in tutto questo tempo era rimasto in silenzio dietro di me, mi poggiò una mano sulle spalle e mi spinse verso la mia stanza

"Smettila di dire cazzate Jyllian, e andiamo a pitturare queste maledette pareti"

"Aspetta dai, fammelo ammirare ancora qualche secondo"

Cole mi fa il dito medio, mentre Jerome mi manca un bacio volante, che io fingo di afferrare e mettere sul cuore. Che ritardati...
Mi allontano dai due ragazzi stesi sul divano borbottando un "che spreco" e sento Cole urlarmi dietro qualcosa che preferirei non riferire.

Andrew era infastidito da qualcosa, lo sentivo da come respirava pesantemente e dalla postura che assumeva. Inoltre, la sua mano sulla mia spalla era rigida, e premeva un po' troppo. Per una persona che studia psicologia e psichiatria analizzare il corpo era la base.

La mia stanza era piena di cellofan, tutti i mobili erano stati imballati in modo che non si sporcassero di vernice.

"Allora, di che colore vuoi fare le pareti?"

"Di tutti e quattro i colori. Voglio che ogni parete sia diversa"

Lui mi guardò stupito, per poi prendere un rullo e iniziare a pitturare la prima parete di colore rosso. Qualche ora dopo avevamo finito di dipingere e ci eravamo stesi sul letto che era momentaneamente ricoperto. Fare tutto questo lavoro era stato uno shock per il mio corpo da pigra, abituato a dormire per la maggior parte delle ore.

"Mi piace tantissimo com'è uscita la stanza Jyl, ma più di tutto mi piace il soffitto"

Effettivamente anche io la pensavo così. Avendo preso solo quattro colori non volevo che il soffitto rimanesse bianco, ma nemmeno che fosse tutto di un colore, così lo avevamo fatto a macchie. Ma era stato davvero un casino farlo, tant'è che probabilmente gli abiti che indossavamo avremmo poi dovuto buttarli.

"I mobili come li vuoi?"

"No, per quelli credo che andrò sul semplice, magari con qualche colore pastello."

Mi giro verso di lui, e in un istante vedo il suo pollice avvicinarsi al mio naso e imbrattarmelo di colore. Inizia a ridere immergendo un altro dito nel colore blu e avvicinandosi a me, ma riesco a spostarmi appena in tempo cadendo a terra e nascondendomi sotto il letto. Mi afferra per le cosce trascinandomi sotto di lui, ma in un istante riesco a mettere la mano sul pennello verde e gli imbratto il mento e le labbra, mentre lui mi lasciava una striscia sul collo, fino all'inizio della scollatura della maglietta.

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora