Capitolo 25

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A volte vorrei davvero ricordare i sogni della notte prima, ma purtroppo la maggior parte delle volte quando mi sveglio la mie mente è completamente vuota.
Come in questo momento.
Ma forse è meglio così, probabilmente finirei per analizzare i miei segni, fino ad arrivare alla conclusione di diagnosticarmi qualche malattia mentale.

Sposto il braccio di Andrew cercando di non svegliarlo, e mi alzo dal divano. Mi stiracchio e sento le vertebre scricchiolare come quelle di una vecchia.
Prima e ultima volta che dormirò con Andrew su un divano, non posso farcela a passare altri giorni con la schiena praticamente spezzata. Sbadiglio coprendo la bocca con una mano ed entro in cucina, dove trovo solo Cheryl. Ok imbarazzo.

"Buongiorno"

"Buongiorno Jyllian. Dormito bene?"
No.
"Abbastanza grazie"
Bugiarda

"Effettivamente quel divano l'ho scelto soprattutto per la comodità"

Mi guarda furba bevendo il suo caffè, ora cosa dovrei rispondere? Non lo so.

"Sai, questa mattina vi ho visti, tu e mio figlio. Eravate carini, abbracciati"

Doppio imbarazzo.
Ti prego dì qualcosa
"Bhe, ha scelto bene il divano allora"

Lei scoppia a ridere, e si alza poggiando la tazzina nel lavabo. Poi ritorna da me, appoggiandosi proprio al tavolo di fronte.

"Tranquilla tesoro, nessuno ti sta giudicando"
Certo, come no!

"Amelia ha la mattina libera, ma se mi dici cosa vuoi te lo preparo io"

Le sorrido cordiale declinando l'invito, non avrei di certo fatto in modo di passare altri minuti con lei che mi riempie di domande imbarazzanti
"No tranquilla, berrò solo un succo"

"Ma cosa dici, la colazione è il pasto più importante della giornata. In dispensa ci sono diversi tipi di brioche e biscotti, scegli quali vuoi"

Sentiamo dei passi scendere le scale, e Mark affianca sua moglie. Regge un borsone nella mano destra, probabilmente con dei vestiti puliti per la figlia, e con la mano sinistra stringe il fianco della moglie

"Buongiorno Jyllian, dormito bene?"

Oddio pure lui no...

"Ho già infierito io caro, non c'è n'è bisogno"
Cheryl gli poggia una mano sul petto bloccandolo.

"Già"

Lui le lascia un veloce bacio sulla guancia, ed io mi sto sentendo davvero di troppo in questa situazione.

"Sei pronta per andare cara?"

"Si certo, andiamo"

Mi salutano entrambi ed escono dal portone, e dalla finestra vedo sfrecciare poco dopo una Maserati rossa.

Bella macchina
Dici così solo perché è Italiana
Vero

Chiudo la tenda e vado verso il frigo, prendendo un succo di frutta alla pesca. Accendo la televisione cercando un bel programma, nel mentre bevo il mio succo. Butto la scatolina finita nel cestino, dopo averlo cercato per almeno due minuti buoni, e torno in salone, dove Andrew ancora dorme nella stessa posizione in cui l'ho lasciato.
Allora, dove sarà il mio telefono?

Provo ad alzare un suo braccio, cercando il cellulare nelle pieghe del divano, ma non è lì. Niente neanche sul tavolino o in cucina.
Ora che rifletto però l'ultima volta che l'ho usato ero in camera di Andrew.

Salgo le scale sentendo i miei passi rompere il silenzio della casa, e raggiungo la stanza di Andrew. La stanza è in perfetto ordine, credo che Amelia sia passata a pulire ieri sera. Spero solo di non aver lasciato in giro un mio reggiseno o altro, penserebbe sicuramente male.
Poi vedo sul comodino l'oggetto della mia ricerca. Lo carico alla presa elettrica vicino al letto, sedendomi nell'attesa che si accenda. Trovo un messaggio da mio fratello Aidan, che mi chiede se a Natale tornerò a casa.
Alzo gli occhi al cielo sbuffando, possibile che mi chiedono tutti solo questo?
Ignoro il suo messaggio scrivendolo un semplice buongiorno con un cuoricino.
Mando un messaggio vocale sia a Jerome che a Cole, dicendo loro di innaffiare le piante, e poi spengo il telefono, poggiandolo sul cuscino. Prendo dalla borsa un jeans e un maglione e mi chiudo a chiave in bagno. Lego i capelli in un top disordinato, per poi guardami allo specchio.

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora