Capitolo 65

555 42 24
                                    

Resisti Jyl.
Non posso, non ce la faccio.
Ma devi.
No. Sto male, lo capisci?
Starai anche peggio quando tua madre ti vedrà con i capelli sfatti.

Sbuffo mentalmente e cerco di reprimere la voglia di abbassare il finestrino.

La strada buia è illuminata solo dalle luci della macchina.
Prendo il cellulare e apro Instagram, cercando qualche post divertente che mi permetta di non pensare all'imminente disastro.

"Jyllian"
Mi richiama Andrew.
Alzo lo sguardo leggermente stranita, lui non mi chiama quasi mai col mio nome intero.

"Che c'è?"
Perché ho la voce così bassa?
Ho paura. Senza neanche aver visto mia madre ho già la sensazione che mi umilierà.
Quante persone in questo mondo sono terrorizzate dal giudizio della propria madre? Magari tante, ma mai nessuna arriverà ai miei livelli. Ho la tachicardia solo ad immaginare il suo sguardo.

"Ci sono io con te"
Mi guarda un secondo, distraendosi dalla guida.

Gli sorrido.
"Grazie per avermi accompagnata questa sera"
Stringo le labbra cercando di non morderle.

"Non mi riferisco solo a questa sera"
Mi guarda come se mi stesse facendo una promessa.
Non si inginocchierà spero...
Ma non scherzare per favore...

Apro la bocca per dire qualcosa, ma mi ritrovo a corto di parole.
Lui non sentendomi parlare si volta di nuovo, ammiccando un sorrisino quando vede il mio sguardo.

"Non credevo che ti avrei mai lasciato a corto di parole, di solito sei una tale chiacchierona..."
Mi da un buffetto, poi mi guarda incerto.
"Sei preoccupata?"
Ma dal tono di voce con cui lo dice, sembra che sappia già la risposta.

"Un po' si"
Sospiro, indirizzando lo sguardo sulle mie gambe coperte dallo stretto tessuto dell'abito.
Neanche questo colore tanto vivace riesce a restituirmi un po' di gioia e tranquillità.

"C'è qualcosa che posso fare per farti sentire meglio?"
Spogliami.
Piantala.

"Stai facendo già tanto"
Accenno un sorriso, lasciando che i nostri occhi si incrociano. Sento il nostro legame stringerci sempre di più, e la cosa mi fa paura.
Cosa succederà quando fra pochi mesi finirò l'università? E se l'anno prossimo non dovessi ricevere di nuovo una borsa di studio?"

"Nessuno mi costringe, non sto facendo nulla che non vorrei fare"

Mi mordo una guancia per non sorridere come un'ebete. Guardo davanti a me e con mio sommo disappunto mi accorgo che siamo arrivati.
Il grande ingresso brulica di persone acconciate, strette nei loro costosissimi vestiti, pronti a dimostrare quale stilista sia stato il più bravo. Rabbrividisco all'idea. Soprattutto per il fatto che, ora come ora, io sono così simile a loro.

"Non sei costretta a rimanere Jyl. Nessuno ti trattiene. Non ho ancora neanche tolto le chiavi dalla toppa, un tuo solo sguardo e io riparto."

Sarò l'autista della fuga
Ecco, ora mi servirebbe proprio qualcuno in pieno stile Meredith Grey.

Tengo lo sguardo fisso sull'enorme cancello dove tre bodyguard rimangono immobili senza accennare neanche ad un minimo saluto.
Chissà quanto devono averli pagati per lavorare anche l'ultimo giorno dell'anno.

"Rimaniamo"
La voce insicura mi tradisce. Una grande parte di me vorrebbe tornare a casa, indossare il fermaglio con le orecchie da renna e festeggiare il nuovo anno con la mia famiglia.
Ma so anche di avere dei doveri, verso i miei nonni paterni che hanno costruito tutto questo; vero quelli materni, che mi hanno vista uscire di casa con la consapevolezza che ormai sono una donna; verso mia sorella, che oggi sarebbe dovuta essere qui con me; verso la Jyllian diciassettenne che ha tentato il suicidio.

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora