Capitolo 34

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Tiro indietro le coperte, piegandole a fine letto.
Mi sfilo le scarpe e gattono sul materasso, stendendomi a pancia in giù, chiudendo gli occhi per godermi le ultime ore in questa casa.

Infilo un braccio sotto il cuscino per stare meglio, cercando una posizione un po' più comoda per cercare di sentire di meno il mal di schiena causato dai dolori mestruali.
Allungo il braccio libero, arrivando a sfiorare il cuscino di Andrew. Ancora mi sembra strano dormire con lui. E non qui a casa sua, ma anche a casa nostra, dove in teoria dovrei usufruire del mio personale letto matrimoniale.

Io, che mi sono sempre lamentata con le mie sorelle che certe sere volevano dormire tutti insieme nello stesso letto, ora quasi non riesco a prendere sonno se sono sola. O meglio, se con me non c'è Andrew.

Ma da quando sono diventata così sdolcinata?
Figlia mia, a quel pezzo di manzo di Andrew ogni tanto un complimento ci sta pure

La porta della stanza si apre, ed Andrew entra in camera
"Come ti senti?"

"Sto seriamente pensando di farmi sterilizzare come si fa con i gatti"
Mugugno con la guancia appiccicata al cuscino, quindi ciò che si capisce è più una lamentela. Ma comunque la sostanza è quella.

"Meglio di quanto pensassi"

Si siede sulla poltrona, e inizia a smanettare qualcosa sul computer.

"Vieni a stenderti qui vicino a me"
Batto la mano sul suo cuscino.
"Devo assistere a questa lezione, ma dura solo trenta minuti. Finisco qui e vengo"

"Non puoi seguire da qui?"

Alza gli occhi al cielo fingendosi scocciato, ma in realtà sorride.
"Vengo giusto per farti stare zitta"
Si alza dalla poltrona e si siede sul letto, poggiandosi con le spalle alla tastiera del letto. Stende le gambe, poggiando il computer su di esse.
Mi sposto un po' di più verso di lui, appoggiando la testa sulle sue gambe, poco sotto le ginocchia, che stringo con le braccia per impedirgli di muoversi.

"Ma come sei docile quando hai il ciclo"
Poggia una mano tra i miei capelli, iniziando a massaggiarmi la nuca. E se ho sempre odiato quando mia nonna lo faceva quando ero piccola, ora è la cosa di cui ho più bisogno.

"Docile io? Potrei benissimo farti il culo anche ora"

Chiudo gli occhi cercando di riposare un po', ma la squillante voce del professore di Andrew me lo rende difficile. Lo odio. Sia lui, che il mio coinquilino.

La mano di Andrew si stacca dalla mia nuca, facendomi sbuffare
"Non fermarti Andrew"

Lui scoppia a ridere, per non so quale motivo
"Di solito le ragazze che mi dicono così è perchè facciamo sesso, non perchè accarezzo loro i capelli"

"Vuoi davvero che ti risponda?"
Grugnisco.
"No, credo che sarà meglio rimanere col dubbio"

"Meglio per te, ora rimetti la mano dov'era prima"

Lui ridacchia, e dopo nemmeno un minuto ricomincia ad accarezzarmi la nuca, per poi spostarsi sulla guancia, che inizia ad accarezzare e pizzicare piano, facendomi ridere

"Te l'ho già detto che sei bellissima?"
Mi mordo il labbro inferiore, cercando di non sorridere

Quando la lezione finisce mi sembra quasi di sognare. Andrew cerca di spostarmi, ma grugnisco piano rafforzando la stretta sulle sua gambe.

"Fammi alzare Jyl, un minuto e ritorno"
Sbuffo, ma alla fine mi stacco. Torno a stendermi sul cuscino, sentendo quanto questo sia molto più freddo rispetto al corpo bollente di Andrew.

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora