Capitolo 61

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"Ti prego fai attenzione"
Sento sussurrare da Andrew che, appoggiato contro il tronco di un pino, cerca di non mangiarsi per l'ansia quel poco di unghia che gli è rimasta ancora attaccata alle dita.

Non gli rispondo perché anche semplicemente l'aria prodotta dal mio respiro potrebbe variare la direzione del proiettile.
Prendi un respiro non troppo profondo, guarda solo nel mirino e trattieni il fiato.
Ora spara.

Nella frazione di nemmeno mezzo secondo la superficie del bersaglio viene colpita all'altezza del cuore. Allontano il viso dal fucile e sorrido. Per essere una che non impugna un'arma da quattro mesi sono ancora piuttosto brava.
Anche se in realtà io puntavo circa un centimetro più al centro.

Carico il fucile in cui vi è rimasto solo una munzione. Il colpo finale è il migliore, con cui solitamente colpisco i bersagli al cervello o in parti più specifiche quali il naso.
Ma non oggi.
Oggi voglio riuscire a zittire i due uomini che momentaneamente sono alle mie spalle: uno che mi guarda pieno d'orgoglio, l'altro pieno d'ansia.

"Dove stai puntando Jyl?"
Chiede Aleah. Senza distogliere lo sguardo sorriso.
"Lo vedrai sorellina"

Aggiusto meglio il fucile vicino alla spalla destra. Maledetta bratella del reggiseno. Questo colpo dev'essere impeccabile e non posso sbagliare.

Sposto un po' la scollatura del maglione e stacco dalla coppa la bratellina destra, facendola penzolare dalla parte opposta.
Sistemo nuovamente come prima il fucile, e passo il successivo minuto a puntare la parte del bersaglio scelta.

"Jyl ci sei?"
Mi chiama Lexie. La ignoro e guardo per l'ultima volta il mirino. Tutto è perfettamente allineato.
Una folata di vento mi arriva in pieno viso.
Nonostante mi faccia venire i brividi mi impongo di non muovermi.
Quando questa passa, conto fino a cinque, in attesa che ogni residuo di corrente fredda svanisca.

Respiro.
Mira.
Trattieni.
Spara.

Sembra andare tutto a rallentatore: il grilletto che innesca il meccanismo, la munizione lascia il fucile, dal quale si crea una piccola nuvoletta di fumo bianca e grigia.
Poco più di un secondo dopo il bersaglio ha un nuovo buco.
Reggo il fucile solo con la mano destra, mentre guardo compiaciuta la mia opera.
Dovrei proprio tenere questa scheda, mi ha dato troppe soddisfazioni per essere buttata.

"Caspita Jyl, hai mancato la pancia"
Sospira Andrew, credendo che abbia sbagliato.

"Non ho puntato alla pancia"
Alzo e abbasso le sopracciglia, poi faccio l'occhiolino sia a mio fratello che ora come ora vorrebbe ardermi viva, che ad Andrew, che avendo capito spalanca gli occhi.
Fai bene a preoccuparti splendore!

Le mie sorelle capiscono la mia allusione e se la ridono.
Ovviamente il tutto contornato da qualche frecciatina un po' volgare di Aleah, che effettivamente era rimasta troppo in silenzio.

Guardo Aiden. Ha quello sguardo, quello speciale da fratello orgoglioso.
Ci battiamo il cinque.

Guardo ai nostri piedi, dove cartucce e polvere da sparo sporcano l'erbetta lucida e perfetta

"Io vado a mettere a posto il fucile, tu puoi raccogliere le cartucce? Occhio anche ai bozzi dei proiettili"
Chiedo ad Aiden, ma non aspetto che mi risponda che mi volto per tornare nel capannone.

Una volta lì sistemo al suo posto il fucile, ripromettendomi di ricominciare a sparare una volta tornata in America.
Potrei cercare qualche poligono di tiro vicino casa.
È necessario che mi tenga allenata.

Ritorno dagli altri, ma ci sono solo Aleah e Lexie che parlottano tra loro accennando a qualche risatina.

"Hey, di cosa state parlando?"
Mi avvicino alle spalle di Aleah, per poi stringerle il collo con entrambe le braccia.
Dio quanto mi è mancato abbracciare le mie sorelle. E quanto ancora mi manca.

Il Rumore Del SilenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora