Morir en tus brazos {1485} - 1

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Sapeva di aver sbagliato e non lo aveva nemmeno fatto consciamente. Ormai erano anni che agiva solo per salvaguardare il patrimonio della sua famiglia e lo aveva fatto anche in quell'occasione nonostante fosse ormai tutto inutile. Perché tenere tutti quei soldi se non c'era nessuno a cui lasciarli? Prima li aveva tenuti per Tristán, morto lui per i suoi nipoti, ma anche loro l'avevano abbandonata. Certo, l'ipotesi di conservarli per sé e Raimundo le era passata per la mente, anzi forse era la più bella di tutte. Ma ovviamente lei era quella che era e il destino ormai da anni aveva deciso che dovevano essere nemici, le loro riconciliazioni non duravano più di qualche mese.

Era in giardino a bere un tè quando la sua mente la riportò a Raimundo e alla breve conversazione che avevano avuto il giorno prima, quando lui le aveva detto che si sarebbe dimesso. Non poteva più rappresentare Puente Viejo perché non si considerava capace di trattare tutti equamente.

Il rumore del cancello che si apriva la riportò alla realtà e pochi secondi dopo apparve Raimundo. Gli aveva chiesto di raggiungerla per merenda, per poter parlare, ma lui non aveva risposto alla sua proposta, anche se evidentemente l'aveva accettata.

"Accomodati" - gli chiese dolcemente - "Per cosa mi hai fatto venire, Francisca? Ho molte questioni in sospeso"

"Proprio di questo volevo parlare con te. Non riesco a capire il motivo per il quale ti vuoi dimettere"

"Ti ho già dato una risposta ieri a questa domanda"

"Raimundo, hai sempre avuto una forte convinzione politica e ora che finalmente rappresenti il paese che tanto hai difeso con la tua lotta, ti arrendi!?"

"Arrendermi!? No, sono coerente, che è molto diverso. Francisca, ho dimostrato a me stesso che sono incapace di trattare tutti i cittadini allo stesso modo" - Francisca lo guardava sconvolta, era assurdo ciò che stava dicendo - "Stupidaggini! Sei un uomo nobile e giusto, il più nobile che io conosca!"

"Non ai miei occhi"

"Sei troppo esigente con te stesso! Dimettendoti ci lasci nella situazione peggiore, a disposizione di chi voglia venire ad occupare il tuo posto!"

"La decisione è presa" - le rispose, impassibile - "Non ti rendi conto che questi dubbi morali che ti tormentano ti convertono nel miglior candidato possibile per governarci!?" - non riusciva a darle ragione - "Chiunque altro anteporrebbe i suoi interessi personali, la sua famiglia, i suoi amici. Tu almeno hai una coscienza!"

"No!" - urlò alzandosi - "Se avessi davvero una coscienza ti avrei denunciata, ti avrei messa nelle mani della giustizia, però non l'ho fatto Francisca! Sono incapace di farti del male e di conseguenza devo dimettermi" - il suo sguardo cambiò. Da una parte tornò a fare capolino il senso di colpa e dall'altra lo sfinimento - "Raimundo, sono stufa di essere considerata la peggior donna del mondo quando in realtà cerco solamente di difendere il patrimonio che a suo tempo avevo pensato per il nostro adorato figlio Tristan, che riposi in pace" - anche lo sguardo di Raimundo cambiò e si tinse di dolcezza e confusione, quindi le domandò - "E te la prendi con me?!"

"Lottare è tutto ciò che mi resta. La volontà di sopravvivere e restare in piedi è ciò che mi fa svegliare ogni mattina. Non mi resta nient'altro. Niente" - ammise tristemente - "Persino te ho perso e ora per colpa mia ti dimetti. E anche tu finirai per perdere tutto ciò che ti importa in questa vita... e non lo consentirò, non me lo perdonerei" - affermò decisa. Poteva aver sbagliato con le sue azioni, anzi aveva sbagliato, ma voleva rimediare. Nel profondo del suo cuore sapeva che desiderava solamente vederlo felice e sapeva che solo combattendo attivamente in politica poteva esserlo. Non poteva dimettersi.

Raimundo rimase un istante a guardarla, innamorato perso com'era sempre stato, e le fece capire che la verità era un'altra, che gliela stava gridando da giorni, eppure lei non lo stava ascoltando - "Non lo capisci Francisca!?" - le chiese dolcemente, facendo un paio di passi verso di lei - "L'unica cosa che m'importa nella vita, sei tu" - Francisca alzò lo sguardo intimorita e confusa, ma lui continuò la sua dichiarazione d'amore nella maniera più dolce possibile - "tanto che desidero solo morire tra le tue braccia" - era sicura, Fe le aveva messo del brandy nel tè, non poteva essere vero ciò che Raimundo le stava dicendo. Eppure quando lui la prese tra le sue braccia per baciarla dovette ricredersi. Era vero. Come poteva esserlo? Come poteva amarla? Come poteva amarla ancora, nonostante tutto? Ma di fronte al bacio appassionato di lui, decise di lasciar perdere quelle domande e di goderselo. Anche se fosse stato solo un unico bacio, senza nessun seguito, anche se avesse voluto dire sentire la mancanza di Raimundo, nella sua vita, mille volte di più.

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