"Sono qui vostro nipote e sua moglie?" - chiese il generale arrabbiato - "Non sono soliti fare colazione alla Villa. Ah quindi ieri non li avete trovati... mi hanno detto che avete smosso mare e monti. Ma con scarsi risultati a quanto vedo..."
"Non sono qui per sopportare le vostre battute"
"Né io per sopportare visite indesiderate, quindi se non vi piacciono le mie battute già sapete dov'è la porta" - rispose seccato Raimundo - "Dove sono Matias e Marcela?"
"Non ne ho la minima idea e se lo sapessi voi sareste l'ultima persona alla quale lo direi"
"Sapete che intralciare la giustizia è un delitto?"
"Giustizia? Quello che state facendo a Puente Viejo credete si possa chiamare giustizia?"
"Vedo che voi non volete aiutarmi quindi mi vedo obbligato a perquisire la Villa..."
"Se questo è quello che volete... avete un mandato?"
"Non ne ho bisogno"
"Chiaro! Voi siete al di sopra della legge... No, non mi opporrò però vi avviso che quando Francisca ne verrà a conoscenza si arrabbierà; e molto!"
"Non mi interessa di come reagirà la vostra signora!"
"Vi ricordo che mia moglie non è una di quei paesani senza soldi che vi divertite a spaventare!"
"E cosa farà? Lamentarsi con il suo amico governatore? Non le servirà a niente"
"Non lo so ma quello che vi posso assicurare è che non rimarrà con le mani in mano e non si fermerà fino a che voi non pagherete per tutte le vostre malefatte!"
"Guardie, perquisite tutta la casa! Camere, ripostigli, scuderie... fino all'ultimo angolo! Non ci fermeremo fino a che non li avremo trovati!"
"Scusatemi se non vi invito a fare colazione, però non sono solito compiacere le persone indesiderate!" - il generale guardò per l'ultima volta Raimundo e poi se ne andò più arrabbiato di prima.
Finì di fare colazione con molta calma, quella visita lo aveva messo di malumore e gli aveva fatto passare la fame... Ad un tratto si ricordò di dove fosse Francisca e si coprì il volto con le mani pensando alla sua reazione.
La padrona di casa dormiva ancora placidamente nel suo letto, avvolta dalle morbide coperte. La stanza era immersa nel buio tranne per un piccolo raggio di sole che si posava esattamente sulla spalla nuda di lei.
Era andata a letto molto tardi, nella speranza di riuscire a trovare un modo per aiutare Emilia e Alfonso, e quindi era molto stanca. Per questo motivo aveva chiesto a Raimundo di non svegliarla alla solita ora ma di lasciarla dormire. Il suo sonno, però, venne improvvisamente interrotto dall'irruzione di due guardie nella sua camera da letto - "Cosa succede?" - chiese ancora addormentata senza riuscire a capire. Quando distinse le uniformi chiese - "Che cosa ci fate qui? Come vi permettete di entrare nella mia camera da letto senza avvisare? Fuori!"
Dopo nemmeno un minuto da quel pensiero Raimundo la sentì gridare dal piano superiore e si precipitò da lei.
"Dobbiamo perquisire questa stanza, sono gli ordini del generale"
"Non me ne importa niente dei vostri ordini!" - rispose alterata - "Non è questo il modo di comportarsi con persone della mia classe sociale!"
"Uscite!" - chiese Raimundo - "Lasciatela vestire almeno e poi potrete continuare con il vostro lavoro"
"Ha un minuto di tempo" - la avvisarono le guardie uscendo - "poi entreremo" - dissero chiudendo la porta alle loro spalle. Si alzò controvoglia dal letto, indossò la vestaglia e dopo alcuni secondi uscì dalla stanza. Le guardie si infilarono in camera senza quasi darle il tempo di uscire - "Che significa questo, Raimundo?!"
"Il generale sta cercando Matias e Marcela e crede siano qui; non ho potuto impedirgli di perquisire la casa..." - si giustificò - "Mi dispiace che ti abbiano svegliato in questo modo, amore mio..." - Francisca si abbracciò a lui e cercò tra le sue braccia quel calore delle coperte che le era stato così bruscamente sottratto. Raimundo le accarezzò la schiena e le diede vari baci tra i capelli nella speranza di renderle più piacevole quel traumatico risveglio.
Non avendo trovato i due ragazzi il generale dovette andarsene dalla Villa a mani vuote; a Francisca, però, tutta quella situazione aveva fatto venire un terribile mal di testa. Per questo motivo dopo mangiato decise di andarsi a stendere sul letto e riposare un po'. Raimundo seguì sua moglie con la speranza di calmarla e raccontarle la verità.
"Voglio che quel generale da due soldi sparisca dalla faccia della terra! Come si permette? Prima o poi mi vendicherò per tutto quello che ci sta facendo, te lo giuro Raimundo!"
"Voglio anch'io che se ne vada il prima possibile ma promettimi che non commetterai follie, Francisca"
"Anche se volessi non potrei..." - ammise frustrata - "è troppo potente, le mie amicizie non sono abbastanza per potermi occupare di lui e se volessi ucciderlo..."
"Francisca..." - la interruppe - "sai benissimo che non potrei farlo! Ci sono troppe guardie intorno a lui in ogni momento del giorno... Ora basta" - disse sfinita slacciandosi le scarpe e sdraiandosi sul letto - "per oggi non ne voglio più sapere niente di quel generale"
"Veramente ci sarebbe un'ultima cosa..." - le fece notare lui sdraiandosi vicino a lei - "No ti prego, ora non ne ho le forze, me lo dirai più tardi"
"D'accordo..." - sospirò - "Ora voglio solo riposare un po' e cercare di farmi passare questa emicrania... tu rimani qui con me?"
"Se lo vuoi..." - Francisca gli sorrise e riposò la testa sul suo petto mentre lui la strinse a sé - "Dormi tranquilla, amore mio, non ti disturberà nessun altro; ci sarò io a vegliare sul tuo sonno" - le assicurò dandole un bacio sulla fronte.
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Pasión Prohibida
RomanceQuest'opera raccoglie tante piccole storie su Francisca Montenegro e Raimundo Ulloa. Saranno per la maggior parte finali alternativi di scene andate in onda. È possibile che alcune di queste contengano scene di passione.