Beltrán - 3

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"Avanti alzati Francisca, finiscila con questa sceneggiata!" - continuò Raimundo credendo stesse solo fingendo per fare la vittima come al suo solito. Passò mezzo minuto e non vide nessun movimento, continuava ad essere stesa a terra senza muovere un muscolo. Iniziando a preoccuparsi si inginocchiò vicino a lei. Quando le sollevò il velo vide le lacrime che le solcavano il volto e un'espressione di dolore ancora marcata, sentì il battito cardiaco e... Non c'era.

Si fermò il respiro anche a lui solo al pensare che potesse essere morta a causa sua, no, non poteva essere, non potevano averle fatto così male le sue parole... Preso dalla disperazione urlò, incapace anche solo di toccarla da quanto si sentiva male per la reazione che aveva provocato in lei - "Aiuto!!! Che qualcuno mi aiuti per favore!" - immediatamente corsero al suo fianco Lucas e Mauricio che non se ne erano ancora andati - "Che cosa succede?" - chiese Lucas preoccupato

"Non sento il suo battito" - riferì Raimundo in lacrime e tremando

"Che cosa le avete fatto Ulloa!? Vi giuro sulla mia vita che se la signora è morta..." - urlò d'improvviso Mauricio al quale già sgorgavano fiumi di lacrime

"Non è questo il momento di discutere! Forza Mauricio, aiutami. Dobbiamo portarla all'ambulatorio di corsa!" - la presero in braccio ed iniziarono a correre e Raimundo dietro di loro. A metà cammino non aveva più fiato, si era inciampato cinque o sei volte ormai, non riusciva a stare in piedi ma per lei avrebbe fatto di tutto, persino perdere la vita correndo per saperla viva.

Arrivati in ambulatorio Lucas chiese a Mauricio di aspettare fuori. Una volta solo, le risentì il polso e c'era! Era debole ma c'era! Lei non aveva ancora ripreso conoscenza e lui capì cosa le era successo. Aveva avuto un'angina pectoris, tutto tornava: la forte emozione, il cuore fermo per qualche istante, il forte dolore che aveva provocato lo svenimento... Ora doveva agire! Cercò tra le erbe che aveva con sé del biancospino, della salvia, della menta o della valeriana e quando ne trovò una, fece un'infusione e gliela iniettò in vena. Le diede anche un antidolorifico sperando che la potesse aiutare e pian piano la vide rilassarsi e il suo battito tornò normale. Uscì per chiamare Mauricio, che nel frattempo era quasi distrutto dall'idea di perdere Francisca, e vide arrivare Raimundo correndo ed ormai senza più un briciolo di fiato.

"Come sta?" - chiese Mauricio

"Ditemi che è viva vi prego!" - aggiunse Raimundo

"Sì, è viva ma ha rischiato molto!" - tutti e due tirarono in respiro di sollievo e Lucas continuò - "Le si è fermato il cuore per qualche minuto a causa di una forte emozione, ora le ho dato delle erbe e sembra stabilizzarsi ma deve passare la notte qui e stare in assoluto riposo per i prossimi giorni"

"Rimango io con lei!" - disse Raimundo appena il medico smise di parlare - "Neanche per idea! È colpa vostra se la signora ha rischiato di morire, non vi permetterò di avvicinarvi a lei!"

"Mauricio ti prego" - insistette - "So che sono stato un cretino, un pazzo a dirle quelle parole, ma non posso stare lontano da lei! Devo vederla, devo stare con lei, prendermene cura, rassicurarla, proteggerla... Cosa che non ho mai fatto in tutta la mia vita" - finì la frase in un sussurro ed abbassò lo sguardo, Mauricio vide che era sincero e gli diede il permesso - "E va bene Ulloa, ma io resterò qui, e se sentirò anche solo una brutta parola nei suoi confronti ve la vedrete con me!" - Raimundo annuì e con il permesso di Lucas entrò nella stanza.
Era ancora molto pallida e Raimundo versò altre lacrime, prese una sedia per riposarsi dalla corsa e la mise vicino al lettino, lì, la contemplò in silenzio accarezzandole la fronte.

"Scusami vita mia per tutte le infamie che ti ho detto, per la mia insensibilità. Ti giuro che soffro tantissimo per quello che ti ho fatto, quando ti ho vista a terra avrei voluto morire. Non potevo sopportare l'idea di essere il causante della tua morte! È stato il dolore che mi ha fatto pronunciare tutte quelle cattiverie, quei rimproveri..." - smise un secondo di parlare per sentire quel silenzio interrotto solo dal dolce suono del respiro di lei. Aveva temuto tanto di non poterlo sentire più... Con l'altra mano percorse tutto il braccio con una leggera carezza fino ad arrivare alla sua mano ed intrecciarle tra di loro - "Ti amo Francisca, ti amo! Te lo ripeterò all'infinito fino a che non sarai stanca di sentirmelo dire. Non posso vivere senza di te, perdonami, ti prego..." - si alzò leggermente dalla sedia per depositare un bacio sulle labbra ed uno sulla fronte, poi appoggiò la testa vicino a quella di lei e le sussurrò "ti amo" all'orecchio, fino a che, stremato, non si addormentò.

Pasión ProhibidaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora