Morir en tus brazos {1485} - 3

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Francisca era andata a letto ma non riusciva a chiudere occhio e sussultava ad ogni sibilo di vento. Il rumore di qualcuno che bussava alla porta le fece saltare il cuore in gola - "Chi è!?" - chiese arrabbiata e spaventata allo stesso tempo - "Sono io" - andò ad aprire e quando vide Raimundo sorriderle sospirò sollevata. Un attimo dopo, un altro tipo di panico l'assalì - "Come sei entrato? Chi ti ha fatto salire? Chi ti ha visto?"

"Stai serena, mi ha visto solo Mauricio, mi ha aperto lui" - annuì facendolo entrare e poi richiuse a chiave la porta - "Tutto bene Emilia? Credevo restassi con lei"

"È al sicuro con Alfonso" - sorrise e lui si tolse la giacca, sistemandola su di una sedia.
"Tu come stai?" - le domandò - "Bene"

"Perché mi menti se sai che riconosco le tue bugie?"

"Perché non voglio che tu mi creda debole"

"Debole?! Ma se sei la donna più coraggiosa e forte che conosca?" - Francisca abbassò lo sguardo e Raimundo l'abbracciò con forza, sperando di riuscire a trasmetterle sicurezza.

"Ti ho vista tremare al sentire il suo nome, non volevo lasciarti sola, per questo sono tornato" - la rassicurò e lei si lasciò andare - "Grazie" - Raimundo sorrise e le lasciò tanti piccoli e dolci baci sulle tempie. Pochi secondi più tardi li sostituì con delle delicatissime carezze - "Mi piace tanto vederti con la treccia, ti sta così bene. Mi ricorda quando eravamo ragazzi" - lei sorrise malinconica - "Che cos'è rimasto, ormai, in noi di quando eravamo due ragazzini?"

"Forse la cosa più importante, il nostro amore" - le fece notare - "Hai ragione" - concordò con un sorriso e lui la baciò dolcemente per diversi minuti, per confermarle che tra loro l'amore c'era eccome e non se ne sarebbe mai andato. Si amavano da mezzo secolo, potevano smettere proprio in quel momento? Impossibile.

"Ci mettiamo a letto?" - le propose - "Non riesco a dormire"

"Non devi avere paura. Non permetterò che nessun Castro torni a metterti le mani addosso. A costo della mia vita" - il suo intento era calmarla ma quelle parole ebbero l'effetto opposto, Francisca era già andata nel panico a pensarlo in pericolo. Raimundo se ne accorse immediatamente e l'abbracciò forte - "Non mi succederà niente. Ora pensa solo al fatto che siamo di nuovo insieme" - le lasciò anche un bacio sul collo per aiutarla a convincersi ed apparve un sorriso sul volto di lei - "Mi sembra così impossibile"

"Invece è vero, vedi?" - le dimostrò iniziando a spogliarsi e Francisca si trovò a ridere ed arrossire. Comodamente sdraiati sotto alle coperte, Raimundo la prese sul suo petto regalandole tante carezze sulle spalle per farla calmare ed addormentare. Le bastarono cinque minuti, d'altronde come poteva non dormire tranquilla nel posto che per lei era il più sicuro al mondo? Raimundo le aveva salvato la vita in svariate occasioni e nei momenti di difficoltà era sempre stato presente. Poteva dormire serena sul suo petto.

Raimundo, invece, decise di rimanere a vegliare il suo sonno. Vederla dormire serena lo tranquillizzava, l'aveva vista tremare di paura a cena. In pochi secondi la sua testa gli fece dimenticare i brutti pensieri e lo fece concentrare sulla bellezza del momento che stava vivendo. Anche a lui sembrava incredibile poter essere abbracciato a lei. Incredibile inteso come non credibile ma anche come molto bello, sì, entrambi i significati erano veri.

Razionalmente sapeva che non aveva senso dichiararle il suo amore dopo che lei gliene aveva combinata di nuovo una delle sue, eppure era l'unica cosa che voleva fare. Erano settimane che cercava una scusa per riavvicinarsi a lei, per baciarla, per dirle che non gli importava nulla del passato, che aveva avuto talmente tanta paura di perderla che stare insieme a lei ogni minuto del giorno ed amarla era l'unica cosa che voleva. La strinse un po' più forte e si soffermò ad osservarla, commuovendosi. Mentre la guardava dormire, struccata, indifesa, serena e felice, gli sembrava la ragazzina di cui si era innamorato. Era consapevole del fatto che Francisca era molto cambiata, eppure restava in lei quel qualcosa che gliela ricordava tantissimo. Che fosse innamorato di un ricordo? No. Era innamorato di ogni sua singola sfaccettatura. Non approvava il male che era capace di fare alle persone eppure riusciva a comprenderla e la stimava per come riusciva a cavarsela in un mondo ostile. Inoltre, doveva ammettere che il suo lato malvagio la rendeva anche più intrigante ai suoi occhi... Forse perché il verbo intrigare andava bene per entrambi i significati. Sorrise, stringendola involontariamente e Francisca si mosse appena, aprendo gli occhi a fatica per guardarlo con un punto interrogativo enorme, disegnato in volto, che lo fece sciogliere e sorridere - "Non dormi?" - gli chiese assonnata - "Sì amore, ora dormo, mi ero perso a pensare a te e mi è volato il tempo" - effettivamente erano già passate un paio d'ore - "Dormi" - gli disse tornando ad appoggiare la testa sul suo petto e lui rise - "Agli ordini"

"Sciocco" - rispose con un mezzo sorriso e lui rise ancora, spense la luce e si sdraiò comodamente. Francisca gli passò una mano nella barba e sospirò serena. Si addormentarono entrambi nel giro di un paio di minuti.

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