Miedo y risas

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"La Villa! È lì che potrebbero colpire gli anarchici visto stanno tenendo una riunione con tutte le persone più potenti della zona!"

"Avete ragione Raimundo, corriamo!" - così ci dirigemmo di corsa sul posto sperando di arrivare in tempo; non potevo permettere che morissero tante persone e men che meno Francisca...

"Prestate attenzione signori!" - urlarono Ramiro e il sergente entrando in casa mentre io controllavo il giardino esterno - "Cosa succede?" - chiese Severo - "Dovete uscire immediatamente, abbiamo sufficienti motivi per credere che sia stata messa una bomba qui alla Villa"

"Una bomba in casa mia?" - chiese sconvolta Francisca - "Sì, uscite di corsa per favore!" - così vidi una massa di gente uscire e venire verso di me, tra i primi scorsi Mauricio che, presa sottobraccio Francisca, la fece uscire velocemente.

"Raimundo!" - urlò gettandosi tra le mie braccia impaurita non appena mi vide. D'istinto la strinsi a me accarezzandole i capelli fino a che non si calmò, poi, non appena fummo coscienti di ciò che era successo ci separammo andando ognuno da parti diverse. Controllai ogni minimo angolo della tenuta non trovando niente, quando tornai all'entrata principale tutti erano andati via, c'era solo Francisca avvolta in uno scialle e Mauricio di fianco a lei; mi avvicinai - "I soldati non hanno trovato nulla, puoi tornare in casa" - le dissi sorridendo - "Vuoi qualcosa da bere?" - mi chiese amabilmente - "Sì grazie" - le risposi allo stesso modo ed entrammo - "Signora vi lascio con don Raimundo, torno subito" - e lei gli fece un cenno col capo in segno di approvazione. La osservai mentre mi versava un bicchiere d'acqua e quando me lo porse notai la tristezza sul suo viso... Abbassò lo sguardo e si andò a sedere sugli scalini che portavano al tavolo da pranzo, durante il tragitto lasciò cadere lo scialle su una sedia e quando si fu seduta appoggiò la sua giacca sulle gambe, sempre in silenzio mi avvicinai e mi sedetti a un millimetro da lei.

"Cosa succede?"

"Mi sento colpevole di aver riunito tutte quelle persone nella mia casa"

"Mi dispiace aver interrotto una riunione per niente ma avevamo abbastanza indizi per credere che foste in pericolo, infatti sono convinto che se non fosse stato per Longinos e i suoi uomini sarebbe successa una catastrofe"

"Ma dimmi.. A chi è venuto questo sospetto?"

"A noi..." - non potevo certo dirle che ero stato io... Ci eravamo già avvicinati troppo nel pomeriggio e ciò non doveva ripetersi - "È da tempo che avevamo intravisto alcune stranezze. Ci è arrivato all'orecchio che la terrorista era piena di esplosivo..."

"E quale miglior occasione per attaccare se non questa ... Volendo proteggerci da questi anarchici gli abbiamo servito su un vassoio la possibilità di attaccarci. Siamo stati sul punto di morire tutti"

"Non ci pensare più, la fortuna ha voluto che arrivassimo prima di lei"

"Dimmi la verità" - mi chiese supplicandomi con gli occhi e stringendo la mia mano.

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