¡Matame!

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"Con che sfacciataggine ti coli in casa mia in questo modo?" - gli chiese Francisca terrorizzata vedendolo entrare dal passaggio segreto - "Entro da qui perché è l'unico modo per arrivare a te, Francisca... Devi avere la coscienza molto sporca se ti riempi la casa con così tante guardie..."

"È per evitare che mi si avvicinino persone indesiderate come te"

"Come vedi non ti è servito a niente...

"Se vieni anche tu per chiedermi che dia Beltrán ad Aurora, puoi tornare indietro!"

"Sai bene che era il desiderio di Bosco"

"Non ci sono prove, quindi puoi già andartene da dove sei venuto! Perché non penso di lasciare che la figlia della levatrice metta una mano sopra mio nipote"

"Non ci sono negoziazioni possibili Francisca?"

"Certo che no! La legge è dalla mia parte ed io sono l'unica che può dargli un futuro"

"Un futuro pieno di rancore ed odio"

"Un futuro degno, per onorare il sangue che scorre nelle sue vene!"

"Avevamo ragione io ed Aurora quando dicevamo che l'unica soluzione sarebbe che morissi... Così Beltrán crescerebbe felice, lontano dalla tua nefasta influenza"

"Sei venuto ad uccidermi?!" - gli chiese con appena un filo di voce completamente paralizzata; con uno scatto la tirò a sé e le puntò un coltello alla gola - "Se vuoi uccidermi fallo subito, ma non credo che ne avrai il coraggio"

"Ti assicuro che non è questione di coraggio, non sono tipo da togliere la vita a nessuno, neanche a te" - le sussurrò all'orecchio e la lasciò andare - "No, tu non hai mai preso decisioni su niente... Quindi farai meglio a riprendere la strada che ti ha portato nella mia casa e sparire per sempre"

"Me ne vado. Ma ti avverto, non avrai quel bambino! Bosco voleva che fosse Aurora a prendersene cura al posto suo"

"Fantasie vostre! Se Bosco avesse voluto questo l'avrebbe messo per iscritto"

"Lo afferma la stessa Aurora, Bosco glielo ha ripetuto in varie occasioni"

"Non ho mai creduto ad una parola di quella bugiarda e non comincerò a crederci adesso! Vattene Ulloa, qui non otterrai niente!"

"Francisca.... il tempo passa. Quanti anni possono restarti ancora?"

"Mi vuoi già sotterrare?"

"Ascoltami Francisca, quel bambino dev'essere cresciuto da una persona giovane, una persona forte, qualcuno che non lo lasci solo al monto tra non molti anni"

"Quando morirò io avrà le spalle coperte non temere, lui avrà tutto, tutto quello che potrà volere!" - gli rispose sincera - "Tutto; anche l'amore? Anche qualcuno che lo educhi senza riempirgli di odio l'anima?"

"Il vero odio io l'ho visto in voi che lottate per strapparmi il mio bisnipote, sangue del mio sangue. Vattene! Il bambino resterà qui, per sempre!"

"Ti pentirai di questo, Francisca"

"Sai di cosa mi potrei pentire? Mi pentirei di lasciarlo nelle mani di quell'arpia. Se lo crescerò io almeno la creatura avrà un futuro!"

"Un futuro... un futuro come Tristan, come tua figlia che neanche vuole vederti o come Bosco che è già sotterrato al cimitero?" - queste parole le sentì arrivare dritte fino al suo cuore come lame taglienti - "Osi entrare nella mia casa come un  ladro per parlarmi della morte di mio figlio!? Di mio nipote? Quando sono stata io a salvarlo da una vita da selvaggio, maltrattato e picchiato da un farabutto? Fuori dalla mia casa!"

"Hai salvato Bosco per puro egoismo! Il motivo per il quale fai tutto in questa vita e ora vuoi un altro giocattolo: Beltran. Beh ti avverto! Non permetteremo che resti qui con te!"

"Fuori!" - disse disperata non potendone più. Appena fu uscito dal suo studio lei chiuse velocemente il passaggio segreto e si appoggiò alla libreria; quella visione continuava a tormentarla, giorno dopo giorno.

Raimundo era quasi arrivato alla porta d'entrata quando decise di tornare indietro, non aveva intenzione di andarsene senza aver ottenuto ciò che voleva; l'avrebbe anche uccisa se fosse stata l'unica opzione rimasta. Senza farsi vedere da nessuno salì le scale e si nascose in camera di Francisca sentendo dei rumori nell'altra stanza. Quando sentì le cameriere andarsene andò a vedere il suo bisnipote, era trattato benissimo, questo sì, e ora era nella sua stanza a giocare. Fece per avvicinarsi a lui ma sentì dei passi e si nascose immediatamente, la porta si aprì e appena la vide entrare Beltran le fece un sorriso ed iniziò ad agitarsi perché voleva giocare con lei. Raimundo era pronto a tutto e teneva la sua mano sul coltello nel caso lei avesse fatto del male al piccolo - "Tesoro mio... " - lo salutò sedendosi vicino alla sua culla per passargli i giochi - "Volevo tenerti qui con me, farti crescere nel migliore dei modi per rimediare a tutti gli errori che ho commesso con i miei figli, con Maria, con Bosco... ma non mi è possibile..." - constatò tristemente - "Ho tutti contro e sento che nemmeno questa volta sto facendo la cosa giusta... Sono sola, tutti mi odiano e non voglio che mi odi anche tu che sei l'unica famiglia che mi è rimasta... Persino Raimundo mi odia, mi... " - si interruppe mentre le caddero alcune lacrime dagli occhi e lo prese in braccio per sentire meno dolore. Lui fu molto felice di essere coccolato da lei ed iniziò a giocare con i suoi capelli, lei sorrise appena e poi continuò a parlargli - "Forse mi odierai lo stesso, anzi, sicuramente lo farai visto che crescerai con Aurora ma almeno non sarà stata colpa mia, ci rivedremo quando sarai più grande amore mio, te lo prometto e ci vorremmo bene come ora" - affermò stringendolo a sé affettuosamente - "Ti prometto che potrai sempre contare su di me, accontenterò ogni tuo singolo desiderio o capriccio e ti giuro che le porte di questa casa saranno sempre aperte se vorrai tornare" - Beltran le sorrise come se avesse capito le sue parole e le mise un manina sulla bocca, lei la baciò e gli disse un'ultima cosa - "Ti voglio bene piccolo mio" - gli diede un ultimo bacio sulla testa, lo rimise nella culla e se ne andò in camera sua. Raimundo rimase spiazzato da quella dichiarazione e decise di andare da lei per dirle che aveva preso la decisione giusta e che nonostante tutto sapeva che aveva un cuore.
Francisca era distrutta ed appena entrò in camera iniziò a spogliarsi per mettersi nel letto e cercare di farsi passare quel tremendo mal si testa che le era venuto. Raimundo aprì la porta, richiudendola alle sue spalle, e se la ritrovò di fronte con solo una leggera sottoveste che la copriva appena. Entrambi rimasero in silenzio quando si trovarono di nuovo l'uno davanti all'altra, Francisca si sentiva fragile e con nessuna forza di combattere ancora. Cosa avrebbe ottenuto dicendogli la verità? Le avrebbe creduto? No, sicuramente no e quindi si avvicinò a lui - "Uccidimi e prenditi Beltran, non te lo impedirò" - gli disse con un filo di voce. Raimundo osservò il suo volto in silenzio per una frazione di secondi e poi la baciò abbracciandola. Francisca non fece assolutamente niente, lo lasciò fare tra le lacrime fino a che lui si separò dalle sue labbra e spostandole una ciocca di capelli le confessò sorridendo - "Ho sentito tutto e non ho nessuna intenzione di ucciderti piccola mia, anzi, sono molto orgoglioso di te" - Francisca non riuscì a trattenere le lacrime, non riusciva a credere alle sue parole, le sembravano così strane... In una sola frase l'aveva chiamata piccola mia e le aveva detto di essere orgoglioso di lei. Lui riprese a baciarla e lei si afferrò a lui lasciandosi coccolare anche solo per qualche minuto della sua vita. Raimundo sentì questo suo bisogno d'affetto e sentì anche la necessità di farsi perdonare, l'aveva sottovalutata come sempre, aveva sottovalutato il suo cuore e la sua sofferenza.
Per queste ragioni non smise nemmeno per un secondo di baciarla, si spogliarono lentamente e poi, semplicemente, le dimostrò tutto il suo amore, la sua gioia, la sua tenerezza e il suo essere orgoglioso di lei con tutta la dolcezza e la delicatezza di cui era capace. Un'ora dopo lei si era addormentata mentre lui non riusciva a smettere di osservarla, la sollevò delicatamente per appoggiarla sul suo petto; aveva bisogno di sentirla vicina, di sentirla respirare, di sentire il suo cuore battere vicino al suo. Sorrise e sentì una lacrima scendergli sulla guancia quando lei si strinse a lui e nel farlo appoggiò leggermente le sue labbra sul suo petto. In quel momento giurò a se stesso che non avrebbe più commesso gli stessi errori; le sarebbe stato vicino per proteggerla da se stessa, dalle sue paure, dalle sue fragilità e dalla vita che con lei era stata molto crudele.

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