Casa e chiesa - 1

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Esco dalla Villa infuriata, sbattendo la porta rumorosamente.

Oggi le domestiche hanno avuto la bella idea di scioperare e qui non si vede nessuno, né Tristán né Mauricio... sono tutti spariti!

È domenica mattina ed io devo andare a messa, non sono per niente felice di doverci andare da sola ma non è da buoni Cristiani mancare alla funzione domenicale... Controvoglia e giurando, passo dopo passo, di farla pagare cara a tutti i miei dipendenti per questa inadempienza mi dirigo verso il paese.

Anche se non mi piace ammetterlo mi fa paura camminare da sola. Ogni volta che vedo un uomo ubriaco mi torna alla mente quella bestia di Salvador... Tutte le sue umiliazioni... Vessazioni...

Mentre mi trovo a pensare a lui sento una mano che mi tocca un braccio. Ed è un attimo.

Il cuore sembra che voglia uscirmi dal petto per la paura ed il mio corpo reagisce prima che i miei occhi riescano a vedere chi sia effettivamente la persona di fianco a me. Istintivamente alzo il braccio per colpirla con la mia borsetta ma questo mio gesto viene bloccato. Ora mi afferra con entrambe le mani per tenermi ferma, io cerco di ribellarmi, di liberarmi da quella presa fino a che finalmente non mi giunge qualche altra sensazione proveniente dall'udito e dalla vista.

"Francisca, cosa ti succede? Francisca! Calmati sono io, Raimundo! Francisca mi senti?" - improvvisamente lo guardo senza vederlo e mi immobilizzo come una preda impaurita in balia del suo predatore.

"Francisca..." - sento ripetere ancora da questa voce, ha un tono preoccupato. Pian piano inizio a reagire, sbatto le palpebre e finalmente lo riconosco. È solo Raimundo, il mio Raimundo.

RAIMUNDO?!

Come lo urla il mio cervello così fa la mia voce - "Finalmente mi hai riconosciuto! Mi stavo preoccupando! Ti senti bene?"

"Lasciami" - gli chiedo immediatamente rendendomi conto di come mi stia ancora tenendo con entrambe le mani - "Solo se mi dici che cosa ti succede"

"Non mi succede niente, Raimundo Ulloa, con che diritto me lo chiedi?"

"Con quello di un uomo preoccupato che un tempo ti amava e si preoccupa ancora per te"

"Beh non dovresti" - gli rispondo girandomi ma avendo perso forza nel rispondere date le sue parole. Rimane un attimo in silenzio poi mi risponde - "Hai ragione. Perché preoccuparmi per una vipera che mi ha rovinato la vita e gode nel farlo giorno dopo giorno?"

"Io non ti ho rovinato la vita, ci hai pensato da solo a rovinartela!"

"Innamorandomi di te!"

"Non ti permetto di infangare quello che c'è stato tra di noi!" - gli rispondo d'impulso senza rendermi conto dell'entità delle mie parole - "Perché? Per caso ha significato qualcosa per te?"

"Perché è al nostro amore che mi afferro ogni giorno per andare avanti e sopportare questa maledetta vita!" - non so come siano potute uscire queste parole dalla mia bocca e nemmeno come abbiano fatto le lacrime a raggiungere le mie labbra. Di scatto mi volto e riprendo a camminare verso il paese. Non sarei mai dovuta uscire oggi!

Raimundo non demorde lo sento che a passi svelti mi sta raggiungendo ed infatti prima che io possa reagire mi trovo di nuovo tra le sue braccia - "Guardami e rispondimi, ti prego" - mi supplica - "significo ancora qualcosa per te?"

"Lasciami andare..." - lo supplico a mia volta - "Dammi una risposta e ti lascerò" - esito un momento ma poi trovo il coraggio per guardarlo negli occhi e dirgli che per me lui potrebbe anche morire - "Sei tutta la mia vita" - sussurro. Diamine! È bastato un suo sguardo per mandarmi in confusione!

"Lasciami andare, ti prego, non umiliarmi oltre"

"Non voglio umiliarti ma non riesco nemmeno a lasciarti andare, non voglio" - mi risponde agitato e poi non so come sento le sue labbra sulle mie.

Mi separo immediatamente dandogli uno schiaffo ma un secondo dopo mi pento del mio gesto e gli accarezzo la guancia - "Scusami" - mi affretto a dirgli e poi sento la sua mano appoggiarsi sulla mia.

Questo contatto mi fa tremare e mi porta indietro di molti anni.

Raimundo mi sorride e mi guarda con amore. Timidamente avvicina la sua mano libera al mio viso per asciugarmi una lacrima ed io non posso evitare di chiudere gli occhi e farne scendere altre.

Sono anni che nessuno mi accarezza...

Il mio pianto si fa incontrollabile e Raimundo mi stringe a sé. Cerca di calmarmi accarezzandomi i capelli, sussurrandomi parole dolci e lasciandomi alcuni baci sulle tempie ma questo non fa altro che peggiorare la situazione. Lui infatti mi guarda e non sa cosa fare, non capisce.

Mi separo completamente da lui e cerco di ritrovare un contegno per potergli dare una spiegazione.

"Non ricordavo più cosa si provasse ad essere accarezzati..." - riesco a dire appena prima di tornare a piangere, il dolore è tanto, i ricordi troppi.

Dopo le mie parole mi abbraccia di nuovo, con più forza, per farmi capire che con lui sono al sicuro.

"Da ora in poi ci sarà solo amore per te, dimentica tutto ciò che hai patito"

"Dimenticare è impossibile"

"Allora facciamo che i bei ricordi siano più di quelli brutti" - mi propone dandomi un secondo bacio. Lento, delicato.

Dopo alcuni secondi si separa da me e mi porge la mano. Non so dove vuole portarmi ma so che mi posso fidare di lui.

Camminiamo per qualche centinaio di metri poi arriviamo davanti ad un capanno di mia proprietà che avevo quasi dimenticato di avere. Entriamo e non appena chiude la porta torna a guardarmi. Piano piano si avvicina a me e mi prende il volto tra le mani per baciarmi nuovamente. Col passare dei minuti i baci si moltiplicano e dentro di me inizia a tornare quella gioia che provavo quando mi incontravo con lui ogni giorno, anche di nascosto se era necessario; avrei fatto di tutto pur di passare il mio tempo con lui.

Quando le nostre labbra si separano mi rifugio tra le sue braccia che per me sono il posto più sicuro del mondo.

"Me lo permetti?" - mi chiede ad un tratto accarezzandomi con la punta delle dita il collo. Riesco solo ad annuire, ho paura. So che non dovrei, Raimundo non è Salvador ma i ricordi sono troppi e tornano, continuano a tornare.

Sento il mio corpo irrigidirsi sotto al suo tocco e ad un tratto lo blocco violentemente per poi andarmene.

Pasión ProhibidaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora