Año nuevo, vida nueva.

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Da qualche anno ormai mi sono abituata a festeggiare da sola il Natale e l'anno nuovo... Quando ancora c'erano Tristan, Soledad o Maria si respirava allegria in quei momenti mentre questo addio al 1923 è davvero triste. Tutti i miei domestici hanno la serata libera e anche Mauricio quindi in casa sono sola, completamente sola... Mi accorgo di essermi incantata per circa dieci minuti a fissare la mia coppa di cognac, stasera nemmeno quella mi aiuta. Mi sento triste, sola, emarginata, ignorata da tutti... Mi sento odiata persino da chi mi ha sempre mostrato il suo amore e non lo biasimo... ho quasi tentato di condannarlo per sempre, ma diamine! Cosa potevo fare? La mia posizione sociale è tutto ciò che ho; ho imparato che non sono in grado di tenermi stretta gli affetti, che per quanto provi a cambiare non ci riesco... È ancora presto sono solo le dieci e decido di andare a fare una passeggiata fino alla Garganta del Diablo. È una notte di luna piena e vedendo tutto questo silenzio intorno a me decido di farla finita, di togliermi la vita. È una notte di festa, nessuno si accorgerà della mia assenza e quando domattina mi cercheranno non potranno mai trovarmi. Cerco di buttarmi dal burrone ma non trovo il coraggio così decido di sfidare la sorte mettendomi seduta sul bordo, facendolo rivedo la morte di Maria ed Esperanza e mi sento spingere in avanti ma poi sento la calda voce di Raimundo supplicarmi - "Allontanati da lì!" - spalanco gli occhi sperando di vederlo dietro di me ma ovviamente era solo un ricordo.

In questi momenti la penso sempre, lì alla Villa tutta sola mentre io sono qui a festeggiare con la mia famiglia... D'improvviso sento il cuore battere forte e un' ansia assalirmi. Che cosa mi sta succedendo? Con una scusa esco dalla sala e decido di andare alla Villa, dopo averla cercata per tutta casa inizio a preoccuparmi. Dove sei Francisca? Dove sei amore mio? L'occhio mi cade su una vecchia foto di lei con Maria e mi prende il panico. Inizio a correre velocemente verso il luogo della sua finta morte e trovo davanti a me Francisca, sdraiata a terra sul bordo del precipizio - "Francisca spostati da lì" - le dico - "Tu non sei davvero qui sono solo mie immaginazioni"

"No, sono io, voltati" - cerco di convincerla e la vedo voltarsi - "Raimundo..." - sussurra dolcemente - "Cosa ci fai qui?"

"Sono venuto a passare l'ultimo giorno di questo 1923 insieme a te" - le prendo la mano e la faccio allontanare - "Perché?" - mi chiede - "Perché sei qui?"

"Perché ti amo" - le sussurro accarezzandole una guancia - "perché non c'è niente che desideri di più che morire tra le tue braccia".

Questa dichiarazione mi coglie completamente impreparata, non so cosa dirgli, non riesco a pensare... l'unica cosa che mi viene da fare è accarezzargli il petto nascondendo il viso nell'incavo del suo collo - "Ti amo tanto" - gli confesso tutto d'un tratto- "ho bisogno di te" - lui mi guarda con quel viso che avrebbe fatto innamorare anche un sasso e si avvicina alle mie labbra dicendomi, appena prima di baciarmi - "Andiamo a casa e stiamo soli" - così mi trovo a seguirlo tenendolo per mano. Mi sembra tutto talmente strano che non mi accorgo nemmeno dove mi stia portando, lo vedo solo felice e sorrido anch'io capendo di essere la causa della sua felicità. Lui inizia a salire le scale ma io lo fermo - "Ti amo" - gli dico serena e lo vedo tornare indietro sorridendo per prendermi il viso tra le mani e baciami dolcemente - "Ti amo anch'io piccola mia" - mi dice prendendomi in braccio e salendo le scale fino a portarmi in camera.

La guardo e non ho dubbi, è la cosa più preziosa che ho. Mi siedo sul letto e la faccio sedere sulle mie gambe, la tengo stretta per la vita con una mano mentre con l'altra le tengo la gamba. Mi guarda così tranquilla che quasi ho paura ma questa svanisce quando inizia ad accarezzarmi la barba lentamente con le mani. Dove mi ha accarezzato mi lascia un bacio e poi arriva alle mie labbra. Ogni volta che bacio le sue labbra è come la prima, sento una fitta al cuore. Pian piano mi lascio cadere all'indietro sul letto e la porto con me. Si gira per stare più comoda e i nostri corpi arrivano a combaciare perfettamente. Stasera non abbiamo fretta, vogliamo solo del tempo per noi e per sentirci. Le accarezzo la schiena dolcemente e la sento sospirare. Mentre lei mi sbottona la giacca ed il gilet io le sciolgo i capelli e mi fermo a guardarla.

Pasión ProhibidaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora