Arrivati davanti alle scale della Villa, Raimundo si fermò - "Non entriamo?" - gli chiese confusa - "Perché non andiamo direttamente in paese da Don Anselmo per chiedergli di ottenere il prima possibile i documenti per il nostro matrimonio?"
"Quanta voglia di andare in chiesa! Sei anche diventato credente, ora?" - risero e lui le rubò un bacio veloce che la fece arrossire e guardarsi intorno - "Ti vergogni, Francisca?"
"Diciamo che ho una reputazione da mantenere e non posso farmi vedere in paese così"
"Così come? Felice?" - quella domanda la sciolse completamente - "Dammi solo un momento per sistemarmi, Raimundo. Ti prometto che non toglierò gli anelli e che poi camminerò orgogliosamente a braccetto con te per tutta la piazza"
"Lo hai promesso!" - annuì con un sorriso e corse su per le scale. Fe la vide entrare in salone e quasi non la riconobbe, le sembrava vent'anni più giovane - "Risplendete più del sole, questo pomeriggio, donna Paca! E tutti quei fiori? Sono un regalo di quel pezzo di pane di don Raimundo?"
"Taci e seguimi, sfacciata!" - le ordinò, non riuscendo a nascondere un sorriso.
Una volta in camera appoggiò delicatamente la coroncina di margherite sul mobiletto, per potersi togliere le forcine dai capelli e sistemare l'acconciatura - "Che non ti venga in mente di toccarla, sia chiaro!"
"Non mi permetterei mai, signora. Ma!? Quelli sono due anelli! Significa che voi e don Raimundo..."
"Da quando ti devo qualche spiegazione?"
"Avete ragione, scusate"
"Verrai informata a tempo debito insieme a tutti gli altri, ora ho solo bisogno che tu ti sbrighi!" - annuì e l'aiutò. Pochi minuti più tardi Raimundo la vide di nuovo scendere le scale dell'ingresso, con un sorriso bellissimo - "Sono pronta, possiamo andare" - gli assicurò ma lui rimase a fissarla imbambolato per qualche altro secondo - "Sei splendida, Francisca" - arrossì per il complimento poi si avviarono a piedi in paese. Avrebbero potuto prendere la macchina, per fare prima, ma arrivare presto non interessava a nessuno dei due, o meglio, volevano arrivare presto ma non così tanto da non avere il tempo di stare ancora da soli.
Dopo dieci minuti che stavano camminando in direzione Puente Viejo, Francisca realizzò una cosa a cui, forse a causa dell'emozione, non aveva dato troppo peso - "Perché stiamo andando da Don Anselmo? Non hai detto, prima, che non ci serviva un prete?"
"Sì, ma tu non ti sei opposta quando te l'ho proposto" - rise divertita - "Hai paura che io possa scappare?"
"No, solo pensavo fosse importante per te e per il tuo dio. Ancora ricordo tutte le prediche che ci ha fatto quando vivevo alla Villa e quante volte alla settimana doveva confessarti" - rise arrossendo - "Non mi inganni, Ulloa!" - lo avvisò, fermandosi - "Per quanto tu stia cercando di mettermi in imbarazzo o di farmi credere che per te non sia importante la benedizione di Don Anselmo so che non è così"
"Ah no?" - le chiese, facendo finta di niente - "No" - confermò con un sorriso, guardandolo dritto negli occhi - "so che ci tieni perché è il tuo migliore amico e perché è l'unica ragione per la quale saresti entrato in chiesa già da ragazzo" - abbassò lo sguardo sorridendo, l'aveva scoperto. Francisca gli passò una mano nella barba, per fargli sollevare nuovamente il volto, e gli sorrise - "Inizia a preparati mentalmente per la lavata di testa che ti farà il parroco e soprattutto per quella di tua figlia! Lo sai che non la prenderanno bene, che ti diranno che sei impazzito, che ti ho ingannato, che ti farò del male, che potrai solo essere infelice al mio fianco"
"Lo so, Francisca, ma io è accanto a te che sono veramente felice. Tutti hanno diritto ad un po' di felicità, perché per noi non può essere così?"
"Perché... ti sei innamorato della persona sbagliata" - ammise a malincuore - "se solo Olmo non avesse ucciso Agueda e lei non fosse stata malata sono sicura che sareste ancora insieme, felici e con la benedizione di tutti. Le avevo chiesto di renderti felice..." - ricordò.
Tutto quel discorso lo stava destabilizzando ma l'ultima frase era quella che lo aveva colpito di più e a cui non riusciva a credere - "Hai chiesto ad Agueda di rendermi felice?" - le domandò sorpreso e lei lo guardò un istante negli occhi - "La sera prima della vostra festa di fidanzamento lei si presentò alla Villa, supplicandomi di non fare nulla per impedire il vostro matrimonio, dicendomi che sapeva bene quanto tu fossi importante per me e quanto io lo fossi per te. Nonostante questo si appellò al mio amore per te, al fatto che io avevo già rinunciato a te ed in quel momento capii che sì, stavo rinunciando a te per sempre ma anche che non ci sarebbe più potuto essere niente tra noi, visto quanto male ci eravamo fatti. E così le garantii che non avrei fatto nulla per impedire che vi sposaste ma lei non si fidò, le sembrava strano che non volessi niente in cambio. Ma io una cosa la volevo. Se non potevamo essere felici insieme non significava che io ti volessi vedere infelice per sempre... per quanto assurde possano sembrare queste parole dette da me... quindi le chiesi di renderti l'uomo più felice del mondo" - ammise, ricordando tutto il dolore che prendere quella decisione le aveva fatto provare.
"E... e poi sarei io quello che si è innamorato della persona sbagliata!?" - le chiese in lacrime, diversi secondi più tardi - "Io non potevo essermi innamorato di persona migliore di te e questo lo so da sempre!" - le assicurò abbracciandola forte - "Io non so come dirtelo, Francisca, ma sono completamente, follemente, infinitamente innamorato di te. E so che tu mi ami allo stesso modo. Se le persone che mi vogliono bene non riescono a capirlo è un problema loro. Con te e per te sono pronto a far fronte a chiunque e qualsiasi cosa, te lo giuro amore mio" - Francisca lo tenne stretto a sé poi cercò le sue labbra per dirgli, con un bacio, che lo amava allo stesso modo e che era stata solo la mancanza del suo amore a farle fare tutto quel male, non il fatto che non fosse importante per lei.
Arrivarono finalmente in paese quando ormai era ora di cena. Pronti ad affrontare insieme qualsiasi difficoltà, si presentarono in chiesa. Servirono un paio di giuramenti a testa per convincere Don Anselmo a sposarli ma riuscirono ad ottenere una data. Non potevano essere più felici!
Passando dalla piazza decisero di fermarsi alla Locanda a cenare e mettere così al corrente anche Emilia ed Alfonso del lieto evento. Non proprio di buon grado incassarono la notizia ma scoprirono anche una Francisca a loro sconosciuta. Per Emilia era inconcepibile mettere insieme le parole: Francisca, dolce, innamorata e felice nella stessa frase. Eppure doveva! Perché non poteva descriverla in altro modo, quella sera. Guardando suo padre, invece, vedeva chiaramente quanto fosse felice, orgoglioso ed innamorato. Forse ad alta voce non lo avrebbe mai ammesso, ma avevano la sua benedizione.
Dopo cena, Francisca telefonò alla Villa per chiedere a Mauricio di andarli a prendere in macchina e per ordinare a Fe di radunare tutte le domestiche in salone al loro rientro.
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Pasión Prohibida
RomanceQuest'opera raccoglie tante piccole storie su Francisca Montenegro e Raimundo Ulloa. Saranno per la maggior parte finali alternativi di scene andate in onda. È possibile che alcune di queste contengano scene di passione.