Capitolo 1

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Melanie

«Melanie svegliati», la voce squillante di mio padre al risveglio è una tortura.

Mugolo qualcosa e lui dice: «Sta per venire qui la signora Lewis e ci sarà una grande sorpresa per te».

«Leila?» chiedo stropicciandomi gli occhi.

«Esatto Melanie, perciò svegliati. Tra mezz'ora saranno qui e non mi va che ti vedano in questo stato» confessa guardandomi.

«Come sarei scusa?» domando in tono offeso.

«Hai capelli tutti sfatti, sei struccata e hai delle occhiaie che si vedano da un chilometro».

«Ti ricordo che mi sono appena svegliata papà».

«Vatti a fare una doccia» mi ordina.

«La mamma dov'è?» chiedo sedendomi sul letto.

«È giù» risponde.

«Com'è oggi?».

«È felice di vedere Leila, ma non gli fa impazzire l'idea di non poterla abbracciare come un tempo. Sai come erano quelle due insieme, facevano di tutto proprio come io e Isac» ammette abbassando la testa.

Per chi non lo sapesse Isac è il marito della signora Lewis, morto purtroppo anni fa a causa di un incidente sul posto di lavoro.

«Capisco».

«Ti aspetto giù insieme alla mamma, ok? E non tardare!», mi guarda con freddezza ma poi, prima di uscirsene fuori da camera mia, mi rivolge un sorriso tenero.

Se c'è una cosa che amo di lui è proprio questa. Il suo modo di scherzare ma allo stesso tempo di mostrare a tutti la serietà, che nella vita non fa mai male.
Peccato che questo comportamento lo abbia soltanto 1 giorno a settimana, ovvero la domenica.

Quando gli altri giorni torna a casa è di poche parole e spesso urla a tutti, compresa mia madre.

Senza perdere tempo salto giù dal letto, ma prima di andarmene in bagno, rimbocco gli angoli del lenzuolo.

Non appena mi infilo in doccia tutti i pensieri vanno via, ma dopo 15 minuti, riaffiorano tutti. Uno ad uno. Il pensiero più grande, che mi tormenta ormai da mesi e mesi, è l'alloggio che ahimè non ho ancora trovato per Las Vegas. Non ho nessuno laggiù che possa ospitarmi perciò l'unica chance è cercare un piccolo appartamento.

Ho una lontana Zia che abita lì, potrei sentire se ha conoscenze e se sa di qualche appartamento in vendita o meglio ancora in affitto, ma ho paura che mi ospiti a casa sua pur di non farmi spendere soldi.

Non sopporterei questa convivenza nemmeno per 1 ora, infatti, è per questo che dico a tutti di non avere nessuno laggiù. Preferisco non partire a questo punto se lei deve essere la mia unica salvezza. 

«Melanie ti stiamo aspettando tutti giù!», mio padre di colpo entra in camera e dalla paura mi copro la bocca.

«Sei forse scemo ad entrare così? Mi hai fatto prendere uno spavento» commento.

«Ti vuoi muovere?».

«Dammi dieci minuti e arrivo».

«No, massimo due».

«Dieci».

«Ho detto due» ripete.

«Dieci».

«D'accordo dieci ma non uno di più» mi avverte uscendo.

Sbuffo e nel mentre mi finisco di truccare.
Fondotinta, eye-liner e mascara è la combinazione perfetta. So che è semplice per molti, ma a me piaccio così. Non riesco a vedermi la faccia imbrattata di cento colori diversi.

Quando finisco, mi guardo allo specchio ed essendo soddisfatta del mio look mi faccio una foto. Una foto che chiaramente non posterò mai da nessuna parte. Sono fatta così. Mi piace immortalare i ricordi ma senza condividerli.

Quando mi volto verso il letto trovo un libro incastrato tra il cuscino e le lenzuola.
Decido così di prenderlo e metterlo al suo posto.

Improvvisamente bussano alla porta e a quel punto dico: «Papà ti ho detto dieci minuti, smettila di tartassarmi».

La porta si apre e quando mi giro non credo ai miei occhi. Lui qui?

One night more Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora