Capitolo 71

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Jason

I ruoli sembrano essersi scambiati.
Se ieri era Melanie la persona che si è rinchiusa nella sua stanza a pensare, oggi ho fatto lo stesso io.

Ormai è sera. Gli altri hanno già mangiato.
Alan è entrato ben 3 volte in camera per chiedermi se avevo fame, ma gli ho dovuto dire di no.

Dopo essermi fumato un pacchetto di sigarette in meno di 24 ore a causa del nervosismo è normale che non abbia fame.

«Posso entrare?», Melanie si affaccia alla porta mentre finisco di sfilarmi la maglia.

Mi giro e la guardo. 

«Entra».

Distolgo di nuovo lo sguardo e continuo a fare quello che stavo facendo. La mia maglia finisce piagata sulla sedia, mentre i pantaloni appesi alla cruccia.

«Non so più come farti capire che mi dispiace. Oggi credevo che tu mi venissi a cercare ma niente» dice girando intorno al letto.
Sento la sua presenza dietro di me.

Mi giro lentamente.

«Non avevo da dirti niente» confesso.

«Non cui nemmeno spiegarmi come sono andate le cose?» chiede.

«Cosa devo spiegarti? Che non ho fatto niente? Già lo sai perciò non vedo perché debba farlo. Lui ti ha sentita parlare con Alan e per vendetta ha fatto quel che ha fatto» confesso.

«Ok, senso come risposta però...», la interrompo non volendo sentire altro.

«Nessun però Melanie. Scusa ma ho sonno», cerco di sorpassarla ma lei mi ferma per un braccio.

«Non mi piace la tua indifferenza».

«Mi sei stata indifferente per anni, per te sono stato lo stesso. Un giorno in più non cambia quello che siamo» dichiaro.

«Cosa siamo? Perché mi confondi abbastanza», si avvicina di due passi fino a farmi sentire il suo respiro sul collo. 

«Niente» rispondo.

«Niente?» ripete.

«Niente».

«Quando ammetterai a te stesso che non è così? Non ci sai stare senza di me. Credo che sia evidente a tutti ormai. Basta vedere quanto eri disperato ieri e quanto hai lottato per avere il mio perdono che, ora come ora, sembra non interessarti più» replica con aria saputella.

Sghignazzo e quando finisco per incrociare nuovamente il suo sguardo, dico: «Non ti sarai mica illusa spero?».

«Illusa di cosa?» chiede.

«Che potesse accadere qualcosa tra di noi in un'altro senso» rispondo.

«Cosa? No!».

«E allora perché spari cazzate? Io non sono succube di nessuno, tantomeno di una donna. Sto bene da solo e non vedo l'ora di vivermi ciò che la vita ha da darmi, senza avere tra i piedi una donna pronta ad ostacolarmi la libertà» dichiaro.

«Nessuno ha detto questo, ma in pratica ci rincorriamo da quando ci siamo ritrovati. Credevo che pure tu ti fossi reso conto di questa cosa».

«Ma quale cosa Melanie? Non è niente. Noi non siamo niente. Sarà stata una tua impressione ma guarda, smetti di fraintendere e ripetere che io e te sembriamo inseparabili perché ci fai solo una grandissima figura di merda», le parole mi escono spontanee. È la delusione a parlare al mio posto.

Le penso queste cose, ma non vorrei dirgliele.
Sa come sono fatto, sa quanto è pericoloso rischiare di provare sentimenti per me.

«Sei bravo ad illudere...», la sua voce è pacata.

«Ma illudere chi? Io non ho illuso nessuno Melanie svegliati!!!».

«Credevo che ci tenessi a me».

«Io non tengo a nessuno» le ricordo sapendo allo stesso tempo di mentire a me stesso.

«Però allo stesso tempo dici che sono diversa dalle altre» mi rinfaccia.

Sapevo di non doverlo dire.
Cazzo.

«Perché ti conosco da una vita».

«Solo per quello?» chiede.

«Sì» rispondo.

«Io non ti credo» ribatte.

«Non credermi, non è una novità per me ormai. Io la verità te l'ho detta e ti ripeto... Non sono io ad aver bisogno di te, semmai se tu».

«Io?» ripete e scoppia a ridere.

«Ma andiamo Jason. Non lo sono mai stata con nessuno, nemmeno con Josh figuriamoci con te», le sue parole sono affilate come un coltello.
Sembrano pronte a tagliarmi.

Josh.
Quel grandissimo figlio di troia con cui è andata a letto per chissà quanto tempo.

«Da come avevi impostato la frase avevi fatto capire altro, ma non avendo voglia di discutere mi limito soltanto ad assecondare ciò che dici perciò ok. Adesso vado in doccia. Buonanotte Melanie», prima ancora di ricevere la sua buonanotte esco fuori dalla stanza e mi rinchiudo in bagno.

Tiro un forte pugno alla parete e subito mi ritraggo per il dolore.
Cazzo che male! 

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