Capitolo 92

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Melanie

Finalmente dopo più di mezz'ora mia sorella torna da sola. Guarda a destra e a sinistra per cercare di capire dove siamo e quando si trova sul punto di dover decidere se andare in cucina con i nostri genitori o venire dai suoi fratelli, si avvicina a noi.

«Finalmente, ti credevamo sperduta».

«Non ho bisogno della tua ironia Collin, grazie» replica fredda e con un sorriso finto.

«Jason dove l'hai lasciato?» gli chiede lui.

Lei si guarda la bacia e sospira.

«Su» risponde.

Alza lo sguardo e mi guarda seria.

«E come mai non è sceso con te?» insiste Collin.

«Aveva bisogno di schiarirsi lei idee» risponde lei guardandomi negli occhi.

«Penso di andare a vedere che fine ha fatto» ammetto alzandomi dal divano.

«Aspetta mi ci siedo io lì», Josephine si alza e mi viene incontro.

«Qualunque sia il guaio in cui ti stai per cacciare, fermati e rifletti. Jason non è quello giusto per te».

Sussurra al mio orecchio prima di sedersi nel mio posto. Stronza.

Devo subito sapere cosa hanno fatto e cosa si sono detti. Giuro che se sono andati a letto insieme con me hanno chiuso entrambi.

«Vado, a dopo».

Rivolgo un sorriso a Collin prima di salire al piano di sopra. Mi affretto immediatamente nella mia camera e per fortuna la trovo aperta.

Jason è in piedi davanti al letto. Sta guardando fuori dalla finestra e non si degna nemmeno di girarsi.

«Che succede?», lo abbraccio da dietro lasciandogli un bacio sulla schiena.

Mi ferma per i polsi e si gira.

Mi bacia disperatamente premendo il suo corpo contro il mio. Mi lascio andare per un momento, ma non usando la situazione inizia a farsi molto più intensa lo fermo.

«Jason». A malincuore mi stacco da lui.

«Non mi respingere» mi supplica.

Prova a baciarmi nuovamente ma lo respingo.

«Che succede? Sembri sconvolto».

«Dobbiamo parlare», il sangue mi si gela.

E ora?

«Di cosa?» chiedo.

«Provi qualcosa per me?». La faticosa domanda è alle porte.

«Perché me lo chiedi?».

«Perché se solo fosse così devo saperlo. Io non sono l'uomo giusto per te» risponde.

La delusione mi travolge senza capirne il motivo.
Di sicuro è stata Josephine a mettergli in testa queste cose.

«Non siete ne tu ne mia sorella a decidere qual'è l'uomo giusto per me» ribatto innervosendomi.

Non ho la minima intenzione di far decidere a loro il mio futuro.

«Non mettere in mezzo Jo», il suo tono è autoritario come sempre.

«Cosa credi che sia una scema? So per certo che queste cose te l'ha messe in testa lei».

«Anche se fosse? Non è colpa sua, è giusto che prima di continuare con questa cosa sappia certe cose. Credo che pure tu ti sia resa conto che il nostro legame nell'ultimo mese si è stravolto completamente. Siamo finiti a letto una volta per poi farlo più spesso e adesso sembriamo quasi una coppia. Ho persino comprato una casa in vita mia da condividere con te e come se non bastasse ti ho chiesto di vivere insieme. Non vorrei aver affrettato le cose, e anzi, spero vivamente di non averti fatta sentire in obbligo di agire in un determinato modo». Parla talmente così velocemente che quasi mi perdo nel discorso composto da mille parole.

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