Capitolo 56

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Melanie

«E così ai tuoi amici non hai detto niente», sbatto la porta e Jason sgrana gli occhi.

«Che cazzo ti prende?».

È mezzo nudo. Indossa solo i boxer ed è appena uscito fuori dalla doccia.

«Sei un grandissimo pezzo di merda», lo spingo all'indietro e la sua rabbia si fa notare subito.

«Smettila e parliamo con calma» mi avverte.

«Vuoi mentire anche a me?» chiedo divertita incrociando le braccia al petto.

«Ma se non ho nemmeno capito di cosa stai parlando!» esclama sgranando gli occhi.

«Parlo di noi» confesso.

«Noi?» ripete alzando un sopracciglio.

«Sì».

«Ma se non esiste un noi Melanie!! Cosa dici?».

Ma se non esiste un noi Melanie.

La rabbia mi ribolle dentro.

«Dico che non ti sei fatto problemi a portarmi a letto» ringhio.

Lui mi zittisce posando una mano sulla mia bocca e mi guarda dritto negli occhi.

«Non urlare cazzo, potrebbero sentirti».

Mi scanso e guardandolo negli occhi gli dico tutta la verità.

«Ho già raccontato tutto ad Alan» dichiaro.

Lui indietreggia di un passo e stringe forte la mascella.

«Cosa hai fatto?» ringhia rabbioso.

«Gliel'ho detto. Non ci ho visto più quando mi ha detto che tu gli hai raccontato di noi proprio come hai fatto con le altre ragazze e così gli ho detto tutto quanto» ammetto.

Improvvisamente corre fuori dal balcone e, avendo paura di che cosa possa fare, lo seguo.

Si avvicina al sacco da box e ci tira 3 pugni.

«Cazzo» urla.

«Entra dentro Jason, fa freddo qua fuori» gli consiglio accarezzandomi la pelle delle spalle. 

«Vattene Malenie. Per oggi ne hai combinate già abbastanza» dice proferendo di nuovo parola.

«Io? Sei stato tu a non dire ai tuoi amici di quello che è successo».

«Ti sei chiesta perché non l'ho fatto?» domanda.

«Sì» rispondo.

«E?».

«Ho pensato che tu ti fossi vergognato di essere venire a letto con me» confesso.

Sghignazza e scoppia a ridere nervosamente.

«Questa è bella. Fattelo dire Melanie, sei stupida», rientra in casa e, come sempre, lo seguo per continuare a parlare.

«Jason fermati, parliamone».

«Ti rendi conto in che posizione mi hai messo? Adesso devo andare a dire ad Alan di non dire niente a nessuno», le sue iridi sono talmente piene di rabbia che quasi mi fa paura.

«Perché non vuoi che la gente sappia di quello che è successo?» chiedo.

Lui si gira di spalle e si prende la testa tra le mani.

Gli giro intorno e mi avvicino al suo volto.

«Rispondimi» gli impongo.

I suoi occhi tornano a incastrarsi con i miei e finalmente si degna a rispondere.

«Perché sarei capace di ammazzare qualcuno se solo ti infilassero in quella lista» confessa.

La sua risposta mi sorprende.

«Vuoi davvero farmi credere che non ci sono ancora finita?» domando.

«Ti ho detto di no e non scherzerei mai su questo».

«E per quanto riguarda il trasferimento?» chiedo.

«Quale trasferimento?».

«Perché vuoi trasferirti?» insisto.

«Era solo un'idea, per il momento non lo farò. Forse tra qualche mese ma non è nulla di certo» commenta subito.

«Io non ho nessuno se te ne vai» gli ricordo.

«Non ho intenzione di andarmene in questo momento» ripete.

«La tua vita è proprio una bugia Jason e costringi gli altri a fare la tua stessa fine», scuoto la testa e a quel punto, mettendosi sulla difensiva, dice: «Non è vero. Tutto quello che ho fatto l'ho fatto per te».

«È difficile crederti», mi giro di spalle e mi infilo sotto le lenzuola.

«Non mi crederai mai», sospira ed esce dalla stanza sbattendo la porta.

One night more Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora