Capitolo 42

239 16 2
                                    

Melanie

- Venerdi.

Dopo essere tornata da una giornata stancante di lavoro, mi sono messa a cucinare per tutti e per fortuna non c'è stato uno a lamentarsi.

I miei genitori sono già andati a letto.
Mio padre era sfinito e mia madre pure.

Stasera è qui anche Josephine, Collin invece se ne è dovuto andare come ogni venerdì sera.

Domani, non lavorando, può dormire di più ed essendo un appassionato di locali credo proprio che sia uscito con dei suoi amici per ritrovarsi dentro una discoteca.

Io invece sono qui, in camera mia e senza nulla da fare. Qui è mezzanotte e ancora il sonno non sembra essere alle porte. Per fortuna domani mattina ho più tempo per dormire.

Oggi Jason deve essere arrivato a Las Vegas. Da domenica sera non ci siamo più sentiti. Non so perché, tutto è iniziato quando ci siamo andati a lavare in bagno. Un silenzio assordante si è messo in mezzo a noi e più passavano i minuti più mi innervosivo.

Abbiamo sbagliato, questo è poco ma sicuro, però malgrado ciò non riesco ad essere pentita di quella notte. Lo rifarei? No.

Dopo il suo comportamento no.

Spero solo una cosa.
Mi auguro che non abbia scritto il mio nome sopra quella fottuta lista perché se solo fosse così mi avrebbe distrutta in pieno.

Non emotivamente. Dal momento che non mi importa niente di lui, ma la mia reputazione andrebbe a puttane.

Se mezza cittadina sapesse di me e Jason finirei anche per perdere il lavoro. Mi prenderebbero come minimo come una poco di buono.

«A cosa pensi?».

Scatto a sedere quando sento la voce di Jo alle mie spalle. Mi giro e la guardo male.

«Mi hai spaventata, dai entra».

Chiude la porta e si avvicina al letto.

«Beh?» mi incalza.

«Cosa diresti ad una persona che potrebbe aver fatto una cosa stupida?» domando.

«Gli direi di non commettere due volte lo stesso errore» risponde.

«Bene allora dimmelo» le ordino.

«Che hai fatto Melanie...?» sospira e aspetta il peggio.

Questa volta però è successo davvero.

Lei è l'ultima persona con cui ne vorrei parlare, ma è la prima che mi ritrovo difronte pronta ad ascoltarmi.

«Sono andata a letto con Jason» confesso.

«Tu cosa?», sgrana gli occhi e va nel panico.

«Shh... Fai piano o sveglierai i nostri genitori».

«Dimmi che stai scherzando».

«Vorrei» replico.

«Lo sapevo», si alza di scatto in piedi e inizia a fare avanti e indietro.

«Sapevi cosa?» domando facendo lo stesso.

Rimango in piedi a fissarla e lei risponde infuriata nera.

«Sapevo che avrebbe fatto lo stesso con te. Melanie ascoltami, Jason è semplicemente un manipolatore, non fidarti di lui».

«Solo perché ci sono andata a letto ciò non significa che mi fido di lui» rivelo.

«Mi sente, giuro che mi sente questa volta» ringhia.

«No, ti sbagli. Tu non devi dire niente a nessuno. Sì solo glielo andresti a dire finirebbe per credere che è stata una cosa importante per me, importante a tal punto da raccontarlo a qualcuno quando in realtà non è così» spiego e lei sembra capirmi.

Si rilassa e torna a sedersi.

«Sì, hai ragione».

«Bene, perciò non dire niente ti prego. È finita ormai, lui è laggiù e io qui» le ricordo.

«Sì ma tu a dicembre andrai a Las Vegas».

«Lo so, ma non succederà niente» la rassicuro.

«Giuro che se...», la interrompo e dico: «Non mi ha inserito in quella lista, non per il momento perlomeno. Ha detto che non lo farà».

«Come fai a sapere della lista?» domanda.

«L'ho scoperto la sera del suo compleanno ma non è questo il punto. Non lo farà vedrai» rispondo.

Non ne sono sicura ma questo lei non deve saperlo.

«Lo spero».

«È stata semplicemente un'avventura, proprio come successo tra di voi perciò non gli diamo peso, perché non ne ha» aggiungo.

«Con la differenza che io mi sono illusa, tu?», mi guarda dritta negli occhi aspettando esistente una mia risposta.

«No, certo che no» dichiaro.

È vero, io non mi sono innamorata mai di nessuno.
Non ci riesco.

«Con il tempo ho capito che è meglio lasciare perdere una persona come lui. Dopo aver chiuso con me da quella sera a cena dalla madre, ho capito che non è l'uomo giusto che posso avere al mio fianco. Merito rispetto, come qualsiasi altro essere umano su questo pianeta».

«Ma non stavate insieme no?» chiedo.

«No, non per lui perlomeno. Sono stata io ad illudermi» risponde.

«Capisco», torno a sedersi pure io ed è lì che si alza.

«Io vado a letto, per stasera ne ho sentite già abbastanza», si avvia verso la porta ed esce senza aggiunge niente.

One night more Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora