Capitolo 49

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Jason

- Lunedì.

Capisco che la giornata è quasi finita quando vedo rientrare da lavoro Alan.

«Ehi ciao, com'è andata la giornata?» chiede.

«Divano, divano e divano. A te?».

«Vorrei poter dire lo stesso ma oggi in negozio c'è stato il mondo. Non vedevo l'ora di tornare a casa» confessa togliendosi le scarpe.

«Ti ho lasciato qualche avanzo in cucina» ammetto.

«Grazie ma adesso vado a farmi una doccia».

Proprio mentre se ne va il telefono squilla.

Lo afferro in mano e rispondo senza guardare chi è.

«Pronto».

«Ciao tesoro» sento dire da mia madre.

«Ciao mamma».

«Com'è andata la giornata di oggi?» domanda.

«È stata come le altre» rispondo.

«A te a lavoro com'è andata?» aggiungo.

«Molto bene grazie».

«Finn sta bene?» chiedo interessandomi di lui.

«Ci ho parlato giusto prima di chiamarti e comunque sì. Continua a lamentarsi del fatto che non lo chiami mai ma sì, sta bene» rivela ridacchiando.

«Glielo hai detto?».

«Sì non preoccuparti, sa che sei indaffarato laggiù tra la ricerca della casa e di un lavoro» mi rassicura.

«Bene, grazie per averlo fatto al mio posto».

«Di nulla ma a proposito di case... Tu sapevi che Melanie oggi sarebbe partita per Las Vegas?» chiede.

Come avrei potuto saperlo se non parliamo da due mesi?

«No, ma non sarebbe dovuta partire verso la fine del mese di dicembre?».

«Sapevo anche io così ma evidentemente deve aver cambiato idea» confessa lei sospirando.

«I genitori che ne pensano?».

«Charlotte non è contenta, Kevin non saprei. Ieri sera sono rimasta a cena da loro ma lui non l'ho visto. Ha finito il turno stamani quindi ieri sera non ha cenato con noi. Quando sono arrivata a casa loro già non c'era ma non credo che faccia i salti di gioia» spiega lei.

«Ecco perché non mi hai chiamato ieri sera!».

«Sì scusami».

«Non fa niente. Melanie ti ha detto qualcosa di me?» chiedo e una parte di me spera che mia madre dica di sì.

«Mi ha confessato che non le parli da due mesi, quando io ero rimasta che vi eravate sentiti giusto tre giorni fa» ribatte lei.

Merda.

«Non volevo che facessi domande, per questo ti ho mentito mamma» ammetto.

«Capisco, allora vorrà dire che non inizierò con il mio interrogatorio», sospira di nuovo e a quel punto distolgo lo sguardo cercando subito un argomento di cui parlare.

«Per quanto riguarda l'alloggio sai dove starà?».

«Per 5 giorni andrà in uno hotel, se riuscirà a cercare casa in affitto in quei giorni bene altrimenti non lo so. Lì i costi sono altissimi, Las Vegas è una delle mete più costose» mi ricorda.

«Lo so molto bene, guarda me. È da due mesi che sono qui e non ho ancora trovato una casa tutta mia» dico facendole notare la mia situazione.

Qui i costi sono altissimi, specialmente in centro città. Potrei andare nelle periferie ma mi servirebbe un appartamento piccolo, di conseguenza non troppo costoso e massimo 20 minuti dal centro.

«Mi raccomando Jason... Se dovesse venire da te a cercare aiuto non esistere a darglielo. Per una volta, una soltanto, metti da parte l'orgoglio solo per lei» dice in tono supplichevole.

Se solo me la ritrovassi davanti le sbatterei la porta in faccia, ma so che facendo così rischierei di perdere la mia natura perciò passo e caccio subito via questa idea dalla mia mente.

«Non preoccuparti, so io come comportarmi con lei» sibilo dandole la giusta assicurazione.

«Grazie».

«Ora che farai?» chiedo.

«Tra poco mi metterò sul divano a vedere qualcosa. Tu? I ragazzi sono già tutti e 3 tornati?».

«Solo Alan. Lui smette sempre alle 17:30 mentre gli altri non sembrano avere un orario. A regola alle 19:00 dovrebbero essere sempre a casa, ma delle volte rimangono a cena fuori, altre volte si divertono andando a fare serata perciò in questa casa ci viviamo solo io e Alan. Gli altri si vedono a tratti» preciso meglio.

«Capisco».

«Io comunque adesso vado mamma. Se ci sono novità di qualsiasi tipo avvisami» le comunico.

«Senz'altro, a più tardi Jason».

«Sì, a dopo».

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