Melanie
«Si può sapere perché non mi hai chiamato? Se ti ho dato il mio numero c'è un motivo».
«Perché non volevo avere il tuo aiuto» ammetto.
«E allora perché sei qui?» chiede.
«Non so dove altro andare. Ho girato case su case, appartamenti su appartamenti ma non ho trovato niente che fa per me. Tutto costa troppo e le case che si aggirano intorno al mio budget stanno a 40 minuti di macchina dal centro» rispondo.
Lui si siede sul letto ed io lo seguo.
«Anche io non sono riuscito a trovare niente in questi mesi. Devo imparare ad essere meno pretendente e cogliere l'attimo» confessa.
«Non sei messo male però. Sembrano simpatici Harry e Alan» ammetto cambiando per un attimo argomento.
«C'è anche Benjamin, te lo farò conoscere» precisa.
«Capisco».
«Chi ti ha portata qui?» domanda curioso.
«Uber».
«Come facevi a sapere l'indirizzo e perché non mi hai chiamato? Potevo venirti ad aiutare con le valigie e...», lo zittisco con un bacio.
Si alza in piedi e mi spinge contro la parete della stanza.
Quando ci stacchiamo mi guarda dritto negli occhi.
So cosa mi sta per dire ma sono io a precederlo.
«Oggi è stata una giornata di merda. Mi dispiace, non volevo».
Lui rimane in silenzio finché le sue mani non iniziano a sbottonare la camicia di raso.
Sono troppo concentrata sul suo tocco per chiedergli di smetterla.
«Continuo?» chiede premuroso.
Annuisco e riprende a baciarmi.
Prendendomi dal retro delle cosce, mi alza da terra e istintivamente gli avvolgo le gambe intorno al bacino.
Le sue mani strizzano le mie natiche talmente forte da lasciarci il segno.
«Jason sei qui?».
Una voce ci interrompe. Lui di scatto si alza da me e si avvicina alla porta.
Mi sbrigo a sistemarmi la camicia e a riporla dentro i pantaloni.
«Dimmi».
«Ti volevo chiedere se per caso avevi qualche panno da lavare. Sto facendo la lavatrice e...», si interrompe
non appena mi vede dietro Jason.Lui si volta verso di me e fa un grande respiro.
È nervoso.
Riesco a percepirlo.«Non devo lavare nulla Benjamin, adesso puoi andare» ribatte Jason scorbutico come sempre.
Il ragazzo continua a guardarmi e a quel punto non mi resta che presentarmi.
«Piacere, mi chiamo Melanie».
Mi stringe la mano e riprende a parlare.
«Benjamin, piacere».
«Bene, adesso che le presentazioni sono state fatte ti rechi ognuno può tornare a fare ciò che sta facendo, giusto?» chiede guardando l'amico.
«Sì, scusatemi l'interruzione».
Il ragazzo dall'aria tranquilla se ne va e Jason sbatte la porta alle sue spalle.
«Sembra simpatico, perché lo tratti in quel modo?».
«L'apparenza inganna Melanie», mi supera ed inizia a spogliarsi davanti a me.
«Posso andarmi a fare una doccia?» domando.
«Vai, non chiedermelo. Questa non è casa mia» risponde acido.
Riecco tornato lo stronzo di sempre.
Esco fuori dalla stanza e mi affretto a cercare il bagno. Sbaglio 2 volte prima di trovare la porta giusta.
Non appena entro dentro mi chiudo a chiave ed inizio a spogliarmi.
Ci vuole proprio una bella doccia dopo una giornata simile.
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One night more
RomanceQuando Jason, venticinquenne di origine britanniche, torna nella casa di famiglia dopo un lungo tempo passato fuori città, la vita di Melanie si ritrova ad essere travolta un'ulteriore volta. Lui è incontentabile, maleducato e prepotente con lei. ...