Capitolo 39

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Melanie

La sua lingua scorre lungo l'entrata e le sue mani premono sulla mia pelle.

È difficile trattenersi in una situazione del genere. Cavolo se è bravo.

Quando inserisce il quarto dito e succhia con forza il clitoride, vengo sulla sua lingua, chiudendo gli occhi, e mordendomi un labbro per non urlare troppo.

Dopo aver riaperto gli occhi mi ritrovo il suo volto a pochi millimetri dal mio.

Le labbra invitanti mi involgono a fare di peggio.

«Usi la pillola?» chiede ma io scuoto la testa.

«Allora ci vuole questo», si alza in ginocchio e prende dal comodino un profilattico.

«Tu non hai visto niente, chiaro?».

«Chiaro» ripeto.

Aspetto impaziente mentre se lo infila e quando torna sopra di me, sento la sua erezione sbattere poco sotto l'ombelico.

I nostri occhi si incrociano quando lui inizia a strusciare la punta davanti l'entrata.

Sembra che stia cercando un'altra approvazione, più di quanto già non gliene abbia data.

Per fargli capire quanto lo voglio mi avvicino alle sue labbra e lo bacio. Con una mano mi libera i polsi e poco dopo le mie braccia sono intorno al suo collo.

«Fallo» ordino impaziente.

Senza farselo ripetere due volte mi penetra fino ad arrivare infondo all'apice del piacere.

Mi afferra per fianchi ed inizia a muoversi.
Si spinge dentro di me con spinte secche e violente.
Tutto ciò mi piace.

Per quanto non voglia mostrargli il piacere che mi provocano le sue spinte, non posso evitare quali sono le mie esigenze e ciò che provo.

Quando sono con lui mi si rimescola il sangue e anche se volessi, non posso tornare indietro e smettere di provare ciò che provo.

Finalmente dopo una vita intera mi sento viva. Mi sento viva grazie a qualcuno che mi detesta e che non mi sa apprezzare ma infondo sarò sempre grata a Jason Lewis per avermi fatta sentire così la notte prima di dirci addio per sempre.

Almeno per questa sera voglio sentirmi libera e per quanto possa rimpiangere questo momento, non voglio essere da nessun'altra parte se non qui con lui.

Voglio stordirmi di lui e sentire il calore del suo corpo sul mio.

Ho studiato silenziosamente per anni questo ragazzo, ma non sono riuscita a scoprire quasi niente su di lui. Il mio tempo ormai è terminato, con stasera finirà tutto ma spero che in futuro, anche lontano, riuscirà a trovare qualcuno che renda la sua quotidianità meno turbolenta del solito.

I suoi occhi fremono di desiderio e le sue mani non fanno altro che stringermi forte.

Improvvisamente esce da me e mi obbliga a girarmi a pancia in giù. Adesso sono completamente sdraiata sul letto e non ce la faccio a frenare il desiderio di riaverlo dentro di me.

Pochi istanti dopo mi divarica le gambe e torna ad affondare nella mia intimità.

Non riesco a reprimere un gemito di piacere quando aumenta la velocità.
Si tiene sulla braccia mentre con le labbra bacia la mia schiena nuda. Dal troppo piacere stringo le lenzuola e inclino la testa a sinistra.

Le mie labbra si schiudono ed è lì che riesce a farmi capire quanto mi desidera. Spinge più forte la sua erezione contro di me e temo che i miei fianchi si sgretoleranno da quanta pressione ci esercita sopra.

«Ti piace?» sussurra al mio orecchio piegandosi in avanti e sorreggendosi sulle sue stesse braccia.

«Sì».

Chiudo gli occhi e mi mordo il labbro inferiore.

«Quanto ti piace?».

Il calore del suo respiro sul collo mi fa venire i brividi.

«Tanto» rispondo.

I suoi baci non smettono di darmi piacere insieme alle sue spinte.

«Ti hanno mai detto che sei bellissima?» chiede.

In quell'istante apro gli occhi. Vorrei poterlo vedere in viso e osservare la sua espressione.
Sorrido e poco dopo rispondo: «Non in queste occasioni».

«Hai uno splendido corpo Melanie», parla a voce bassa, suadente direi.

Non riesco a parlare. Nessuno mi aveva detto parole dolci durante un momento simile, questa per me è la prima volta. Credevo di odiare le sdolcinatezze, ma dette da lui suonano ancora meglio.

Riesco a sentire il suo respiro cambiare mentre mi riempie di piacere.

Una forte sensazione inizia a farsi sentire giù, proprio sotto l'inguine.

«Manca poco piccola, non è così?» chiede al mio orecchio.

«Sì...», sospiro di scatto e vengo seguita da un forte orgasmo. Non mi importa più niente delle persone al piano di sotto.

Lui, ormai pronto a cedersi, esce da me e mi fa voltare bruscamente nella direzione di prima. 

Guardandomi abbandonare la testa sul cuscino, si sfila il preservativo e viene sulla mia pancia.

Quando il liquido caldo si impadronisce del mio corpo e quando rialzo lo sguardo per guardarlo, sorrido divertita.

È una fitta nel cuore vedere i suoi occhi guardarmi bramosi. Prima che possa dire altro lo afferro per le guance e lo conduco fino alle mie labbra.

La sua lingua sfiora la mia e una sua mano afferra un mio seno, stringendolo con forza.

C'è servito tutto questo tempo per unirci in un momento del genere. Non che lo desiderassi, ma sapevo che prima o poi sarebbe accaduto.

Quello che è stato a frenarmi per tutto questo tempo è la lista, quella fottuta lista che porta il nome anche di mia sorella.

«Vado in bagno a ripulirmi, vieni con me?», la sua mano mi accarezza il volto ed io annuisco.

«Bene», si alza lentamente e prende i boxer a terra.

Io lo seguo e mi chiudo in bagno con lui.
Secondo round? No.
Vorrei? Sì, ma non glielo dirò mai.
Non deve illudersi.

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