Capitolo 22

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Jason

- A Sera

Quando rientro in salotto, mi strofino le mani per il freddo e dico: «La spazzatura l'ho buttata».

Per essere settembre è abbastanza fresca l'aria qua, in particolare da queste parti.

«Sei un'angelo, grazie» replica mia madre.

«Vuoi che vada a lavare i piatti?» chiedo.

«No, resta pure a fare compagnia a Melanie. Ci penso io ai piatti» risponde alzandosi dalla poltrona.

Quando mi passa affianco, afferra la mia mano e mi lascia un dolce bacio sulla testa.

«Che hai fatto sul collo tesoro?» domanda mia madre. Mi irrigidisco subito.

Guardo Melanie e lei distoglie lo sguardo imbarazzata.

«Nulla di che mamma, penso di essermi grattato troppo. Mi avrà punto un insetto e a forza di grattare è normale che venga così» mento.

Lei cerca di trattenere un sorriso e senza dirmi niente va in cucina.

«Non venivo qui da anni» commenta Melanie dal salotto.

Mi avvicino a lei e mi siedo sulla poltrona.

«Ti piace cambiare argomento eh» le faccio notare.

Lei arrossisce e scuote la testa.

«Potevi coprirtelo» mi rinfaccia.

«Potevi non farmelo» ribatto.

Rotea gli occhi e mi guarda male.

«Dovevo vendicarmi in qualche modo, non trovi?», alza un sopracciglio e mi guarda con aria di sfida.

Per avvicinarmi a lei, mi chino in avanti, posando così i gomiti sulle mie ginocchia.

«Tu lo sai che avrai una vita per scontare tutto quello che mi stai facendo vero?» la avverto.

«Ho solo altre due settimane, poi te ne andrai ed io potrò iniziare a vivere» commenta.

Trattengo una risata e dico: «Come fai ad esserne così sicura?».

«Saremo distanti» mi ricorda.

«Sì è vero, ma a dicembre mi raggiungerai».

«Hai presente quant'è grande Las Vegas? Non ci incontreremo mai sulle sue strade» rivela.

«E sono d'accordo, ma qualcosa mi dice che verrai da me a cercare aiuto», lei si alza di scatto e si avvicina pericolosamente a me.

Non facendomi paura, mi alzo pure io e la prendo per il collo.

«Ehi ehi ehi, con questo impeto non ti avvicini a me cara mia» mormoro sulle sue labbra.

«Sei un grandissimo cafone. Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, né del tuo né quello di nessun altro. So badare a me stessa a differenza tua», le sue mani cercano di allontanarmi ma io glielo impedisco.

«Arrenditi».

«Sei proprio incomprensibile Jason, lo sai vero? Prima mostri odio nei miei confronti, poi ti avvicini a me e successivamente mi allontani. Adesso che stai facendo? Vedo che ti piace provocarmi e farmi imbestialire ogni santa volta che passiamo del tempo da soli, ma non ne capisco il motivo», le sue mani si posano sui miei fianchi ed io rimango serio.

Ha ragione, ma è solo un passatempo il nostro.
Io mi diverto a darle noia quando non ho di meglio da fare, fine.

«Sei un passatempo per me» dichiaro.

«Se sono un passatempo allora trovati qualcun'altra con cui giocare, perché sono davvero stanca», si libera dalla mia presa e corre in camera di mia madre.

Ci manca che adesso debba subirmi le lamentele di una diciannovenne.

«Se è davvero un passatempo lasciala vivere in pace Jason» sento dire da mia madre.

Mi volto ed è appoggiata allo stipite della porta.

«Non ti ci mettere pure tu» la avverto.

«Fai come vuoi, ma lei non si merita questo», scrolla le spalle e si avvia da Melanie, lasciandomi da solo.

One night more Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora