Capitolo 29

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Melanie

Mentre torno a casa ripenso a tutte le pessime cose che ho detto a Jason.

L'ho fatta la mia!

Ma ho dovuto. Ho dovuto allontanarlo per il suo bene e per il mio. Mi ha vista debole, fragile, vulnerabile e si è reso conto di quali sono le mie incertezze.

Questo non va bene, non l'ho mai permesso a nessun ragazzo. Lui non deve essere il primo.
Nessuno sarà il primo. Per questo sono sola.

Se mi odia sarà più facile per me andare avanti.

«Ehi Melanie».

Non appena entro trovo mio fratello in salotto.

«Collin che ci fai qui?».

«Non posso tornare a casa mia quando voglio?» mi chiede con un sorrisetto stampato in faccia mentre mi si avvicina.

«Scusami hai ragione», mi rifugio nelle sue braccia e resto in silenzio per qualche istante.

Sa di non dovere dire nulla in queste occasioni.

«Oggi niente lavoro?» chiede.

«No», mi stacco da lui e mi avvio in cucina.

«Quindi sei tutta per me?», mi segue e si siede sull'isola in mezzo alla cucina.

«Dove vuoi andare?» domando prendendo un bicchiere vuoto.

«Devi accompagnarmi in un posto» confessa.

«Dove?».

Dopo aver versato l'acqua nel bicchiere inizio a bere e lo vedo agitarsi.

«Voglio cercare un lavoro» ammette.

«Bene, mi sembra giusto. Con questo io che c'entro?» chiedo confusa.

«Ho parlato qualche giorno fa con Jason e dice che ha posto nell'officina del padre. Lui tra sei giorni partirà e potrò prendere il suo posto. Oggi ho la mia prima prova e sono molto agitato. Non è che mi potresti accompagnare?».

«Scordatelo», lo supero e torno in salotto.

«Oh andiamo Melanie, si tratta di qualche ora».

«Ed io dove starò scusa?».

«Mi guarderai» rivela.

«Non posso» mento.

Giusto mezz'ora fa mi sono sbarazzata di lui e adesso mio fratello vuole già farmelo rincontrare?

«Melanie ti prego» insiste.

Alzo gli occhi al cielo e sospiro.

«A che ora dovresti essere lì?» domando.

«Tra mezz'ora» risponde.

«Sei fortunato che l'officina è dietro casa nostra. Forza, avviamoci, ma prima passiamo a prendere un caffè perché sto morendo» lo avverto.

«A proposito... Dove hai passato la notte?».

Cercando di essere il più neutra possibile rispondo educatamente e dico: «A casa di Jason».

«A casa di Jason?», alza un sopracciglio e ripete ciò che dico.

«Sì».

«Mamma e papà lo sanno?».

«Sì, Leila ha scritto a mamma stanotte» dichiaro.

«Capisco», alza entrambe le sopracciglia e prende il giacchetto di jeans dall'appendiabiti.

«Perché quella faccia?» chiedo.

«Nulla di che» replica.

Non volendo sapere cosa gli balena in quel cervello smetto con le domande e mi incammino davanti a lui. Quando arriviamo nel bar di nostra zia, sorella di mio padre, prendo il mio solito caffè amaro e poco dopo ci imbattiamo nella terribile strada che conduce fino all'officina di Jason.

«Ehi bello sei arrivato allora», un collega di Jason saluta mio fratello e quando posa lo sguardo su di me sorride.

«Tu devi essere Melanie giusto?».

«Sì».

«Mi ha parlato molto di te. Desiderava portarti da quando ha scoperto di avere una chance qui dentro» dichiara guardando Collin.

«Basta sputtanarmi, mi rovini la reputazione».

Proprio in quel momento Jason appare alle spalle di mio fratello.

«Sei venuto alla fine», gli tira una pacca sulla spalla e lo guarda dalla testa ai piedi.

«Sì, non vedevo l'ora».

«E vedo che hai portato anche i rinforzi», posa lo sguardo su di me e ride divertito.

Lo guardo storta e faccio una smorfia.

«Dai vieni, ti mostro qualche cosa», il ragazzo a me sconosciuto, di cui non so nemmeno il nome, prende mio fratello e lo conduce all'entrata dell'officina.

«Scusa ma le perfettine come te qui dentro non sono ammesse» sghignazza lui.

«Posso aspettare anche qui fuori, credimi. Non ho bisogno di entrare lì dentro» ribatto incrociando le braccia al petto e andandomi a sedere su un muretto.

Lui scuote la testa e fa un bel respiro.

Invece di entrare dentro insieme agli altri, lo vedo rifugiarsi dietro un cespuglio.

Dove cazzo sta andando ora?

One night more Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora