Capitolo 2

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Melanie

«E tu che ci fai qui?».

«Sapevo di trovarti con un libro in mano» commenta lui con quel sorriso da ebete in faccia.

«Lo stavo giusto mettendo apposto».

Lui si volta e in silenzio inizia a guardare la mia stanza.

«È cambiata dall'ultima volta che sono stato qui» rivela girando su se stesso.

«Ci credo. L'ultima volta che sei entrato in camera mia avevi 12 anni Jason» gli ricordo guardandolo male.

«Sai... I tuoi non avrebbero dovuto lasciarti fare come ti pare. Era molto più carina quella di tanti anni fa. E poi cos'è questo rosa antico come colore delle pareti andiamo...» dice iniziando subito a criticare.

Ecco lo sapevo.
È venuto qui per infastidirmi come sempre.

«Sei venuto qui per infastidirmi?» chiedo.

«Sì» risponde tornando a guardarmi negli occhi.

«Ma tu non eri in Inghilterra?».

«Ero, hai detto bene, ma adesso sono tornato», mi fa l'occhiolino e avanza verso di me.

«Sai qui ho tutto... Un lavoro, una casa, mia madre e...», si ferma a pochi centimetri da me.

«E..?» lo sprono.

«Una grandissima ficcanaso».

«Beh quella sarei io suppongo», alzo gli occhi al cielo e lui annuisce.

«E chi sennò?!».

«Fammi indovinare... Sei venuti fin qui con il consenso di mio padre o gli hai inventato una delle tue cazzate?» domando curiosa.

È sempre stato un tipo con le palle, ma davanti ai miei genitori si è sempre trasformato nella persona più falsa e bugiarda di questo pianeta.

«Ho chiesto a tuo padre se potevo andare in bagno» ammette con un sorrisetto falso.

«Lo sapevo».

«Ma solo perché non volevo che pensasse che sarei venuto qui per scoparti», sbianco alle sue parole e distolgo lo sguardo.

È proprio un cretino.

«Oh andiamo... Ti imbarazzi per così poco?».

«Non sono imbarazzata, sei tu quello imbarazzate. Potresti essere mio nonno» ribatto prendendolo in giro.

«Beh allora sarei un nonno sexy» replica fiero di se.

Sì, lo sarebbe.

«Ma con poca materia grigia nel cervello mio caro».

«Eh vabbè, sai com'è. Più passa il tempo più scompare la materia grigia mia cara, a maggior ragione per gli anziani» ribatte a sua volta.

Mi giro di spalle e trattengo un sorriso.

È proprio bravo a rigirarsi la frittata.

«Sei proprio falso, fattelo dire», lo supero e mi avvio verso la porta.

«E perché lo sarei?».

«Perché qui non fai altro che fare il simpaticone, anzi, quasi l'amico, mentre quando ci incontriamo per strada sembriamo due sconosciuti. Sembra che ti vergogni di farti vedere con me» confesso confusa.

«Sembra?» chiede in tono divertito.

«Fottiti Jason», esco dalla stanza e sbatto la porta.

Ma chi si crede di essere?

Mentre scendo le scale mi spruzzo un campionino di profumo che avevo nella tasca destra del jeans e non appena mi ritrovo al piano inferiore, vedo subito la signora Lewis sul divano.

«Melanie che bello rivederti, sei così bella», si alza da quest'ultimo e viene ad abbracciarmi.

«Come sei cresciuta!».

«Grazie», sorrido e a quel punto mio padre dice: «Prima ti ho parlato di una sorpresa e beh adesso possiamo dirtela. Con lei è venuto a trovarci anche Jason, non sei contenta?».

Contentissima papà.

«Davvero? Wow che bello!» mento.

La mia famiglia e quella di Jason sono sempre stati convinti del fatto che io e lui si andasse d'accordo, quando in realtà ci siamo sempre scagliati l'uno contro l'altro.

«Proprio adesso è andato un attimo al piano di sopra, doveva andare in bagno ma puoi aspettarlo qui con noi se non ti scoccia» aggiunge la madre.

«Molto volentieri», mi siedo sul divano e mentre aspetto mangio un cioccolatino che prendo dal tavolino per gli ospiti, situato al centro della stanza, poco prima di sedermi.

"Molto volentieri".
Da dove mi è uscita questa?

Parlo molto di Jason, ma anche io non scherzo sull'essere falsa delle volte.

One night more Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora