Capitolo 96

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Melanie

La notte è lunga da passare fuori al freddo e al buio, ma non saprei dove altro andare se non per strada.

A casa non ci torno nemmeno morta, non ora perlomeno. Non so cosa farò a quest'ora di notte, ma è l'unica via che ho per il momento è questa.

Dopo quello che ho sentito dalle mie orecchie non mi fido più di nessuno, tantomeno della mia famiglia.

Mio padre, quel grandissimo porco di mio padre, ha giurato sulla testa della sua famiglia di aver smesso con quella roba. Erano tutte bugie, ma sono sicura che il karma lo ripagherà a suo tempo.

E Jason, da lui mi sarei dovuta aspettare di tutto ma non quello che ho sentito. Ha venduto il camion di papà senza dirmi niente, ha fatto tutto alle spalle della mia famiglia.

Com'è difficile accettare la realtà quando ci sono di mezzo le persone che ami.

Potevo letteralmente aspettarmi qualsiasi cosa da uno come Jason, infondo è preoccupante il fatto che non compia almeno una cazzata al mese, ma agire così senza nemmeno chiedere il permesso è stata la cosa più infantile che abbia fatto, dopo aver permesso ai suoi amici di scrivermi su quella lista.

Sicuramente c'entra tutta la storia che mi ha iniziato a raccontare e che gentilmente lo costringerò a finirmi di dire. Non può passarla liscia questa volta.

Quando aveva intenzione di dirmelo?
Voleva forse intascarsi i soldi e tenerseli per se?

Credo difficile che un uomo come lui possa arrivare a tanto. Suo padre non lo accetterebbe mai e nemmeno la madre, che lo ha educato anche dopo l'assenza del padre. Nessuno lo crederebbe capace di fare una cosa simile e forse sbaglio a dubitare, ma se per questo non lo avrei nemmeno tenuto capace di fare ciò che ha fatto.

I reati veri sono altri, lo so, ma è da cose come queste che si inizia a infilarci in un circolo vizioso.

Dopo ore, i pensieri sono ancora nella mia mente. Guardo l'orologio al polso e la lancetta piccola indica che sono già le cinque del mattino.

Cavolo com'è passato veloce il tempo!

Camminando ancora per qualche chilometro mi ritrovo davanti casa. La luce di cucina è accesa e sento delle voci provenire dal salotto.

Prendo le chiavi di casa e rientro.
Appena varco la soglia, sento gli occhi di tutti addosso.

«Dove cazzo sei stata?», Collin mi urla addosso mentre si avvicina bruscamente a me.

Rimango in silenzio.

«Sei forse impazzita ad uscire di notte da sola?» chiede mio padre facendo lo stesso.

«Jason è uscito quasi due ore fa per venirti a cercare e adesso chissà dov'è» aggiunge.

Resto in piedi a fissare tutti.

«Voglio tornare a casa» confesso.

«Eh?».

«Voglio tornare a casa entro oggi» ripeto.

«Perché?» chiede mio padre.

Lo ignoro e guardo mia madre.

«Ti prego mamma». I miei occhi si fanno lucidi.

«Portami in camera, ne parliamo su». Lei, così e paziente pacata, capisce subito che c'è qualcosa che non va in me, e che non si tratta di una stupidaggine.

«Vai su, la mamma l'aiuto io» mi ordina Collin.
Annuisco e mi affretto a salire le scale.

Non rivolgo lo sguardo a nessuno, tantomeno a quello stronzo di mio padre.

One night more Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora