Capitolo 52

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Melanie

- Mercoledì.

Un'altra giornata, la penultima stando in questo hotel, ha inizio.

Ieri è stato un fallimento. Non sono riuscita a trovare niente se non a più di 40 minuti auto dal centro.

«Ciao Melanie», quando sento chiamarmi mi giro e vedo il ragazzo dell'hotel.

«Ciao Devin», gli sorrido dopo aver finito di ingoiare l'ultimo boccone.

«Posso sedermi qui con te per fare colazione?» chiede.

«Ma certo, siediti pure», lo invito a sedersi e proprio in quel momento il cameriere si avvicina a noi per prende le ordinazioni.

«Lei signorina ha già ordinato giusto?» chiede il cameriere.

«Si sì» rispondo.

Poi rivolge la parola a Devin che ordina due brioche alla crema e un cappuccino.

«Come stanno andando le tue ricerche?» mi chiede.

«Male, e le tue?».

«Lo stesso», scrolla le spalle e sospira.

«Vedo che entrambi abbiamo avuto la stessa fortuna» commenta ironizzando un po'.

«Mi auguro di trovare un appartamento il prima possibile perché non ho la portata per potermi permettere questo hotel ancora per molto» rivela.

«Ti capisco, ma come farai se non trovi nulla?».

«Andrò in un hotel meno caro e più distante dal centro purtroppo» risponde.

«Capisco».

«Tu invece?» domanda.

«Non è tra le mie opzioni non trovare una casa» confesso.

Ed è vero.
Ora che so che Jason mi ha ignorata di proposito non andrei mai a cercare aiuto da lui.

«Lo so ma avrai un piano B no?».

Scuoto la testa e lui si zittisce.

«Cosa ti porta qui?» mi chiede curioso.

«Nuova vita, tu invece?».

«Sto cercando mia madre» risponde e rimango sorpresa. La voglia di domandare è tanta ma pur di non essere sfacciata, rimango in silenzio.

«Mi hanno strappato dalle sue braccia dopo qualche secondo di vita e non ho notizie di lei da un sacco di tempo» dice tranquillamente.

«Come hai fatto a trovarla?» chiedo.

«Grazie a mio cugino. Sua madre e la mia sono sorelle» confessa.

«Capisco...», sospiro e lo guardo.

Il cameriere viene a servirci e poco dopo se ne va.

«Si è rifatta una vita e sembra avermi dimenticato» aggiunge guardando il piatto davanti a lui.

«Una madre non potrà mai dimenticare un figlio per davvero, può farlo sembrare ma non accadrà mai nella vita» lo rassicuro.

Mi sorride debolmente prima di iniziare a mangiare.

«Vorrei essere ottimista come te».

«Non sono sempre così» rivelo.

«Dovresti, aiuta in certe situazioni» precisa.

«Questo sì, ma ti assicuro che il 99 per cento delle volte sono pessimista. Tendo a non darlo a vedere, come ogni persona credo, ma è così».

«Eccome se lo è». Mi rivolge un sorriso dolce e poi riprende a parlare.

«Mi chiedevo. Oggi ti andrebbe di andare a cercare qualche appartamento insieme?».

«Molto volentieri sì» rispondo.

«Sperando di riuscire a trovare qualcosa» aggiungo subito dopo.

Lui sospira e dice: «Speriamo».

«Stai insieme a qualcuna?» chiedo.

«No, le relazioni sembrano non fare per me. Tu?».

«Siamo sulla stessa barca» commento e lui scoppia a ridere.

«Sei mai stata fidanzata?» domanda.

«No, tu?».

Lui sgrana gli occhi e rimane a bocca aperta.

«Davvero?».

«Sì, perché?».

«Sei una bella ragazza. Avrai la fila dietro».

«Oh no, ti sbagli» lo correggo e poi lo ringrazio al tempo stesso per il complimento.

«Strano, comunque io sì. Solo una ma è finita male e non ne voglio più sapere» precisa subito.

«Delusione d'amore?» mi azzardo a chiedere. 

«Ha fatto un figlio con un'altro mentre stava con me» dichiara.

«Ahia».

«Già ma vabbè, ormai è acqua passata. Pensiamo piuttosto a oggi» dice cambiando argomento.

«Ti andrebbe di iniziare a cercare già da stamani? Avevo pensato di fare un giro in una zona non troppo distante dal centro per cercare qualche casa consigliata dalle agenzie» domando.

«Ma certo, finisco e andiamo» rivela.

«Fai con calma, non ho fretta» replico.

One night more Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora